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La ragazza con la gonna in fiamme e qualche parola con Aimee Bender

Quello che continuo a chiedermi è: nell’attimo in cui si è sentita bruciare la gonna, che cosa ha pensato? Prima di capire che erano state le candele, avrà pensato di averle dato fuoco da sola? Con il suo splendido ancheggiare, e il calore della musica che aveva dentro, avrà creduto, anche per un solo glorioso secondo, che fosse arrivata la sua passione?

Il racconto: alcune linee della narrazione breve contemporanea


Torna in libreria per minimum fax la prima raccolta di racconti di Aimee Bender, autrice de L'inconfondibile tristezza della torta al limone, con un nuovo titolo e una nuova traduzione. La ragazza con la gonna in fiamme è una raccolta di fiabe moderne, in cui l'elemento surreale irrompe nel quotidiano e si mescola con naturalezza all'osservazione attenta e puntuale della realtà. I racconti di Aimee Bender sono come pasticcini al limone ricoperti di cioccolato, se vogliamo fare un'allusione al suo ultimo romanzo: imprevisti, sorprendenti, singolari, come la combinazione tra l'asprezza del limone e la dolcezza del cioccolato. Questa connessione che abbiamo stabilito scherzosamente tra il romanzo e i racconti, si riscontra non solo nello stile ma anche, ovviamente, nei temi: l'amore, la famiglia, l'amicizia, il sesso, la perdita, il cibo, la deformità fisica: è il terreno su cui i personaggi della Bender si muovono come spinti dalla forza di una passione indomabile, che li brucia e consuma.

Il cibo è un'ossessione che si ripete nelle storie della Bender. Il cibo ""può rimediare alle perdite che il corpo umano subisce con il vivere"", come afferma Brillat-Savarin nella Fisiologia del gusto, citato in epigrafe de L'inconfondibile tristezza della torta al limone. Il cibo è strettamente connesso con la famiglia e con le emozioni, perché è qualcosa che unisce le persone, o le separa, esattamente come il sesso.
""La famiglia è davvero molto importante per me. Vengo da una famiglia molto unita – forse addirittura troppo, al punto che a volte era difficile essere indipendenti"", mi dice Aimee Bender, al Festivaletteratura di Mantova per presentare la sua raccolta di racconti in nuova edizione. Mi viene in mente subito il racconto che dà il titolo alla raccolta, in cui il peso dei legami famigliari è simboleggiato da uno zaino fatto di pietra che un padre consegna a una figlia, come un fardello che si tramanda di generazione in generazione. ""Mia madre cucinava degli ottimi pranzi. Era specializzata nelle zuppe. Io amo cucinare molto più di lei. Penso che il cibo sia qualcosa di molto sociale e spesso è una specie di testimone dei rapporti tra le persone, di quello che accade sotto la superficie"".


Nei racconti di La ragazza con la gonna in fiamme le ossessioni o le mancanze ci portano continuamente sotto la superficie delle cose. Il desiderio sessuale di una bibliotecaria cerca di placare il dolore per la morte del padre (Si prega di fare silenzio), quello di una giovane ricca ereditiera cerca di compensare la solitudine della sua vita (Chiamami per nome). Il senso di vuoto, isolamento e incomunicabilità è presente attraverso tutti i tipi di deformità o anomalie fisiche. Cosa hai lasciato in trincea è la storia di un uomo che torna dalla guerra senza labbra, ma ben più grande è la parte della sua vita che ha perso al fronte. Marzapane è la storia di una donna che partorisce sua madre e del marito che un giorno si sveglia con un grosso buco al posto della pancia. Mimi ubriaca è la storia di un folletto che al posto dei piedi ha degli zoccoli da capra e si innamora di una sirena incontrata nei corridoi del liceo. Protagoniste de La guaritrice sono due bambine mutanti: una ha una mano fatta di fuoco e l’altra una mano fatta di ghiaccio. Gli elementi fantastici si inseriscono in una visione del mondo saldamente ancorata alla realtà e alle regole del reale. La vera originalità della scrittura di Aimee Bender sta, a mio parere, in questo continuo preciso richiamo al mondo fisico e alla quotidianità, mentre i dettagli surreali e favolistici permeano le storie. ""Quando sento che una storia funziona, mi si manifesta come tangibile, reale, anche se magari sembra assurda, come quella dell’uomo senza labbra"", conferma la Bender. ""Le conseguenze del fantastico mi interessano molto: per questo credo che nelle mie storie ci siano così tanti dettagli realistici. Il realismo deriva dall’esplorazione delle cose e delle situazioni, e quando scrivo sono totalmente assorta dall'immaginare come potrebbe essere che anche i dettagli magici mi si manifestano come assolutamente reali"".

