Maurizio de Giovanni fa calare il “buio” sul commissariato più chiacchierato di Napoli, quello dove si aggirano i Bastardi di Pizzofalcone guidati dal commissario Palma.
Il buio scende su una losca vicenda che vede come protagonista Dodo, nipote di uno dei più facoltosi industriali di Napoli, bambino di dieci anni vittima del sequestro della sua persona. Ma il buio non avvolge solo il bambino nello stanzino, aggrappato al suo Batman per combattere la paura, avvolge anche l’intero commissariato che si ritrova a fare i conti con furti apparentemente banali e con la presenza di un serial killer ignorato quasi da ogni indagine.
Il buio cade sulle vite di questi uomini, sempre più trascinati a cavallo delle loro personali vicende che s’intrecciano con il lavoro, complicando il tutto.
Attraverso la scrittura affascinante di De Giovanni, questo buio si dipanerà pian piano aprendo le tende su ogni mistero.
Peppe Servillo, noto cantante, attore e compositore, aggiunge alla lista delle sue qualità artistiche quella lettore di lettore, diventando la voce di questo secondo romanzo della serie di de Giovanni. In collaborazione con Emons audiolibri l'artista racconta lo stato d’animo oscuro del romanzo, accompagnando il lettore con una voce densa e appassionata, e con una fermezza asciutta che ben si addice al ritmo incalzante di queste vicende.
Gli abbiamo domandato direttamente di raccontarci la genesi e le difficoltà di questo suo lavoro, alla sua seconda esperienza con Emons e con I bastardi.
La nostra intervista
Per Emons aveva già letto il primo libro Gelo per i bastardi di Pizzofalcone. Come mai ha scelto di ripetere quest’esperienza? Il libro l’ha scelto lei o glielo hanno proposto per una ragione specifica?
Dopo la prima esperienza con il romanzo I bastardi mi sembrava logico continuare nel solco che l’autore stesso ha tracciato, assecondando la vicenda che si può leggere per certi versi come una vicenda unica.
Ripetere l’esperienza continuando a tracciare questa storia di riscatto e di rivalsa dei Bastardi, mi sembrava interessante per me e anche per la Emons.
Il personaggio che ha sentito più vicino a lei e che ha avuto meno difficoltà a interpetare?
La parola interpretare va usata con cautela perché parliamo appunto di una lettura, e quindi l’interpretazione fatta in una maniera autoriale - per così dire - rischia di sovrapporsi alla lettura e di sviare l’attenzione di chi ascolta. Io ho cercato, sia la prima volta che la seconda, di essere a servizio della vicenda dando dinamismo allo svolgersi della storia con dei piccoli scarti di tono, di volume, di dialetto relativi ai singoli personaggi, per disporli mentalmente nello spazio mio – che spero corrisponda anche a quello immaginario di chi sta ascoltando la storia. Quindi non parlerei d’interpretazione. Parlerei di una lettura ad alta voce partecipata come si faceva una volta. La lettura è una dimensione privata e intima, però può anche essere lettura ad alta voce, partecipata, sottolineata, con una partecipazione viva ed espressiva.
Il personaggio che sento più vicino è quello di Luigi Palma, dell’ispettore che mette assieme questo gruppo e che conduce a una rivalsa, che è personale, ma che avverte come condivisa da tutto il gruppo.
C’è questo rimando continuo nel personaggio di Palma, ma anche negli altri, dalla dimensione privata alla dimensione del lavoro che è molto interessante [...]; del resto de Giovanni ha questa capacità di far procedere, dalla vicenda centrale, tutte le vicende personali quasi come se stessimo attraversando una grande navata ai lati della quale ci sono le vicende e gli altari di ognuno dei personaggi che compongono la storia.
Anche i personaggi colpevoli non sono mai del tutto colpevoli, hanno sempre uno spessore, un movimento interno di dramma che è molto interessante, e che li rende sfumati. La concezione del contrasto fra buio e luce – appunto – cambia di personaggio in personaggio, così come cambiano le proporzioni dei personaggi. È quasi un movimento di luce e di colore, dal bianco al nero.
Più in generale, pensando a quello che rappresenta un audiolibro oggi, considerando che è un momento in cui la lettura è in crisi, chi è che ascolta gli audiolibri? Sono sempre lettori o è una categoria di pubblico nuova?
Non saprei. Forse per chi affronta un’esperienza del genere, e parlo del mio punto di vista, è meglio non avere troppe consapevolezze. Cerco di concentrarmi sempre sulla cosa in sé, a prescindere dall’esito che può avere dal punto di vista commerciale.
Credo che questa sia una possibilità in più che viene offerta per potersi rapportare a un libro, perché io non credo che debba esistere un unico modo di vivere un testo, un romanzo, ci può anche essere una lettura ad alta voce fatta a sé stessi, come quando si era bambini, e non solo una lettura silenziosa. Anche questo è un modo di oggettivare la vicenda e avere di ritorno delle impressioni che in solitudine non si possono avere, che sono magari determinate dal suono delle parole, dal ritmo. E quindi penso a un pubblico che cerca una possibilità in più, qualcuno che accompagni lungo tutta la lettura l’orecchio dell’ascoltatore, che risulti il più possibile familiare, gradevole, per non caricarlo di un’espressività eccessiva. Nel mio caso cerco di non andare mai al di sopra dei personaggi, tentando di metterli in scena in una maniera molto leggera, che faccia sì che io non sia mai ""troppo"" il personaggio.
Come fa ad arrivare questa lettura ""neutrale"" a tutti, allo stesso modo?
Se uno sottolinea sempre, anche nel modo di leggere, il valore primario della vicenda, ponendosi al servizio della vicenda, ha già fatto una parte del lavoro necessario. Io credo che anche lo scrittore voglia far emergere, già di per sé nella scrittura, e poi all’interno della vicenda, un breve e piccolo percorso entro il quale portare quasi per mano il lettore, per poi condurlo nuovamente alla vicenda principale, ovvero delle digressioni che hanno un valore poetico aggiunto in più.
Qual è stata una lettura importante per la sua vita, o qualcosa che ha letto recentemente e che le è piaciuto?
Cerco di essere, da lettore, sempre aggiornato su quello che succede, nella letteratura contemporanea, attraverso la radio, i giornali... però, spesso, tendo a scegliere sempre i classici. Da poco sono stato impegnato con la lettura della Bibbia, l’ho letta per intero, ci ho messo molto tempo, però ero curioso e interessato a leggere tutto l’Antico Testamento, e adesso vorrei leggere anche il Nuovo. Al di là del contenuto spirituale, proprio come opera letteraria.
di Jessica Chia
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