La green influencer Elisa Nicoli ci propone consigli di lettura sui temi ambiente, rifiuti, consumi, riduzione impatto ambientale e sociale.
Appassionati di camminate o semplici amatori?
La nostra green influencer ci ricorda quanto camminare nella natura, soprattutto per più giorni, sia fondamentale. Entriamo in contatto con noi stessi, con «la parte più vera, autentica, viva» che altrimenti non avremmo l'occasione di incontrare.
Per indurci a a camminare, ci suggerisce due libri.
Nell'epoca in cui vanno di moda le forme di viaggio rapide e facili, perché l'andare a piedi resta un modo privilegiato di relazionarsi con il mondo? Perché permette una più intensa sottigliezza dello sguardo sulla natura e una più grande disponibilità verso gli altri? Quali sono i luoghi del pensiero ai quali accede il camminatore di lungo corso?
Andare al proprio passo, che è la cosa più naturale che qualcuno possa fare, veramente ti rende totalmente partecipe di quello che ti capita attorno
Émeric Fisset, con il suo L'ebbrezza del camminare, ci porta nei suoi numerosi viaggi a piedi.
Camminare con uno zaino, avere con sé tutto il necessario per essere autosufficienti, rappresenta un'occasione imperdibile per entrare in contatto con la natura, sé stessi e la fauna.
Quante volte abbiamo desiderato staccare la spina dallo stress quotidiano tra lavoro, mezzi di trasporto e scadenze? Fisset ci ricorda che un modo per evadere esiste, ed è una scoperta che tutti dovrebbero fare.
Franco Michieli, geografo ed esploratore, racconta come perdersi e imboccare una strada imprevista sia un buon modo per rinnovarsi. Tutto cambia se si impara a leggere la natura. Non solo si recupera le capacità di orientamento, ma anche la dimensione spirituale che nasce da questa straordinaria esperienza.
Perdersi e ritrovarsi è una sensazione bellissima. Ci si sente di potersi affidare a sé stessi, al proprio istinto, ma è anche una forma di spiritualità. Un affidarsi a qualche entità che sembra guidarti
Il secondo libro introduce alla filosofia di Franco Michieli, un camminatore per eccellenza che con il suo La vocazione di perdersi, conduce il lettore ad entrare nella natura, ma in modo diverso dal solito.
Come dice il titolo stesso, è perdendoci che possiamo ritrovare il nostro vero istinto all'orientamento. Quindi, dopo uno studio approfondito del territorio, delle mappe e delle indicazioni, l'autore ci invita a lasciare tutto a casa, telefono compreso.
Può spaventare, ma leggere la natura fa da guida ad un'esperienza straordinaria che aspetta soltanto noi.
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