Senza far rumore, cominciò a sbirciare nei cassetti. Ancora non sapeva cosa stava cercando, e frugando in mezzo alla bella biancheria di seta di Alex si sentiva un po’ una guardona. Ma proprio nel momento in cui aveva deciso di passare a un altro cassetto la sua mano incontrò qualcosa che frusciava sul fondo. Elisabet Carlsson è Erica Falck e Niklas Hjulström è Patrik Hedström nel film per la televisione svedese Camilla Läckberg con i figli
La donna bionda sembra la “Bella addormentata nel bosco” nella sua bara di cristallo.
Soltanto che il rosso del sangue non è dovuto alla puntura del fuso dell’arcolaio predetta dalla fata cattiva.
La donna bionda si è tagliata i polsi nella vasca da bagno, la caldaia della casa ha avuto un guasto e - siamo a Fjällbacka, in Svezia - la superficie dell’acqua si è trasformata in una sottile lastra di ghiaccio, preservando il cadavere dalla decomposizione.
Il primo a fare la macabra scoperta è l’uomo che va regolarmente a controllare che tutto sia a posto per l’arrivo di Alexandra da Stoccolma ogni fine settimana - è anche il personaggio che, significativamente, chiude il libro realizzando il sogno di passare gli ultimi anni della sua vita in Spagna, lontano dal gelo della Svezia e dalla moglie bisbetica.
È questo l’inizio de La principessa di ghiaccio di Camilla Läckberg, la nuova (per i lettori italiani) scrittrice svedese pubblicata dalla casa editrice Marsilio che, dopo aver trovato e lanciato scrittori di successo come Mankell e Larsson, sembra ormai identificarsi sempre più con il ‘giallo Svezia’.
Un inizio cristallinamente bello che porta subito sulla scena anche Erica Falck, scrittrice e amica della donna morta, che diventa poi la protagonista del romanzo insieme al poliziotto Patrik Hedström.
Perché Erica, in maniera autonoma e a volte al di fuori della legalità, affianca Patrik nelle indagini, spesso precedendolo nelle intuizioni grazie anche a reperti trascurati dalla polizia e da lei sottratti.
Ma si è veramente suicidata Alexandra?
La madre è sicura di no.
L’autopsia le darà ragione.
E allora?
Chi c’è vicino ad Alexandra?
Chi poteva volerla morta?
Un marito molto ricco e molto innamorato di lei: era geloso per quei fine settimana a Fjällbacka, dove presumibilmente la moglie incontrava un amante?
Il pittore Anders Nilsson, l’amico d’infanzia di Alexandra che non si era mai allontanato da Fjällbacka: possibile che quella donna così bella avesse una relazione con lui, geniale come pittore ma alcolizzato, lercio e puzzolente?
E comunque Anders verrà trovato impiccato: suicidio o omicidio?
Ci sono altri punti interrogativi nella vicenda: da bambine Erica e Alexandra erano più che amiche, quasi sorelle. Perché all’improvviso Alexandra si era distaccata da Erica, all’incirca poco prima che si trasferisse con la famiglia a Göteborg?
Perché aveva conservato in un cassetto un ritaglio di giornale con la notizia della scomparsa dell’unico figlio della famiglia più ricca di Fjällbacka?
Queste sono le tracce da seguire per i segugi del ‘giallo’ ma, come spesso avviene nei bei romanzi nordici, il tema affrontato da Camilla Läckberg è più vasto.
Ha a che fare con i diversi modi di essere donna, moglie e madre, con quale sia la linea da tracciare tra una pacifica acquiescenza e un silenzio colpevole, con l’imperativo del distacco da quello che ‘gli altri’ possono pensare e del rifiuto assoluto di lasciarsi comperare, dai soldi o da una offerta di lavoro prestigioso o dalla sicurezza.
Camilla Läckberg allestisce una galleria di ritratti femminili tra cui spicca Erica, ammiratrice di Bridget Jones, in continua lotta con la bilancia, cultrice della memoria nella vecchia casa dei genitori che un cognato maschilista e violento vorrebbe vendere, cuoca che non risparmia panna e burro per conquistare il cuore e il gusto di Patrik, biografa di donne famose che intende scrivere dell’amica Alexandra e del segreto della sua vita.
Alcuni dei personaggi del romanzo della Läckberg sono delineati con ricchezza e precisione, altri sono sfuggenti, il commissario Mellberg è una figura macchiettistica nella esagerazione del ridicolo e c’è una tendenza manicheista a separare nettamente i buoni dai cattivi (attenzione, gli uomini sono quasi tutti cattivissimi). E tuttavia, come ho già osservato altre volte, è raro che i gialli nordici ci deludano e quello della Läckberg non fa eccezione: una lettura svelta e piacevolissima, uno stile elegante e scorrevole, una storia su cui pensare e una sorpresa finale.
Camilla Läckberg - La principessa di ghiaccio
Titolo originale: Isprinsessan
Traduzione di Laura Cangemi
460 pag., 18,50 € - Edizioni Marsilio 2010 (Farfalle)
ISBN 978-88-317-9957-7l'incipit
LEGGI LE PRIME PAGINE >>>
Eilert Berg non era una persona felice. Il fiato bianco che gli usciva a sbuffi dalla bocca indicava che respirare gli costava un certo sforzo, ma il suo problema principale non era la salute ...l'autrice
01 febbraio 2010 | Di Marilia Piccone |
Erica Falck è tornata nella casa dei genitori a Fjällbacka, incantevole località turistica sulla costa occidentale della Svezia che, come sempre d'inverno, sembra immersa nella quiete più assoluta. Ma il ritrovamento del corpo di Alexandra, l'amica d'infanzia, in una vasca di ghiaccio riapre una misteriosa vicenda che aveva profondamente turbato il piccolo paese dell'arcipelago molti anni prima. Erica è convinta che non si tratti di suicidio, e in coppia con il poliziotto Patrik Hedström cerca di scoprire cosa si nasconde dietro la morte di una persona che credeva di conoscere. A trentacinque anni, con la sensazione di non sapere bene cosa volere nella vita ma stimolata da un nuovo amore, approfitta del suo status di scrittrice per smascherare menzogne e segreti di una comunità dove l'apparenza conta più di ogni cosa.
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