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Amor costante di Manuel Vilas

Irene e Marcelo, Marcelo e Irene. Due persone che si fondono in un unico essere fatto di carne e piacere. La parola chiave di tutto il romanzo non è Amore, infatti, ma decisamente piacere, un elemento che dopo tanti anni di relazione di solito viene meno, e che invece continua a infuocare il matrimonio di Irene e Marcelo dopo più di venti anni. La loro storia è totalizzante, esclusiva, passionale, non c’è posto per altro, non c’è spazio per nessuno, due angeli che sono guardati costantemente da un dio, benedetti da un amore che supera la morte, come quello di cui parla Quevedo nel suo sonetto.

Loro non sanno di avere tutta la vita davanti, pensò Irene. Si sa quando non la si ha più e allora ti infuri, ti angosci e non serve a nulla, e a me e Marce questo non è successo, perché succede soltanto se non sei innamorato, è così, e hai bisogno della gente, perché è la gente che finisce per dirti che non hai più la vita davanti, perché come puoi sapere che non hai tutta la vita davanti se non te lo dice la gente

Amor costante
Amor costante Di Manuel Vilas;

«Irene non si era mai sentita tanto elettrizzata come in quegli ultimi giorni. Aveva da poco compiuto cinquant'anni, aveva firmato un patto molto vantaggioso con il proprio corpo e aveva avvistato all'orizzonte del suo spirito una nuova frontiera, un nuovo paese in cui viaggiare con tanto entusiasmo quanta rabbia.»

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Cosa succede quando Marcelo muore per cancro? Se il loro amore è così grande da superare le difficoltà nate durante il progredire della malattia, non può comunque niente di fronte alla morte. Quando Marcelo scompare, Irene parte alla ricerca di quello che sono stati, sulle orme di alberghi e luoghi visitati in precedenza insieme. A ogni tappa un uomo o una donna cadranno conquistati da Irene, aiutata dalla casualità, oltre che la bellezza, che accompagna chi è così cieca di felicità, posseduta dalla determinazione alla vita che il ricordo di Marcelo le infonde ancora da lontano.

Ogni conquista è però un tramite per Irene, una scala che nel momento dell’orgasmo le permette di rivedere anche solo per un momento il suo Marcelo. Questo viaggio quindi non è solo un memoir della loro relazione, piuttosto è un cammino che serve a Irene per scoprire sé stessa viva, ancora capace di provare il piacere che deriva da un bicchiere di champagne, da una terrazza con vista Mediterraneo o da un orologio Santos di Cartier.

Lo stile introspettivo ci introduce nei pensieri e nella carne della protagonista, dove onnipresente risuona Amor costante, al di là della morte di F. G de Quevedo, il ritornello della vita passata insieme di Irene e Marcelo, nonché “il sonetto più celebre della lingua spagnola” che dà titolo al romanzo. La narrazione, fin dall’inizio spezzata, in linea con i moti interiori della protagonista, sembra crescere verso un climax man mano che la storia procede, un punto di svolta nella narrazione che stravolge il senso di tutto quello che il lettore potrà incontrare prima.

Manuel Vilas è molto bravo nel nascondere fino all’ultimo questo nodo in grado di sconvolgere il senso del romanzo: scopriamo allora una seconda parola chiave che è autoinganno, quello che permea Irene e la sua vita, che ciclicamente la porta a rivivere nella sua testa e nei suoi passi le storie stravolte dei suoi amori. Amor costante non parla davvero di una storia d’amore, parla in realtà di una donna forte che fa di tutto per scappare dalla mediocrità e rifuggire dall’unico colpevole che abbia avuto un ruolo così importante nella sua vita e nelle sue relazioni, il caso.

Sei la persona più intelligente che conosco. Una donna unica. Una ragazzina filosofa e coraggiosa. Non ti piace la normalità, la odi. Perché la normalità ti fa impazzire, è un ottimo paradosso. […] È stato un filosofo medievale a parlare dell’amore per l’amore. È questo che succede a te, e l’amore per l’amore, in realtà, come ha detto Freud, è l’amore per sé stessi, però in quel sé stessi c’è tutto il mondo.

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È poeta e narratore, e collabora regolarmente con varie testate giornalistiche. Ha pubblicato raccolte di poesie e romanzi, tra cui España, indicato dalla rivista Quimera come uno dei dieci romanzi in lingua spagnola più importanti del primo decennio del secolo. La sua opera è presente nelle principali antologie spagnole di poesia e narrativa. In tutto c'è stata bellezza (Guanda 2019) è il suo primo libro pubblicato in Italia ed è in corso di traduzione in numerosi Paesi dopo aver riscosso grande successo in Spagna, con dodici edizioni in un anno. El País e El Mundo lo hanno eletto miglior libro del 2018. Altre sue pubblicazioni:La gioia, all'improvviso (Guanda, 2020), Amor. Testo originale a fronte (Guanda, 2021) e I baci (Guanda, 2021).

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