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È colpa mia? di Mercedes Ron

Un amore proibito agli occhi di tutti. Quando però gli occhi color miele di Noah, incontrano quelli azzurro cielo di Nick, ciò che ne risulta è una passione impossibile da ignorare.

Gli amori dei ragazzi si sa, non sono mai semplici. Sono un mix di passione, gelosia, tenerezza, incomprensioni… Senza ombra di dubbio sono indimenticabili. È però in grado, l’amore giovanile, di rendere le ferite del passato meno dolorose? Può far venire voglia di diventare una persona migliore per il bene dell’altro? Può far superare le proprie paure?

È colpa mia? Ediz. film tie-in

Una storia d'amore frenetica e pericolosa, con colpi di scena da brivido e personaggi folli e passionali capaci di farci sentire, pagina dopo pagina, cosa significa essere perdutamente innamorati.

In un certo modo ci eravamo scambiati i ruoli. Lei era apparsa un giorno e mi aveva tirato fuori da quel buco nero in cui mi ero andato a cacciare, ma nel farlo aveva finito per prendere il mio posto

Colpa mia, primo della trilogia Colpevoli, della giovane scrittrice argentina Mercedes Ron, ha tutte le carte in regola per essere definito, utilizzando il linguaggio dei “booktoker”, un enemies to lovers, con tratti di forbidden love e forced proximity. Come accade sempre più spesso, l’autrice comincia a muovere i primi passi su un social network letterario, noto soprattutto ai giovani lettori, che porta il nome di Wattpad, dove attualmente il suo profilo conta più di 621 mila followers.

È sempre su Wattpad che Colpa Mia comincia ad attirare un gran numero di lettori, fino a catturare l’attenzione della Penguin Random House, ma è stato il passaparola su Tik Tok a consacrarlo successo editoriale. Non stupisce, sulla base di tutto ciò, che Amazon Prime ne abbia comprato i diritti per farlo arrivare sul piccolo schermo.

Senza ombra di dubbio è un libro corposo, ma al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare dalle sue 528 pagine, la storia procede spedita anche grazie all’espediente narrativo del doppio punto di vista, tramite cui il lettore assume, capitolo dopo capitolo, le vesti di Noah, 17 anni, con un passato difficile alle spalle, e quelle di Nick Leister, 21 anni, all’apparenza un ragazzo perfetto, che nasconde però una seconda vita fatta di alcol e corse clandestine. Benzina lei, fuoco lui.

Lui è tutto ciò da cui una ragazza con il passato di Noah dovrebbe fuggire, ma è difficile farlo quando, in seguito al matrimonio tra sua madre e William Leister, padre di Nick, sarà costretta a lasciare il freddo Canada, e tutti i suoi affetti, per trasferirsi in California, nell’immensa villa dei Leister, per iniziare una convivenza forzata con la sua nuova famiglia acquisita. Quanto tempo passerà prima che il fuoco divampi? Basteranno una cabina armadio piena di vestiti firmati, una villa a picco sul mare e delle nuove amicizie per cancellare tutta quella che era stata la vita di Noah prima di conoscere Nick?

Nicholas Leister rappresentava esattamente tutto quello che detestavo in una persona: era violento, pericoloso, bugiardo, minaccioso… Tutte caratteristiche che mi facevano correre a gambe levate nella direzione opposta alla sua

Come è facilmente intuibile anche dal titolo, la colpa potrebbe quasi considerarsi un terzo protagonista. È un elemento che pervade ogni pagina così come le vite di Noah e Nick. Esiste un passato per ogni uomo, un passato che ha forgiato il proprio essere e la propria maniera di affrontare la vita con tutti gli eventi che ne conseguono. Spesso, si tratta di un passato fatto di amore, comprensione, serenità e protezione. Purtroppo però, per alcuni, la vita è tutt’altro che una fiaba. Ci si ritrova così a fare i conti con una violenza di cui non si hanno colpe o con un abbandono che non si è scelto.

Le conseguenze, possono essere visibili, ma anche invisibili. Lo sa bene Noah, che si ritrova a fare i conti con le sue fobie, ma lo sa anche Nick, che nonostante quello che ci si potrebbe aspettare da un ragazzo che ha una vita all’apparenza “perfetta” e fortunata, si rifugia negli eccessi e nella sregolatezza.

[…] Le avevo mentito su tutto: era stata colpa mia. Era colpa mia se si stava autodistruggendo

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