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Gli Stooges e Raw Power, il disco che cambiò la storia del rock




Ci sono dischi nella storia della musica popolare del '900, che segnano un passaggio. Che cambiano pelle alla musica, che modificano il corso delle cose. Che inventano o, forse, distruggono.
Sono momenti artistici incredibili ed incredibilmente difficili, spesso lontani dalle classifiche ""definitive"" dei 100 dischi che hanno fatto la storia del pop, del rock, di quello che volete voi. Quelle delle riviste patinate che poco hanno a che fare con la vera storia della musica.
Ci sono dischi, dicevamo, che sanno di rivoluzione. Nomi, ai più, totalmente sconosciuti, oppure dischi di gruppi conosciuti spesso per i loro album peggiori.
Eppure, in quei dischi, c'è qualcosa di assolutamente epocale.
Come in Raw Power degli Stooges.



Oggi gli Stooges sono ricordati come il gruppo di Iggy Pop, come se di quella straordinaria band (riformatasi e, quest'anno, in tour in Italia) fosse rimasta solo l'icona di una delle più grandi figure della storia del rock.
Ma, letti tra le righe del tempo, e collocati correttamente nella storia, gli Stooges emergono ed emergeranno sempre come una delle più grandi band rock di sempre.

C'è una foto bellissima, piuttosto celebre, che raffigura Iggy Pop seminudo, sorretto dalle mani del pubblico, mentre canta proprio ad un concerto degli Stooges. Ecco, quella è una foto che racconta il rock, l'inzio e la fine, contemporaneamente, della sua innocenza. Racconta un sentimento che il rock e la musica in generale hanno perso: l'idolatria. La venerazione.
Gli Stooges, negli anni settanta, per soli tre album e cinque anni di carriera, furono esattamente quello.

E il loro Raw Power, un album epocale. Come già detto, rivoluzionario. La cui portata è cresciuta negli anni, sino a divenire oggi, quasi insostenibile.

Quando nasce Raw Power, gli Stooges si sono appena riformati dopo tre anni di pausa in cui Iggy Pop, James Williamson e Ron Ahseton hanno vissuto solo ed esclusivamente di eccessi. La loro vita, profondamente segnata dall'eroina, li ha portati lontani dalla musica e vicini al nichilismo più totale.
Un gruppo di musicisti completamente folli e letteralmente distrutti, alieni al mondo e alla realtà.

Musicisti che decidono di riprendere in mano il rock.
Gli Stooges sono autentici relitti umani in un mondo che in quel preciso istante sta vivendo l'esplosione del glamour, in tutte le sue forme. Poco dopo Andy Warhol, poco prima dell'epoca progressive, il mondo diventa glitter e moda, diviene un caleidoscopio di colori strani. Andy Warhol incontra Bowie, Jim Morrison è il cantore dello sciamanesimo, il resto del mondo vive la più grande esplosione fashion del '900.

Gli Stooges sono l'esatta antitesi della realtà che li circonda. Rappresentano (sono) la downtown di Detroit. Sono i figli del crimine, della dissipazione, della povertà. Sono i figli illegittimi degli Stones di Altamont, ovvero l'inferno del rock sceso sulla terra.




Gli Stooges vengono risollevati da David Bowie che, idolo incontrastato del mondo musicale, decide di dare loro un'altra possibilità. Si siede dietro al mixer e decide di produrre lui l'ultimo sforzo di Iggy Pop. E' il 1973. Dopo di allora nulla sarà più lo stesso. Bowie crede di poter domare, in qualche modo, lo spirito selvaggio degli Stooges ma ben presto si accorge che quella manciata di canzoni che Asheton, Williamson e Pop hanno scritto è impossibile da fermare.

Lì dentro c'è la fine del rock per come era conosciuto. C'è un urlo di disperazione sonica da far accapponare la pelle.
E' un continuo richiamo di nichilismo e riti voodoo. Quasi una sorta di celebrazione del male.
Iggy Pop scrive Gimme Danger, distruggendo i Doors sul loro terreno, stendendo un giro di riff che parte come un acid rock per poi sbriciolarsi letteralmente dentro un blues apocalittico. Ma non è questa la chiave del disco.

C'è Search and Destroy, con il suo riff ultracompresso e l'esplosione delle chitarre, che segna definitivamente la fine del rock degli anni '60 e anticipa, in un solo momento, il punk e l'heavy metal. La portata di questa canzone sarà talmente irraggiungibile, che i suoi germi contamineranno solo sei anni dopo la storia della musica.

C'è Cock In My Pocket che parte dal rock di Chuck Berry e lo detronizza, seviziando Elvis Presley e gli anni '50 americani. Gli Stooges rileggono la felicità dei middle fifties, l'avvento del rock and roll e della spensieratezza giovanile, e ne rovesciano il contenuto, facendone l'inno di una generazione perduta e distrutta.

C'è Raw Power introdotta (scandalo) da un rigurgito umano e da una frase che porterà scompilglio nella censura americana: ""Dance To The Beat Of The Living Dead"". Ballate al battito dei Morti Viventi.
Iggy Pop richiama alle armi gli zombie d'America.

C'è Open Up and Bleed, la distruzione del blues, suonato come se fossero i Black Sabbath il giorno prima di morire.

Raw Power è stato tutto questo: lo spartiacque del rock. Il disco che ha cambiato il corso degli eventi e ha trasportato, nel rock, il male del mondo. Del vivere. L'inferno in terra.

Fondamentale questa ristampa, che riporta alla luce anche un intero live d'epoca che avrebbe dovuto seguire la pubblicazione di Raw Power (e invece Iggy Pop scelse la pubblicazione dello sconvolgente bootleg Metallic K.O.) e che fa, di questa operazione, un atto dovuto per chiunque voglia capire, amare, innamorarsi del rock.


Tracklist:

Disco 1
1.    Search And Destroy    
2.    Gimme Danger    
3.    Your Pretty Face Is Going To Hell    
4.    Penetration    
5.    Raw Power    
6.    I Need Somebody    
7.    Shake Appeal    
8.    Death Trip

Disco 2
1.    Introduction   
2.    Raw Power   
3.    Head On   
4.    Gimme Danger   
5.    Search And Destroy   
6.    I Need Somebody   
7.    Heavy Liquid   
8.    Cock In My Pocket   
9.    Open Up And Bleed   
10.   Doojiman   
11.   Head On


12 maggio 2010 Di Mario Ruggeri

Raw Power
Raw Power Di Iggy & the Stooges
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