Ecco il romanzo perfetto per chi, come me, è appassionato di mitologia greca ed epica e ha letto e riletto l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide. Ecco il romanzo perfetto anche per chi non è stato catturato da questo genere letterario, perché il taglio narrativo non è quello classico e la visione è decisamente moderna. Una sorpresa per gli epic-addicted e una scoperta per tutti gli altri lettori. Scritto da Madeline Miller, studiosa di lettere classiche e insegnante di latino e greco, la prima edizione della Canzone di Achille risale al 2013, pubblicata da Sonzogno; la seconda invece è edita da Marsilio nel 2019, ma possiamo dire che il libro abbia iniziato a spopolare soprattutto grazie a social come TikTok all’inizio del 2021, con video di ragazzi e ragazze che sognano un amore puro come quello di Achille e Patroclo.
Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d'amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell'epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l'omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l'ormai usurata vicenda di Elena e Paride.
Infatti, se pensiamo di ritrovare la classica storia di Achille “piè veloce” sbagliamo: o meglio, non è proprio come la ricordavamo. A narrare le gesta dell’eroe figlio del re di Ftia, Peleo, e della ninfa del mare, Teti, non è altri che Patroclo: dopo essere stato mandato in esilio dal padre, re Menezio, per aver ucciso accidentalmente un altro ragazzo, viene accolto nella corte di re Peleo, dove viene allevato insieme ad Achille. Nell’Iliade Patroclo è un personaggio secondario, ma in questo romanzo diventa il vero e proprio protagonista, facendoci vivere attraverso i suoi occhi tutte le emozioni, le sensazioni, gli avvenimenti che costellano la sua vita al fianco di Achille.
Descritto dapprima come un ragazzo goffo, dalla corporatura esile e dalla bellezza mediocre, non in grado di affrontare corpo a corpo i nemici, Patroclo si rivelerà invece un uomo dall’animo coraggioso, tassello definitivo nell’atto finale della storia.
Gli uomini di guardia si accorgono di me troppo tardi e sono così sorpresi che non sollevano nemmeno le armi. Uno di loro ha sufficiente presenza di spirito da afferrarmi, ma io affondo le unghie nel suo braccio e lui mi lascia andare. I loro volti sono resi lenti e stupidi dalla sorpresa. Non sono soltanto l’animale da compagnia di Achille? Se fossi un soldato, combatterebbero con me, ma non lo sono
Madeline Miller dà una nuova veste alla guerra di Troia: non narra solo di violenza, sangue e morte, ma anche di una profonda amicizia e di un grande amore, intimo e sincero, di due giovani greci, Achille e Patroclo, destinati a rimanere uniti per sempre. Tratta questo rapporto intenso che tutt’oggi gli studiosi non sanno del tutto interpretare. Anche se al centro del romanzo troviamo il sentimento, la passione che c’è tra i due protagonisti non sminuisce di certo la virilità del personaggio di Achille, l’aristos achaion (il migliore tra i Greci). Di fatto, la tematica dell’omosessualità era comune ai tempi antichi: quasi tutti gli uomini, in età adolescenziale, si divertivano scambiandosi effusioni con il proprio amico o compagno d’armi (la cosiddetta pederastia pedagogica), finché non sceglievano una donna da prendere in moglie. Ma questa non è la scelta di Achille: egli decide di avere al suo fianco Patroclo, il suo compagno leale, amico e amante, rifuggendo gli ideali del tempo dove per essere virili bisognava mettere da parte ogni tipo di sentimento e dedicarsi alla conquista.
Come aveva detto Odisseo, era frequente che un ragazzo scegliesse un altro ragazzo come amante. Ma quando si diventava adulti, certe cose finivano, e tutt’al più ci si intratteneva con gli schiavi o i ragazzi a pagamento. I nostri uomini amavano conquistare, e non si fidavano degli uomini che si facevano conquistare. Non azzardarti a gettare vergogna su di lui, aveva detto la dea. E in parte si era riferita anche a questo
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