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Il bianco di chi

A guardarne la copertina, che con il suo bianco cattura e impressiona, ci si chiede che tipo di libro sia quello di cui stiamo per parlare: già solo per questo colpisce nel segno e te lo ritrovi tra le mani senza sapere come e perché! Un attimo dopo, in quello stesso bianco, evocato anche dal titolo e in cui lo sguardo vaga, i becchi di tre anatre pretendono di essere seguiti con gli occhi e conducono dentro il mistero che esso racchiude, finché anche il lettore, adulto o bambino che sia, non si ritrova coprotagonista!
A dispetto di quel che appare, Il bianco di chi di Mauro Bellei, come tutti i libri dell’innovativa e coraggiosa casa editrice Occhiolino, è un libro in tutto e per tutto interattivo. Si gusta un poco per volta, proprio come un’opera d’arte, nel tentativo di capire cosa si nasconda dietro quel che incontreremo e che inizialmente appare quasi incomprensibile.

Il bianco di chi. Ediz. a colori

Un bestiario di animali bianchi nasce dall'impertinenza di un grosso gallo che accende un battibecco planetario. Da alcuni particolari non bianchi indoviniamo quali animali entrano in gioco e, mescolandoli tra loro, possiamo inventare nuove storie. Giocare con il bianco vuol dire palleggiare con la leggerezza. Età di lettura: da 6 anni.

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Illustrazione tratta dal libro "Il bianco di chi", di Mauro Bellei, Occhiolino, 2022

L’intreccio tra lettura e osservazione – cifra distintiva di ogni loro titolo – favorisce moltissimo la possibilità che l’immaginare, il fare e il raccontare del lettore di ogni età, si intersechino tra di loro, mettendo al centro l’invito all’osservazione sin da subito (non per caso la collana a cui appartiene si chiama Falchetti). L’autore fa presto a entrare in contatto con noi che leggiamo perché, con un agile stampatello, ci racconta in prima persona come e da dove nasce l’idea di questo libro. Dopo averci fatto immaginare il paesaggio innevato che lo ha conquistato, ci invita a giocare con l’inventiva fornendoci pochi altri elementi, per poi condurci con maestria alla pagina successiva, dove ci affida la sua storia tra le mani, come se dovessimo essere noi a doverla finire o iniziare. Sono le uniche parole che incontreremo!

Illustrazione tratta dal libro "Il bianco di chi", di Mauro Bellei, Occhiolino, 2022

Man mano che si sfogliano le pagine, la vicenda, ambientata nello spazio apparentemente vuoto del foglio bianco, si anima solo di qualche particolare colorato che ci pone delle domande, e se da una parte sviluppa comunque la narrazione, dall’altra ci lascia libertà piena perché questa diventi personalizzata e unica, fino a farci atterrare nelle ultime pagine in una fase laboratoriale in cui la fantasia potrà avere libero sfogo in diverse forme. Solo arrivando alla fine del libro scopriremo infatti che esistono delle PagineNascoste (cifra comune a tutta la collana): pagine ad ante che sfuggono a una prima vista ma, una volta aperte, diventano il doppio e si trasformano in un percorso di approfondimento ricco di curiosità e stimoli, utile soprattutto all’adulto che accompagnerà il bambino nella scoperta della propria fantasia, proponendo attività varie intorno al tema dell’albo e avrà modo di ragionare sulla propria idea di creatività.

Illustrazione tratta dal libro "Il bianco di chi", di Mauro Bellei, Occhiolino, 2022

Ma cosa rappresenta tutto questo bianco che avvolge le illustrazioni e pare ci nuotino dentro? Che senso ha? Il bianco di chi è? Ecco che proprio alla fine scopriamo così che esiste la teoria del bianco: quel bianco è luce, è insieme di colori, è libertà, rappresenta uno spazio in cui tutto diventa possibile per chi sfoglia le pagine! Partendo da un singolo dettaglio reale stagliato sul foglio bianco, sia esso un occhio, una testa o una cresta, tanti animali e i loro caratteri prenderanno vita, o grazie a una matita che potrebbe completarli sulla pagina stessa, o nella testa!  L’immaginazione è così in grado di viaggiare e progettare a seconda dello spazio e della scena che ognuno vorrà costruire intorno a questi curiosi particolari… dipende tutto da chi legge! A questo punto succede che ci si può esprimere come si vuole, interpretando e ripensando la realtà animalesca, dando vita ogni volta a una storia diversa, con protagonisti dalle varie fattezze!
Ma quindi la storia cosa racconta, vi chiederete… di creste, di becchi, di sguardi e del bianco di chi sguazza tra queste pagine tutte da scoprire, gustare e ripensare ogni volta!

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Architetto bolognese, ha sviluppato un approccio mirato alla trasformazione attiva di oggetti e architetture: un modo per dare loro “vita” e farli interagire con chi li usa. Ogni suo lavoro, nelle diverse discipline che ha attraversato, può essere letto come un gioco. Unisce alla professione di architetto una grande passione per l’editoria, la cui pratica, dall’autoproduzione all’editoria industriale, passa attraverso l’esperienza del libro d’artista. Il suo lavoro progettuale, nato da collaborazioni teatrali, si è sviluppato intrecciando allestimenti scenografici con opere di design e architettura. Oltre a Mille case per mille storie (2019), con Fatatrac ha pubblicato: Zoo di segni (2011), Orto in figure (2012), Sassi animati (2014), L’abc messo in gioco (2014), ABC dei sassi (2015), Storiellinee (2016) e La linea che unisce (2011).

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