L'intervista a Ilaria Demonti, illustratrice di Piacere di conoscerti, Monsieur Monet!
Un impressionista, un vero impressionista, non si ferma davanti a nulla. Niente lo spaventa: che sia inverno o notte fonda,nel bel mezzo di una tempesta o sotto il sole infuocato e rovente, il vero impressionista si arma di tela colori e pennelli, cavalletto e immancabile berretto da pittore e se ne va a dipingere all’aria aperta, en plein air. Con ogni pennellata sa catturare la minima variazione di luce, il riflesso sull’acqua, il vento che accarezza il prato e il veloce movimento della nuvola.
Dal 2 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016, la città di Torino si tinge di ombre colorate, di tramonti rosa e s'immerge in luci bagnate color pastello: è l'arrivo delle tele impressioniste di Claude Monet giunte direttamente dal Musée d’Orsay di Parigi e atterrate in Italia.
La mostra Monet. Dalle Collezioni del Musée d’Orsay è accolta dalla GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino - e presenta la rassegna monografica dedicata al grande maestro francese, in un bagno di colore.
Il padre della corrente artistica che nel 1874 rivoluzionò i canoni estetici pittorici con la sua tela Impressione, levar del Sole, attraverso la quale fu coniato ironicamente il termine impressionismo, è presentato in Italia con quaranta capolavori che celebrano lo splendore dei paesaggi impressionisti e dei leggiadri ritratti delle donne di fine Ottocento dipinte en plein air.
In occasione della mostra, Emanuela Di Lallo e Ilaria Demonti hanno collaborato a un progetto dedicato ai più piccoli e finalizzato a far incontrare il grande, e ormai ""anzianotto"" Monet, con i più giovani e aspiranti impressionisti. Nasce in questo modo Piacere di conoscerti, Monsieur Monet! edito da Skira Kids e realizzato a quattro mani: quelle vivaci e colorate di Ilaria, l'illustratrice di Monet, e quelle ""parlanti"" di Emanuela, che hanno dato vita alla narrazione.
Abbiamo intervistato Ilaria Demonti per farci raccontare come nasce questo progetto e qual è stata la sua esperienza come illustratrice del padre dell'impressionismo.
L'intervista
Quali elementi del grande Monet hai voluto trasmettere ai bambini con le tue illustrazioni?
Io e l’autrice abbiamo lavorato molto sull’idea di rappresentare la luce, ovvero l’impressionismo trasmesso sia come la visione di un determinato oggetto in diversi momenti (nell’arco della giornata, in diverse condizioni atmosferiche…), sia il senso d’impressione come uno stato d’animo che viene riflesso anche nel dipinto, l’impressione che un oggetto dà sul pittore. Così come la tecnica, ovvero il fatto che Monet non mischiasse mai i colori.
Secondo te, come accoglieranno i bambini l’idea di un libro sull’arte, desterà in loro un interesse?
Prima di questo progetto ho lavorato a un libro su Leonardo da Vinci e i bambini avevano partecipato con grande entusiasmo, spesso avevano più conoscenze di me e sapevano i nomi di ogni suo macchinario. Secondo me c’è una grande passione per queste cose, è un terreno che funziona perché il bambino d’istinto è creativo e immediatamente ne capisce il linguaggio, c’è molta empatia con l'arte e a quest’età apprende tutto bene e velocemente.
Come dialoghi con i bambini attraverso i tuoi disegni?
A me piace molto aggiungere dei dettagli quando disegno; per esempio nella storia di Piacere di conoscerti, Monsieur Monet! ho inserito un cagnolino che secondo me un bambino nota subito e desta in lui curiosità: vuole vedere dove va, dove si nasconde, come s’inserisce nei diversi contesti quando sale in barca, quando guarda dipingere... Questa è una piccola cosa che si aggiunge alla storia. In generale la fascia di età a cui si rivolge il libro – più o meno le scuole elementari – si appassiona a tutti questi dettagli, le espressioni delle facce, i materiali, ai bambini piace molto vedere i vari dettagli delle immagini: più ricche sono e più si appassionano.
Come hai fatto interagire il tuo lavoro con quello dell’autrice del testo?
Mi sono trovata molto bene a lavorare con Emanuela Di Lallo e tra di noi c'è stato un continuo lavoro d'interfaccia. Abbiamo lavorato spalla a spalla, quindi il testo è venuto abbastanza in parallelo con le immagini.
Potresti descrivere brevemente il tuo stile?
Per questo progetto mi sono molto adattata al soggetto, ho cercato una tecnica che riuscisse a rispecchiare quello che faceva Monet ma con un medium diverso, ho usato il collage e la carta strappata per rendere il concetto che lui non mescolava mai i colori, specialmente in alcune tavole dove c’è l’acqua o le foglie, i colori sono nettamente distinti e non sono mai mescolati come faceva lui. Con la carta strappata si rendeva molto l’idea. Io ho poi un determinato segno e da quello non sono riuscita a scappare. Il collage è una tecnica che uso abitualmente, però in questo caso mi sembrava più efficacie per parlare di Monet.
di Jessica Chia
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