Einaudi ripropone il romanzo che, pubblicato a puntate nel 1957, in Giappone ebbe un successo tale che ""vacillare"" divenne sinonimo di ""cedere alla tentazione dell'adulterio"".
“Setzuko era diversa. Per sentirsi veramente viva aveva bisogno di qualcosa simile a una poesia. Una poesia squisitamente erotica. Un concetto il più vicino possibile a una sensazione carnale. Non, come accade agli uomini, un’idea che si trasforma in sensazione carnale, bensì una sensazione carnale che si trasforma in idea, che prende a rifulgere come un gioiello di carne...”
L'erotismo intellettuale
Mishima Yukio mette a nudo davanti agli occhi di Setzuko, la protagonista, delle realtà universalmente valide, che riguardano principalmente l’innegabile differenza tra la concezione dell’amore delle donne e quella degli uomini; dipinge questi ultimi come sostanzialmente incapaci di abbandonarsi all’affetto con lo stesso impeto delle donne, facendoli dunque apparire deludenti quando si tratta di comprendere l’illimitatezza di un’emozione.
Dopo ventotto anni di vita caratterizzata da una morale ineccepibile, dopo un matrimonio d’interesse con un uomo assente e dopo aver messo al mondo un figlio che ogni sera bacia sulla fronte, Setzuko si rende conto che la sua virtù comincia, appunto, a vacillare. Indifesa davanti alle contraddizioni del suo stesso animo, si fa travolgere dagli eventi, in particolare dalla passione per Tsuchiya, ritornata a galla dopo nove anni. Setzuko vede in lui una scappatoia dalla gabbia dell’etica, da una vita di privazioni e soprattutto dalla frustrazione di un marito distante. Si abbandona con Tsuchiya a un erotismo anarchico, donando a questa passione febbrile anche amore e devozione, sentimenti non degnamente ricambiati.
Setzuko è portavoce di tutte quelle donne che, deluse, cadono vittime di una sofferenza spietata. Al centro di questa sofferenza trova sicuramente spazio la loro paura a esprimere apertamente a parole i propri sentimenti. Yukio è maestro nel descrivere la solitudine cieca e sorda della protagonista: “Setzuko viveva in un mondo senza echi. Un mondo da cui, per quanto piangesse, urlasse, o chiamasse, non giungeva risposta. La sua voce si allontanava, si affievoliva, dileguava senza che a lei tornasse alcuna eco. Così cadeva nuovamente preda dell’inquietudine, singhiozzava, urlava, implorava. Ma presto la sua voce si sarebbe affievolita, sino a non poter più emettere alcun suono”.
Possiamo dirlo, Una virtù vacillante sembra scritto da una donna.
Mishima Yukio esplora l’animo femminile con incredibile lucidità e disarmante precisione. Servendosi di pochi dialoghi e di una prosa limpida, ci fa da guida in questo viaggio tra le sensibili, multisfaccettate e sicuramente contraddittorie concezioni femminili dell’amore e dell’erotismo. Ma non solo. Yukio crea un quadro completo delle più forti passioni umane, tratta dell’amicizia, della maternità, della saggezza, della morte. Inoltre, inserisce in questa storia un tema che sicuramente è da annoverare tra gli impulsi umani più significativi e autentici: quello del sacrificio come atto sublime.L'autore
19 maggio 2009 | Di Silvia Casati |
La chiave di lettura di questo testo va ricercata nella fulminante descrizione iniziale della protagonista: "La signora Setsuko Kurakoshi, benché avesse soltanto ventott'anni, era dotata di un'innata sensualità". Yukio Mishima, che provava per le donne un sentimento ambiguo, fatto di orrore e di curiosità, e una sorta di attrazione, mista a disgusto, verso la loro misteriosa carnalità, analizza Setsuko con la spietatezza di un entomologo. Ne scandaglia l'animo, ne esplora il corpo, ne esamina il comportamento, creando il ritratto vivido e affascinante, a valenza universale, di una giovane borghese che, tediata dalla monotonia del matrimonio, si abbandona all'amore per un giovane, trasgredendo ogni regola e rinascendo nell'anarchia dell'eros, fino alla catarsi finale. Mishima analizza e descrive il nucleo segreto dell'universo della sua eroina: il conflitto tra istinto ed etica, tra sentimento e razionalità, il misterioso, indomabile anelito a un amore travolgente, totale, eterno, in cui romanticismo e voluttà siano armoniosamente fusi, e la conseguente intima repulsione per il matrimonio e la maternità, imposti dalla società maschile per incanalare, disperdere, ottundere quegli istinti, quelle energie, quelle fantasie, tipicamente femminili, che potrebbero minacciarla. Setsuko osa infrangere regole e abitudini, si ribella alla vita mummificata che sin lì ha condotto, assapora l'impeto e la sofferenza della passione, ma infine scopre l'ineluttabile verità...
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