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Venuto al mondo. Castellitto racconta la tragedia di Sarajevo con il volto di Penelope Cruz

""Ogni notte Sarajevo muore. La notte è il coperchio che si chiude. I superstiti sono formiche che hanno seguito il destino della città per ostinata affezione e sono rimaste murate nella bara.
Di notte resta solo il vento, che cala dalle montagne e si aggira come uno spirito inquieto in questa bocca sdentata.”
Margaret Mazzantini - Venuto al mondo

  • Venuto al mondo: Eduardo Cruz firma una colonna sonora poco originale

La sfida di Castellitto non è semplice: trasporre nei tempi cinematografici un romanzo dalla trama complessa che fino all’ultima pagina, come avviene nella vita, sembra cambiare direzione e prendersi gioco dei destini degli uomini.


Il romanzo è quello scritto dalla moglie, Margaret Mazzantini, e pubblicato nel 2008: Venuto al mondo. Più di 12.000 i morti durante l’assedio, più di 50.000 i feriti, l'85% dei quali civili. Questo è il drammatico bilancio della tragedia di Sarajevo, avvenuta a pochi chilometri dalle nostre coste, ma che abbiamo volutamente rimosso e rapidamente dimenticato. In questa realtà si sviluppa una normale storia d'amore, resa però diversa sia dal contesto storico che dal dramma più personale di non poter avere figli.





RIASSUNTO - TRAMA - PERSONAGGI

Studentessa, approdata a Sarajevo per una tesi su Ivo Andric - scrittore e vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1961 -, Gemma ha come guida Gojko, un poeta che in realtà fa un po’ di tutto, interprete, commerciante di piccole cose, autista… Mentre sta rientrando a Roma per sposarsi, Gemma conosce un fotografo genovese, Diego, un po' strampalato, indifeso e solare. L’incontro turba entrambi e così in Italia inizia tra loro, dopo varie vicissitudini, una storia d’amore intensa, un legame appassionato a cui però manca qualcosa: un figlio.


Emile Hirsch - Diego e Penélope Cruz - Gemma

Gravidanze interrotte, frustrazione dolorosa, e incapacità di accettare la sterilità: Gemma vuole a tutti i costi diventare madre. Cerca così una soluzione alternativa, non legale, che riporta la coppia a Sarajevo. Là sarà la guerra a cambiare i destini, i loro come quelli di un numero infinito di esseri umani. E il figlio - Pietro - verrà, ma da un'altra donna. 


Emile Hirsch - Diego e Penélope Cruz - Gemma

Gemma, dopo molti anni di assenza torna a Sarajevo, portando con sé il figlio Pietro. L'occasione è l'invito che le ha fatto Gojko per una mostra fotografica sulla guerra.
Ma il film non procede in modo lineare a raccontare il passato, anzi la narrazione di ciò che è accaduto, si intreccia con Gemma e Pietro oggi nella città bosniaca, con le tracce della guerra ancora visibili sui muri e sui visi delle persone, gli immensi cimiteri con date di nascita diverse e quelle di morte tutte uguali. 


Pietro Castellitto - Pietro

Gemma è sempre presente e attenta alle reazioni del figlio e nello stesso tempo è ancora là, in quei giorni terribili, in quell’orrore, in quella paura, nella sua straziante vicenda che, dentro al grande dolore della città, ne è parte e se ne disperde.


LA CRITICA

Il quarto film come regista di Sergio Castellitto è così complesso sul piano della scrittura che potremmo definirlo un film matrioska. Perché racchiude, una dentro l'altra, storie diverse ma aderenti a un'unica forma di base.
C'è una storia di scoperta di un mondo ignoto (Gemma con Gojko).
C'è l'amore sostenuto da una passione travolgente (Gemma e Diego).
C'è il dramma della sterilità.
C'è una guerra che devasta le coscienze... e potremmo continuare.



Il regista Castellitto sa come gestire questo coacervo di sentimenti e pulsioni irrazionali.
Lo sceneggiatore Castellitto (insieme all'autrice del libro nonché consorte Margaret Mazzantini) meno.
Perché a situazioni di grande forza espressiva se ne giustappongono altre che, se hanno una loro logica e forza sulle pagine di un romanzo, le diluiscono in retorica una volta portate sullo schermo.

Ci vorrebbe Buster Keaton per raccontare certe storie si dice nel film e l'icona del grande attore/regista viene anche direttamente evocata. Castellitto da questo punto di vista raggiunge l'obiettivo che sembra essersi prefisso: raccontare una storia di grandi passioni e grande crudeltà a ciglio asciutto senza voler spingere sul pedale della commozione gratuita.
Si lascia però indurre in tentazione non solo, come si è detto, dalla pagina scritta ma anche da un amore paterno in questa occasione mal riposto. Perché Pietro Castellitto (suo figlio) è un bravo attore che sa dare una buona dose di naturalezza al suo personaggio. Però inserito in un film in cui suo padre si ritaglia il ruolo del genitore adottivo gli assomiglia fisiognomicamente troppo finendo per risultare fuori posto in una vicenda in cui paternità e maternità sono così determinanti.
Non basta far dire a Giuliano ""I figli maschi assomigliano sempre alle madri"" per risolvere la questione. In questo caso non è andata così.
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Cast artistico

Emile Hirsch - Diego
Penélope Cruz - Gemma
Adnan Haskovic - Gojco
Pietro Castellitto - Pietro
Jane Birkin
Mira Furlan
Sanja Vejnovic
Sergio Castellitto


Cast tecnico

Regia di Sergio Castellitto
Sceneggiatura di Sergio Castellitto, Margaret Mazzantini
Scenografie di Francesco Frigeri
Costumi di Sonoo Mishra



06 novembre 2012 Di G.M.

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