Non è la fine della storia profetizzata da Fukuyama vent’anni fa, quella di cui Žižek racconta nel corpus bulimico della sua opera, che cresce di giorno in giorno e sempre più ci appare sponda bibliografica alla mole torreggiante del cosiddetto “gigante di Lubiana” .
No: la storia continua a fare placidamente il suo corso, anche dopo la fine della guerra fredda e in pieno climaterio globalizzante.
È che a furia di gridare “Al lupo! Al lupo!” a qualunque stormir di fronda che venisse dall’esterno delle nostre turrite cittadelle di benessere, abbiamo finito col credere davvero che il lupo fosse un altro, invece che cercarne il pelo e i vizi dentro di noi, e ora che il sistema si sta rivelando corroso sin dalle fondamenta e pare in procinto di implodere, non possiamo far altro che scrivere un bel coccodrillo, sederci sulla sponda del fiume e aspettar di vedere passare il nostro cadavere, sospinto da una corrente impetuosa e con gli occhi sbarrati per la sorpresa.
Referto dell’autopsia: il capitalismo è morto a causa di una dieta dissennata, troppi trigliceridi e fette di salame sugli occhi.
Naturalmente vedere il mondo come un “dentro” contrapposto a un “fuori”, o un “noi” opposto a un “grande altro” qualunque, è molto lacaniano, e quindi molto tipico di Žižek.
Ma quel che conta, con i libri di questo filosofo, è la capacità espositiva, talmente brillante e ricca di suggestioni eterogenee da rischiare a volte di offuscare la densità e la puntualità dei temi che Žižek sceglie di indagare.
Un collage di copertine zizekiane |
Platone, Hitchcock, l'Essere e il Nulla, Fichte, la fisica quantistica, la realtà delle finzioni, il Nirvana, Marx, Freud, la plebe, la follia, il sesso... e soprattutto Hegel e Lacan, anzi, più precisamente, la riscrittura lacaniana della dialettica di Hegel. "Meno di niente", l'ultima fatica filosofica di Slavoj Zizek (di cui qui pubblichiamo le prime due parti; le seconde due nel 2014) è un libro sterminato, che sembra voler parlare di "tutto quanto si trova sotto il cielo". Ma è anche un'opera destinata a far ricredere quanti considerano Hegel come il filosofo del "Sapere assoluto" che fagocita ogni cosa e la filosofia post-hegeliana (che spesso è filosofia anti-hegeliana) come ciò che pone rimedio a questa follia idealista. Perché la nostra situazione è identica a quella con cui doveva fare i conti Hegel e, forse, l'unico modo che abbiamo oggi di prevenire la catastrofe, di fermare l'accelerazione capitalistica, animata da un'implacabile pulsione di morte, è ripetere Hegel. Tuttavia, che cosa accadrebbe se per questa via approdassimo a una semplice quanto sconvolgente conclusione? "Se c'è qualcosa anziché il nulla, ciò non avviene perché la realtà ecceda il mero nulla, ma perché la realtà è meno di niente". Contiene le prima due parti: "Il drink prima" e "La cosa stessa: Hegel".
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente