Sapore di sala

Che fine ha fatto Baby Jane? Il film che scatenò la faida più famosa di Hollywood

60 anni fa, andava in scena la faida più famosa di Hollywood. Quella tra Bette Davis e Joan Crawford, antagoniste nella realtà come sul set di Che fine ha fatto Baby Jane?, il melò gotico (a tratti espressionista) girato per rilanciare le carriere delle dive, ormai, alla deriva.

Diretto da Robert Aldrich e basato sull’omonimo romanzo di Henry Farrell, il film ha portato alla creazione del sottogenere «psycho-biddy». La storia è quella delle anziane sorelle Hudson, Blanche (Joan Crawford) e Baby Jane (Bette Davis); Blanche, un tempo star del cinema, è rimasta paralizzata ed è costretta subire le angherie della folle sorella, che ha trasformato la loro fatiscente villa in un museo degli orrori, dopo che i suoi sogni di ex enfant prodige sono andati in frantumi.

Casa Hudson si trovava al civico 172 di South McCadden Place, nei sobborghi di Hancock Park, Los Angeles. Per ricreare gli interni, presso i Producers Studios e i Raleigh Studios, sono stati usati espedienti a buon mercato come il linoleum «camuffato» da parquet.

Il film fu un successo di pubblico e di critica, trainato dall’aspra competizione tra le due acerrime regine del grande schermo. Qualche esempio? Bette pretese un distributore di Coca-Cola sul set, solo, per provocare la Crawford, moglie del presidente della Pepsi Alfred Steele. Quest’ultima, pur di non apparire al fianco dell’odiata collega, decise di annullare all’ultimo minuto il tour promozionale del film.

Il momento più controverso fu, certamente, quello avvenuto durante le riprese della sequenza in cui Jane picchia Blanche. La Crawford era preoccupata che la Davis potesse farle davvero male, così, chiese di essere sostituita da una controfigura. Tuttavia, in una ripresa molto ravvicinata, fu necessaria la sua presenza; la Davis ne approfittò per colpirla in testa, con una forza tale che furono necessari alcuni punti di sutura. Per vendicarsi – nella scena in cui Jane trascina Blanche – la Crawford si rese il più pesante possibile, perché sapeva quanto la collega soffrisse di mal di schiena.

La «faida delle faide» è stata materiale per la miniserie del 2017 di Ryan Murphy, Feud: Bette And Joan con Susan Sarandon e Jessica Lange.

Nato come film a colori, Che fine ha fatto Baby Jane? fu fotografato nel meraviglioso e decadente bianconero di Ernest Haller su insistenza di Bette Davis. L’attrice, che aveva il pieno controllo sul make-up, immaginava la sua decrepita Jane come qualcuno che non si lavasse mai la faccia ma che, ogni giorno, mettesse su un altro strato di trucco.

L’inquietante parrucca di boccoli biondi, in realtà, fu indossata dalla Crawford in una precedente produzione della MGM. Poiché era stata rimaneggiata, Joan non la riconobbe. A differenza della vanesia collega, la Davis non aveva paura di imbruttirsi se il ruolo lo richiedeva; in precedenza si era anche parzialmente rasata la testa per interpretare Elisabetta I ne Il favorito della grande regina.

Il classico di Robert Aldrich ottenne l’Oscar ai migliori costumi (Norma Koch) su cinque nomination, tra cui quello per miglior attrice protagonista a Bette Davis. Indispettita della mancata candidatura, Joan Crawford contattò le altre nominate che erano in lizza per la statuetta, offrendosi di ritirare in vece loro il premio se avessero vinto. Fu Anne Bancroft ad aggiudicarselo (per Anna dei miracoli) ma trovandosi a New York per una tournée teatrale, acconsentì che fosse la Crawford ad accettare la statuetta a suo nome. Il giorno seguente, i giornali pubblicarono la foto di una radiosa Crawford tra i vincitori, mentre la Davis lasciava infastidita la cerimonia prima della fine.

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Conosci le attrici

"Attrice statunitense. Approda a New York poco più che adolescente e presto riesce ad avere qualche parte importante a Broadway. Trasferitasi a Hollywood, sembra destinata a una carriera di comprimaria a causa del suo modesto aspetto fisico. Il volto leggermente grifagno, il corpo ben lontano dalla perfezione, possiede tuttavia due occhi che mandano lampi taglienti, e soprattutto un grande talento unito a una tenacia di ferro. Appare fugacemente in una quindicina di film, fino a quando trova un ruolo di rango in 20.000 anni a Sing Sing, girato nel 1933 da M. Curtiz, in cui recita a fianco di S. Tracy. L'anno successivo può finalmente dare prova della sua bravura in Schiavo d'amore (1934) di J. Cromwell, che la lancia definitivamente. Nel 1935 ottiene il primo Oscar con Paura d'amare di A. Green; il secondo lo ottiene con Figlia del vento (1938) di W. Wyler. Si mostra a suo agio nei drammi più foschi come nelle situation comedy più brillanti, da La foresta pietrificata (1936) di A. Mayo, accanto a un truce H. Bogart, ad Avventura a mezzanotte (1936), sempre di Mayo, frizzante satira della vita coniugale, in cui rivaleggia in bravura con L. Howard. In Perdutamente tua (1942) di I. Rapper interpreta una zitella bruttina e frustrata che riesce, con la forza di volontà, a liberarsi dai propri fantasmi mentali e a diventare bella e affascinante. In Eva contro Eva (1950) di J.L. Man­kie­wicz dà vita a uno straordinario personaggio al tempo stesso appassionato e ironico, duro e fragile. In Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) di R. Aldrich, interpreta una figura femminile tra le più odiose e crudeli del cinema hollywoodiano. Non bella («le palpebre pesanti, l'occhio tondo e fisso di rapace, il mento aggressivo»: così la descrive il regista e critico francese B. Tavernier), ma dotata di grinta e di carisma, la D. incarna nell'immaginario hollywoodiano il prototipo della donna ribelle, cosciente di sé in una società dominata dagli uomini e dalla lotta per il potere. Negli ultimi anni lascia un segno graffiante della propria arte recitativa in Le balene di agosto (1987) di L. Anderson. "

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"Nome d'arte di Lucille Fay LeSueur, attrice statunitense. Inizia la carriera come ballerina di fila. Trasferitasi a Hollywood, ottiene le prime parti di un certo rilievo in Pretty Ladies di M. Bell e Le tre grazie di E. Goulding (entrambi del 1925) in cui è una showgirl. Il successo arriva con Le nostre sorelle di danza (1928) di H. Beaumont. Divenuta una star, recita accanto ai divi del momento, tra cui il futuro marito D. Fairbanks jr. in Adriana Lecouvreur (1928) di F. Niblo. Il passaggio al sonoro non intacca minimamente la sua carriera e la sua fama. Diviene un austero sex-symbol, mentre i suoi ruoli si fanno via via più impegnativi: ne sono esempio la giovane segretaria di Grand Hotel (1932) di E. Goulding, in cui recita accanto alla Garbo, e la donna sposata a un uomo che non ama in Incatenata (1934) di C. Brown. Nel 1939 è in un cast di star tutto al femminile nella commedia di G. Cukor Donne; con lo stesso regista regala poi al pubblico una delle sue interpretazioni più intense in Volto di donna (1941), fosco melodramma in cui ha il viso sfigurato. Nel 1946 giunge, a coronamento della carriera, l'Oscar come migliore attrice protagonista in Il romanzo di Mildred (1945) di M. Curtiz. Gli anni successivi vedono ancora due straordinarie prove d'attrice: nel western Johnny Guitar (1954) di N. Ray, in cui delinea con vigore il carattere della tenace Vienna, donna decisa e combattiva in un universo tutto maschile, e in Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) di R. Aldrich, nel quale ingaggia uno spietato confronto con un'altra stella del passato, B. Davis, in un gioco al massacro in cui interpreta il ruolo di una ex attrice paralitica. Nel 1978 F. Perry trae un film, Mammina cara, dalle memorie della figlia adottiva: il ritratto che ne emerge è decisamente poco edificante."

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