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Philippe Daverio - L'arte di guardare l'arte - Giunti edizioni


A noi il compito della curiosità. A noi la gioia del dialogo con la specie. E a chi cerca solo la soddisfazione bassa dell'arricchimento, dell'investimento, del reddito, a chi propone l'avvilimento nella crapula della contingenza, a chi esalta lo sterco del diavolo venga lanciato l'anatema dell'inferno dantesco.

L’arte di guardare l’arte nessuna accademia ce la potrà mai davvero insegnare.
I migliori insegnanti per una simile disposizione dell’animo, infatti, sono ozio – inesauribile cespite di scoperta e conoscenza – e curiosità.
Sì, proprio quell’attitudine ubiqua, trasversale, che accomuna umani e felini e che – almeno fra questi ultimi – miete vittime innumerevoli.
Bè, non saranno due virtù capitali, forse: ma chi ha detto che l’arte debba esser roba per educande?
Daverio, che ha tutti i titoli per dirsi splendido divulgatore, oltre che appassionato connoisseur e storico dell’arte, non si è ancora ripreso dal successo stellare del suo Il museo immaginato che arriva a noi una sua nuova raccolta di scritti, riuniti sotto l’ambizioso titolo di “L’arte di guardare l’arte”.

È una raccolta di articoli apparsi nel corso degli ultimi anni sulla rivista Art e dossier, di cui lo stesso Daverio è direttore, e leggendoli consecutivamente – com’è lo stesso Daverio a spiegarci nel corso di un’intervista concessa a Wuz – se ne può toccare con mano la fattura sapientemente artigianale, la struttura sempre aperta verso altri ambiti disciplinari.

Questo è il vero punto di forza dell'infaticabile agitatore culturale Daverio: riuscire a gettare ponti fra culture e fatti lontani fra loro, e farne percepire la contiguità come qualcosa di assolutamente naturale, che era in attesa solamente di essere scoperto.

Ma uno storico dell'arte, ovvio, dev'essere ben informato quanto ai fatti che hanno presieduto all'emergere di uno stile particolare; deve riuscire a spiegare in souplesse perché il barocco - poniamo - abbia conosciuto la sua espressione più compiuta e abbia incontrato la sua fortuna storica proprio in quel momento e in quei posti, piuttosto che in tutt'altra contingenza storica.
Come si vede, il crinale è sottile: e rendere pedante o inutilmente accademica la spiegazione di qualcosa che invece può facilmente appassionare sarebbe un delitto alla portata di chiunque.
Per fortuna qui non corriamo il rischio, e ad ogni voltare di pagina i pettegolezzi e gli aneddoti che il Professore dispensa a piene mani sono le ciliegine su una torta già di per sé cucinata con passione.


La filosofia che sottende l’arte di guardare l’arte è benissimo riassunta nell’introduzione che lo stesso Daverio offre al volume.
Qui, dopo aver tracciato un confine netto fra ciò che distingue l’arte dalla pubblicità, il Professore ci offre il più bell’elogio del pettegolezzo che si possa scrivere: nel solco di quel che Pascal sosteneva (“ciò che interessa maggiormente all’uomo è l’uomo stesso”), Daverio scrive che il pettegolezzo (e per estensione, l’attenzione alle piccole, umane circostanze alle quali si deve se un’opera è fatta proprio così, e non in un altro modo) è una forma di attenzione verso l'uomo che scaturisce da un sentimento sostanzialmente etico.

E allora via!
... una volta legittimati a ficcare il naso fra le pieghe della storia, non resta che abbandonarsi al piacere di sapere, e cercare di costruire con le nostre mani qualche ponticello, magari cercando i legami segreti che uniscono  la zuccheriera di plastica che tutte le mattine abbiamo davanti agli occhi agli esemplari in argento riccamente decorato dell'Inghilterra ottocentesca...

Qualunque oggetto è degno di attenzione, e qualunque segno prodotto dall'uomo, naturalmente, nasconde una storia.
Capire quanto sia divertente cercare di scoprire questa storia, è la più bella lezione che questo ""libro-giocattolo"" (com'è lo stesso Daverio a definirlo nella nostra intervista) ci regala.

Phlippe Daverio
L’arte di guardare l’arte
128 pag. ill., 9,90 euro – Giunti (i libri di Artedossier)
ISBN 9788809774254


L'autore


22 giugno 2012  

L'arte di guardare l'arte
L'arte di guardare l'arte Di Philippe Daverio;

I più graffianti articoli pubblicati sulla rivista "Art e Dossier" dal suo direttore, Philippe Daverio. Uno stile personalissimo, una capacità unica di conciliare temi, ambiti, storie che appartengono apparentemente a campi differenti ma che letti insieme rivelano significati impensati e gettano nuova luce sul mondo dell'arte.

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