La tassa globale
""L'amore che passa, la vita che pesa, la morte che calpesta.
Ci sono dolori inevitabili, così è, se vi pare, non c'è niente da fare.
Ma le autorità planetarie aggiungono dolore al dolore, e per giunta ci fanno pagare il favore.
Ogni giorno paghiamo in denaro contante e sonante la tassa sul valore aggiunto.
Ogni giorno paghiamo in disgrazia contante e sonante la tassa sul dolore aggiunto.
Il dolore aggiunto si traveste da fatalità del destino, come se l'angoscia che nasce dalla fugacità della vita e l'angoscia che nasce dalla fugacità del lavoro fossero la stessa cosa.""
Sono infinite le storie da narrare per raccontare il mondo, e quelle piccole sono le più adatte per raccontare la Storia con la maiuscola.
Le “finestre” di Eduardo Galeano si fanno ancora più asciutte: lo scrittore si dice sempre più esigente, le parole vanno selezionate per la loro capacità evocativa e ridotte all’essenziale. “Bisogna lavorare più con la gomma che con il lapis”, e il silenzio è alla fine la migliore comunicazione.
Galeano ha incontrato il pubblico a settembre all’ultimo festival della letteratura di Mantova: lì ha presentato in anteprima il suo ultimo lavoro e ne ha dato alcune chiavi interpretative.
“Specchi” è un omaggio alla diversità umana, è il tentativo di dare la parola a chi non trova posto nella Storia ufficiale; così facendo, Galeano propone una lettura ribaltata della Storia. “Marx non aveva torto dicendo che nella storia come in natura la fonte della vita viene dalla muffa, da ciò che imputridisce ”.
Nelle sue finestre, ci parla dell’Africa, origine della vita umana da cui tutti noi veniamo: “siamo tutti africani immigrati; ma noi sappiamo dell’Africa solo ciò che ci ha insegnato il prof. Tarzan”.
Ci parla di Gesù, del suo asino, di San Francesco; ci parla del Diavolo, che oggi è musulmano, è ebreo, è nero, è donna, è povero, è straniero, è omosessuale, è gitano .
Ci parla della fondazione storica della bellezza, della fondazione scientifica del razzismo, della fondazione di Babbo Natale, dell’Inferno, dello zucchero, delle processioni, del linguaggio e delle agenzie di stampa; di tanti altri piccoli e grandi eventi storici riletti con gli occhi rispettosi delle differenze e delle contraddizioni di cui da sempre si nutre il mondo.
Ci parla di noi oggi, del Nord del mondo imprigionato nelle sue certezze e nelle sue paure, alimentate puntualmente dai media; il Nord allenato a disprezzare il Sud e che risolve i suoi dubbi stabilendo che “è la realtà che si sta sbagliando, perché i media non sbagliano mai”.
Ci parla della furia consumistica che divora il mondo: “cerchiamo di capire cosa preferiscono le automobili, se la benzina, il mais o la soia, in un mondo nel quale dieci bambini ogni minuto muoiono per fame o per malattie curabili e gli USA spendono 10 milioni di dollari al minuto per uccidere iracheni; l’importante invece è che non sia l’auto a condurci, il computer a programmare la nostra vita e il supermercato a comprarci ”.
Alcune ""Finestre""
Ricercato
Si chiama Gesù.
Lo chiamano Messia.
Non ha lavoro né residenza.
Dice di essere figli odi Dio, e dice anche di essere sceso dal Cielo per incendiare il mondo.
Fuorilegge del deserto, mette scompiglio nei paesi.
Lo seguono banditi, malfattori, malviventi.
Promette il Paradiso ai miserabili, agli schiavi, ai pazzi, agli ubriachi e alle prostitute.
Inganna il popolino guarendo i lebbrosi, moltiplicando i pani e i pesci e facendo altre magie e incantamenti.
Non rispetta l'autorità romana né la tradizione ebrea.
Ha vissuto sempre al di fuori della legge.
Sono trentatrè anni che fugge dalla condanna a morte che ricevette alla nascita.
La croce lo attende.