© Illustrazione di Sara Barnes ispirata al racconto Marzapane
www.saraebarnes.com


I racconti di Aimee Bender ci parlano delle nostre paure e dei nostri desideri attraverso metafore e immagini spiazzanti che ci invitano a sospendere la nostra incredulità e a lasciarci trasportare come in sogno.
Una vena di humour ebraico si riscontra nel misto di ironia e tristezza che pervade alcune situazioni. ""Sono cresciuta in una famiglia ebrea, anche se non scrivo di temi e soggetti legati all’ebraismo"", mi dice la Bender. ""Una delle cose che ho imparato da piccola sono le bellissime storie dell’Antico Testamento. Sicuramente questo retroterra ha sviluppato in me quell’humour tipicamente ebraico, con quella vena di tristezza sotterranea che si nota nelle mie storie"".

Aimee Bender insegna scrittura creativa da tanti anni. Quando le chiedo come scrive e quali consigli è solita dare a chi vuole diventare scrittore, mi risponde che la routine e il gioco sono gli elementi più importanti della sua scrittura. ""Quando ho iniziato a scrivere ho deciso di dedicarmi alla scrittura sei giorni su sette per un’ora e mezzo ogni giorno. Mi alzavo e mi sedevo alla scrivania, senza neppure controllare la posta e le email. Adesso, dopo diciassette anni, scrivo cinque giorni su sette per due ore al giorno. Spesso mi capita di annoiarmi o di distrarmi. Ma ho scelto una routine. La cosa che più mi piace è fermarmi dopo due ore, anche se la scrittura sta andando bene, perché la routine è la parte più importante del processo creativo.
Il primo consiglio che do a chi vuole intraprendere la carriera di scrittore è smettere di pensare alla scrittura e familiarizzare con il gioco e l’esplorazione. Decidere di sedersi a un tavolo e scrivere di punto in bianco può essere molto opprimente, e può rendere le scelte molto conservative. Penso sia molto più produttivo uscire, andare al cinema o a un museo, ascoltare musica, leggere libri che davvero riescano a parlarti. Ci sono due tipi di lettura: c’è la lettura che ti diverte e ti intrattiene e c’è la lettura che va dentro di te, in profondità, e ti lascia qualcosa dentro. Questo ultimo tipo di lettura ti insegna a scrivere.
E poi continuate sempre a giocare"".


Aimee Bender - La ragazza con la gonna in fiamme
Titolo originale: The Girl in the Flammable Skirt
Traduzione di Martina Testa
172 pagg., 14 € - Edizioni minimum fax 2012 (Sotterranei)
ISBN 978-88-7521436-4


L'autrice


13 settembre 2012 Di Sandra Bardotti

La ragazza con la gonna in fiamme

Il libro di esordio di Aimee Bender, autrice de "L'inconfondibile tristezza della torta al limone", è una raccolta di racconti che usa la dimensione surreale e fantastica, a volte fiabesca, per rappresentare in maniera originale l'amore, il tradimento, il desiderio sessuale, le dinamiche familiari, l'amicizia. Dietro un uomo che torna dalla guerra senza labbra, una donna che partorisce misteriosamente la propria madre, un folletto che si innamora di una sirena nei corridoi di un liceo americano - dietro l'ereditiera o la bibliotecaria che cercano di esorcizzare il dolore con il sesso, dietro il delinquente ossessionato dalla propria bruttezza - c'è in fondo ognuno di noi, con la sua solitudine, le sue paure e le sue infinite possibilità di redenzione.

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