In queste righe di Il dolore crea l'inverno di Porru c’erano tutti gli elementi che stavo aspettando da un po’ di tempo; la neve, il freddo (sì, anche il freddo, con un po’ di applicazione, si può disegnare), la disperazione, la solitudine, la paura.
Tempo fa volevo adattare, molto liberamente, la favola di Andersen, Sneemanden - uomo di neve, appunto - proprio con l’idea di mettere in scena queste atmosfere, a me care per qualche motivo sconosciuto visto che mal sopporto il gelo, l’inverno e cose affini.
Sneemanden alla fine non si è mai materializzato sui miei fogli ma, anni dopo, è arrivato questo bel romanzo di Porru, giovanissimo, bontà sua, a risvegliare antichi desideri.
E mi ha fatto tornare in mente una frase, che avevo scarabocchiato tempo fa: “Sarà per questo che ai bambini piace tanto la neve. Perché è come un foglio bianco che nasconde allo sguardo il conosciuto e lascia libero sfogo all’immaginazione”.
Anche agli scrittori e ai disegnatori, aggiungi ora.
Paolo Castaldi
Intorno c'è solo neve. E bianco. La neve copre le cose, le case, le persone. Anzi, alle persone la neve cade dentro e il freddo le circonda ma, soprattutto, si diffonde nelle ossa, negli occhi e nei pensieri. Elia Legasov è nato in un paese circondato dal bianco, e da lì non è mai andato via. Il suo lavoro è spalare la neve, liberare strade su cui nessuno camminerà. La neve è sua amica, fino a quando non lo tradisce. Finché non fa emergere qualcosa dalle sue profondità.
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