Il Sud
Le cartine arabe segnavano il Sud ancora in alto e il Nord in basso, ma già nel tredicesimo secolo l'Europa aveva ristabilito l'ordine naturale dell'universo.
Secondo le regole di quell'ordine, dettato da Dio, il Nord era in alto e il Sud in basso.
Il mondo era un corpo. A Nord c'era la faccia, pulita, che guardava il cielo. A Sud c'erano le parti basse, sporche, dove andavano a finire le immondizie e gli esseri oscuri, chiamate antipodi, che erano l'immagine invertita dei luminosi abitanti del Nord.
Nel Sud i fiumi scorrevano alla rovescia, l'estate era fredda, il giorno era notte e il Diavolo era Dio. Il cielo, nero, era vuoto. Le stelle erano fuggite verso Nord.
Il padre assente
La Dichiarazione d'Indipendenza affermò che tutti gli uomini sono creati uguali.
Poco dopo, la prima Costituzione nazionale degli Stati Uniti chiarì il concetto: stabilì che ogni schiavo equivaleva ai tre quinti di una persona.
Invano si oppose il redattore della Costituzione, Gouverneur Morris. Poco prima, lui aveva tentato, invano, di far sì che lo Stato di New York abolisse la schiavitù, e aveva ottenuto almeno la promessa costituzionale che in futuro ""ogni persona che respirerà l'aria di questo Stato godrà i privilegi di un uomo libero"".
MOrris, che aveva avuto così tanta importanza quando fu l'ora di dare un volto e un'anima agli Stati Uniti, fu uno dei padri fondatori che la storia dimenticò.
Nell'anno 2006, il giornalista spagnolo Vicente Romero cercò la sua tomba. La trovò dietro una chiesa, a sud del Bronx. La lapide, cancellata dalle piogge e dal sole, serviva da appoggio a due grandi cassonetti d'immondizia.
Modifica del nome
Imparò a leggere leggendo i numero. giocare con i numeri era ciò che più la divertiva e di notte sognava Archimede.
Il padre proibiva: «Non sono cose da donne», diceva.
Quando la rivoluzione francese fondò il Politecnico, Sophie Germain aveva diciotto anni. Volle entrare. Le chiusero le porte in faccia: «Non sono cose da donne», dissero.
Per conto suo, da sola, studiò, ricercò, inventò.
Mandava i suoi lavori, per posta, al professor Lagrange. Sophie si firmava Monsieur Antoine-August Le Blanc, e così evitava che l'illustre maestro rispondesse: «Non sono cose da donne».
Si scrivevano da dieci anni, da matematico a matematico, quando il professore seppe che lui era lei.
D'allora in poi, Sophie fu l'unica donna accettata nell'Olimpo maschile della scienza europea: nelle matematiche, approfondendo teoremi, e poi nella fisica, dove rivoluzionò lo studio delle superfici elastiche.
Un secolo dopo, i suoi contributi concorsero a rendere possibile, fra l'altro, la Tour Eiffel.
La torre porta incisi i nomi di vari scienziati.
Sophie non c'è.
Sul suo certificato di morte, del 1831, figurò come benestante, non come scienziata: «Non sono cose da donne», disse il funzionario.
© Sperling & Kupfer
Eduardo Galeano - Specchi. Una storia quasi universale
Titolo originale: Espejos. Una historia casi universal
Traduzione di Marcella Trambaioli
384 pag., 18,50 € - Sperling & Kupfer (Continente desaparecido)
ISBN 978-88-200-4606-4L'autore
25 novembre 2008 | Di Massimo Gentili |
Gli specchi di Galeano, proprio come quello di Alice tornata dal Paese delle Meraviglie, sono capaci di mostrarci non solo il mondo alla rovescia, ma proprio tutto un altro mondo. Dalle guerre romane a Cristoforo Colombo, dalla "fondazione" del machismo all'invenzione della democrazia, questo racconto offre una ricostruzione della storia dell'umanità impossibile da trovare nei libri o sui giornali, dove di solito si legge la versione dei vincitori.
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