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Una mutevole verità di Gianrico Carofiglio

""Sembrava ci fosse tutto. Eppure, nelle pieghe dei verbali, si nasconde spesso qualcosa. Qualcosa che è stato detto ma non è stato notato. O qualcosa che poteva essere detto e non lo è stato. Perché chi parlava ha dimenticato, non ha dato importanza a un dettaglio o semplicemente non ha ricevuto la domanda giusta.""

«Questa è la cosa più vicina a un poliziesco classico che abbia mai scritto». Carofiglio parla in questi termini a proposito di Una mutevole verità, il suo libro pubblicato con Einaudi. E in effetti questa è la prima grande sorpresa in cui si imbatte il lettore che di Carofiglio si era fatto sostanzialmente l’immagine di uno scrittore di noir. Forse è il cambio di editore a stimolarlo in una direzione leggermente diversa? Si era già affacciato in casa Einaudi con un libro scritto a 3 mani con Carlotto e De Cataldo, Cocaina, ma questa è la prima volta che l'autore (tradizionalmente pubblicato da Sellerio e poi Rizzoli) presenta un suo romanzo con la casa editrice torinese.
Tanti sono gli aspetti che fanno propendere questo breve romanzo verso il poliziesco, inserendolo così nella tradizione classica di Sciascia e Scerbanenco, o a guardar più vicino, di Camilleri e Lucarelli.
Ci lasciamo alle spalle l’avvocato Guido Guerrieri, a cui però Carofiglio sembra essere ancora legato (lo dimostra la presenza di un suo cameo nel libro) e conosciamo un nuovo malinconico personaggio: il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, un piemontese trapiantato a Bari (un omaggio al nuovo editore...?).

Non è la prima volta che incontriamo un carabiniere come protagonista dei romanzi di Carofiglio, già ne Il silenzio dell’onda c’era un maresciallo italo messicano, ma questa volta la scelta del personaggio non è casuale visto che siamo nel Bicentenario dei Carabinieri e l’edizione del libro è stata realizzata in collaborazione con l’Ente editoriale dell’Arma.

L’ambientazione resta la stessa di tutti gli altri romanzi: la Bari tanto cara allo scrittore.
Siamo alla fine degli anni Ottanta e Fenoglio si trova ad indagare su un omicidio dove tutto sembra chiaro sin dall’inizio e la soluzione pronta ad arrivare.
Un uomo, dal trascorso torbido, viene ritrovato morto nella sua abitazione, colpito alla gola con un coltello. C’è un testimone chiave: un’anziana vicina che ha visto un ragazzo correre via dall’appartamento della vittima e buttare qualcosa nel cassonetto della spazzatura per poi allontanarsi, in tutta fretta, in macchina.
Il maresciallo fruga nella spazzatura e trova l’arma del delitto, a questo punto con le impronte digitali e la testimonianza della vicina l'indagine volge al termine: gli indizi portano a Nicola Fornelli, un giovane della zona, un ragazzo di buona famiglia. Tutto liscio. Caso chiuso.

Bari
Ogni cosa è chiara
, non fosse che al principale sospettato manchi qualsiasi movente per commettere il delitto. È un’indagine troppo facile per essere vera, Fenoglio sa che qualcosa non quadra, ed è deciso ad andare fino in fondo. Perché un buon investigatore non può sottrarsi alla ricerca della verità, anche se sarebbe meno faticoso accontentarsi della spiegazione più semplice.
Il maresciallo intuisce un’incoerenza, un elemento dissonante.
La dote dello sbirro è proprio questa: andare alla ricerca delle discontinuità, delle note discordanti. Fenoglio percepisce quello che agli altri sfugge, le presenze o le assenze, come accade nel suo racconto preferito di Sherlock Holmes, Silver Blaze.
Sarà proprio la ricerca costante dell’elemento discontinuo che consentirà a Fenoglio di affrontare un’indagine già incanalata nel suo binario e dimostrare quanto mutevole sia la verità.
Questo nuovo investigatore, malinconico e misericordioso al punto da ricordare Jules Maigret, rispecchia quelle che per l’autore sono le migliori caratteristiche di un detective: la capacità di dubitare e di non affezionarsi alla prima tesi; il senso dell’umorismo; il saper guardare le cose da un punto di vista diverso.
Fenoglio incarna alla perfezione tutti questi aspetti, ma è anche uno che non dà giudizi morali sull’umanità ed è cosciente che siamo tutti fragili. Un personaggio a tutto tondo vero e indimenticabile di cui speriamo di sentir ancora parlare.

Recensione di Annarita

Gianrico Carofiglio - Una mutevole verità
118 pag., 12,00 € - Edizioni Einaudi 2014 (Sitle Libero BIG)
ISBN 978-88-06-22052-5


Una mutevole verità
Una mutevole verità Di Gianrico Carofiglio;

Un buon investigatore deve essere capace di costruire una storia, immaginare che cosa è successo prima e dopo il crimine, come in un romanzo. Poi, costruita la storia, deve andare in cerca di ciò che la conferma e la contraddice. Così pensa il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, piemontese trapiantato a Bari, che si trova a indagare su un omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin dall'inizio. Non fosse che al principale sospettato, su cui si concentra ogni indizio, mancava qualsiasi movente per commettere il delitto.

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