Adam alle prese con una chitarra vintage degli anni sessanta Eve, vampira raffinatissima e cosmopolita John Hurt nei panni del commediografo Christopher Marlowe
Jim Jarmusch ha orecchio.
Certo, per un regista celebre soprattutto in virtù della poesia che riesce a distillare nelle sue inquadrature, quella del gusto musicale non sembrerebbe essere la qualità più evidente o necessaria.
Eppure, sin dai tempi dei suoi folgoranti esordi, Jarmusch ha dimostrato di concepire la musica nei film non come un semplice complemento alle immagini, ma come parte essenziale del fluire della storia e della sua messa in scena.
Il free jazz informale e asimmetrico dei Lounge Lizard in Permanent Vacation e Stranger Than Paradise; l'hip hop oscuro e potente di RZA in Ghost Dog; le chitarre di Neil Young ad accompagnare Johnny Depp/ William Blake in Dead Man...
L’inizio di “Only lovers left alive” è magnifico, per come mette in relazione visione e suono: dietro i titoli di testa vediamo una volta celeste, sideralmente immota, che ad un certo punto comincia a roteare vertiginosamente, fino a che le scie luminose lasciate dalle stelle non diventano i solchi di un quarantacinque giri su un vecchio giradischi.
Le note rimbalzano stereofonicamente da un altoparlante all’altro, come se la musica che stiamo ascoltando fosse “fissata” analogicamente sul supporto sul quale è stata incisa, e dal quale viene riprodotta. La musica gira, insomma, e noi siamo introdotti alla storia che sta per cominciare nel modo più bello, fino a che la sequenza non si assesta e si ferma sui due protagonisti, fissandone posa e lineamenti in due inquadrature speculari, di grande bellezza.
È la storia di due vampiri, decisamente romantici e dotati di un gusto estetico sopraffino, e del loro amore che si riannoda attraverso i secoli, inabissandosi e riemergendo come un carso, di epoca in epoca, di città in città.
E le città nelle quali incontriamo Adam – un dionisiaco rocker dalle tendenze depressive interpretato da Tom Hiddleston – ed Eve – la sua compagna, elegantissima vampira dall’incarnato niveo di Tilda Swinton – sono Detroit e Tangeri.
Fra due location tanto differenti oscilla il pendolo di un film imperfetto ma molto affascinante, che ci immerge in un florilegio di citazioni e rimandi estetici di grande suggestione.
Conosceremo il drammaturgo elisabettiano Christopher Marlowe, coevo di Shakespeare e suo acerrimo rivale (Marlowe ha qui le fattezze intense di John Hurt, eccezionale quando si accende di rabbia per l’Amleto che gli sarebbe stato sottratto dal bardo… quattro secoli prima!); passeggeremo per le strade di una Detroit lunare, abbandonata dall’uomo e popolata dai fantasmi del suo passato di potenza industriale.
E, a proposito: avendo la “Motor Town” un ruolo tutt’altro che secondario nel film, non può non esserci tanto soul di marca Motown, mitica etichetta che sin dal proprio nome omaggiava la Detroit all'apice della sua potenza industriale, negli anni sessanta.
Adam predilige infatti i singoli prodotti in quegli anni magici da Berry Gordy, mentre Eve è più incline ad ascoltare vecchie hit prodotte dalla storica rivale della Motown, la Stax.
Soprattutto, in questo film siamo spettatori di suoni: suonati o immaginati, evocati o esplorati nelle sue mille sfumature, i ronzii elettrici del feedback di grandi amplificatori, i delicatissimi arpeggi di un liuto marocchino, i dischi (rigorosamente su vinile) che i due amanti mettono e tolgono in continuazione da un vecchio giradischi, il film di Jarmusch è anche una celebrazione della fisica dei suoni e un omaggio alla sensualità degli strumenti che li producono: i legni di una vecchia Gibson del 1905, il crine dell’archetto di un violino che Adam fa trillare nella penombra, la ceralacca e il vinile dei trentatré e dei quarantacinque giri… per i feticisti della musica, questo film è una vera manna (… e non entriamo neppure nel capitolo relativo alle chitarre elettriche vintage, che chiederebbero un’intera trattazione a parte).
Ma chi si cela dietro la sigla musicale che sembra evocare il codice fiscale di uno scoiattolo americano (""SQÜRL"" è una contrazione di ""Squirrel"") e che è responsabile della colonna sonora originale del film? Beh, la sorpresa è stata grande quando abbiamo scoperto che il chitarrista misterioso è lo stesso Jarmusch!
Assieme a Jozef Van Wissem, Jarmusch ha sciorinato un bel repertorio di chitarroni d’atmosfera, e le pennate dark che commentano le sequenze più notturne e intense del film sono proprio opera del regista.
Una ragione in più per credere all’intima necessità avvertita da Jarmusch di riaffermare con forza il mito del vampiro - ultimamente fin troppo abusato e svilito sulla carta e sullo schermo - attraverso l'intreccio di due fra i suoi elementi più caratteristici: la notte e le note.
Jim Jarmusch - Solo gli amanti sopravvivono
Tit.or. Only lovers left alive
USA 2013
Interpreti: Tilda Swinton, Tom Hiddleston, John Hurt, Mia Wasikowska
Sceneggiatura: Jim Jarmusch
Produttore: Jeremy Thomas, Reinhard Brundig
Produttore esecutivo: Christos V. Konstantakopoulos, Stacey E. Smith
Casa di produzione: Recorded Picture Company, Pandora Filmproduktion
Distribuzione (Italia): Movies Inspired
Fotografia: Yorick Le Saux
Montaggio: Affonso Gonçalves
Musiche:Jozef van Wissem
Scenografia: Marco Bittner Rosser
Costumi: Bina Daigeler
TUTTI I BRANI DELLA COLONNA SONORA
La colonna sonora originale del film
01. Streets Of Detroit - SQÜRL
02. Funnel Of Love - SQÜRL (featuring Madeline Follin)
03. Sola Gratia (Part 1) - Jozef Van Wissem & SQÜRL
04. The Taste Of Blood - Jozef Van Wissem & SQÜRL
05. Diamond Star - SQÜRL
06. Please Feel Free To Piss In The Garden - SQÜRL
07. Spooky Action At A Distance - SQÜRL
08. Streets Of Tangier - Jozef Van Wissem & SQÜRL
09. In Templum Dei - Jozef Van Wissem (featuring Zola Jesus)
10. Sola Gratia (Part 2) - Jozef Van Wissem & SQÜRL
11. Our Hearts Condemn Us - Jozef Van Wissem
12. Hal - Yasmine Hamdan
13. Only Lovers Left Alive - Jozef Van Wissem & SQÜRL
14. This Is Your Wilderness - Jozef Van Wissem & SQÜRL
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