Parole, frasi, idee, non importa quanto sottili o ingegnose, i voli più folli della poesia, i sogni più profondi, le visioni più allucinanti, non sono altro che rozzi geroglifici cesellati nella sofferenza e nel dolore per commemorare un evento non comunicabile.
L'opera dell'autore statunitense Henry Miller ha costituito una spinta propulsiva imprescindibile per la letteratura americana della fine degli anni '50: questo perché i suoi due romanzi più importanti - la cui pubblicazione e vendita fu proibita negli Stati Uniti per diversi anni - hanno messo alla prova le leggi federali riguardanti l'arte e la pornografia vigenti all'epoca.
I primi anni
Henry Miller nasce il 26 dicembre 1891 a New York; fin da piccolo si ribella alla muta devozione tutta americana per il lavoro che invece anima i suoi genitori. In Primavera Nera Miller scrive "Sono nato per strada e cresciuto per strada... Nella strada impari cosa sono veramente gli esseri umani".
La passione per la lettura si manifesta nel giovane Henry fin dalla tenera età: apprezza in particolar modo le storie d'avventura e i grandi classici della letteratura. Dopo una brillante carriera liceale si iscrive al City College di New York, per andarsene dopo soli due mesi. Dal 1909 al 1924 si barcamena fra i lavori più disparati, tra cui un lavoro di ufficio per un'azienda che produce cemento, l'assistente del padre in una sartoria e lo smistamento della posta. Mentre si trova a lavorare nel dipartimento di messaggeria della Western Union, inizia finalmente a scrivere il suo primo romanzo.
Sono nato per strada e cresciuto per strada... Nella strada impari cosa sono veramente gli esseri umani
Il soggiorno in Francia
Durante questo periodo, di per sé già instabile, Miller intrattiene delle relazioni personali quantomeno travagliate: sono ben due i matrimoni dall'esito infelice (nell'arco di tutta la sua vita sposerà cinque donne, per poi divorziare da tutte). Determinato a diventare uno scrittore, Miller si trasferisce a Parigi, dove rimarrà per quasi dieci anni sopravvivendo con pochissimi soldi. Nel 1934 scrive Tropico del Cancro (pubblicato negli Stati Uniti nel 1961), un romanzo autobiografico che descrive le difficoltà incontrate durante i primi anni a Parigi. Le sue sorprendenti descrizioni della vita reale suscitano l'interesse di scrittori di ben più nota fama, come Thomas S. Eliot e Ezra Pound. Il giudizio sul romanzo però, non è unanime: sono diverse infatti le reazioni indignate alla lettura delle scene più spinte, indignazione che porterà Miller a dover varcare le soglie dell'aula di tribunale per tentare la revoca del bando sul suo lavoro. Nonostante le peripezie, la pubblicità, buona o cattiva che sia, aiuta il libro a diventare un best-seller, pure se fra le incessanti critiche.
Nell'incantata, effervescente Parigi degli anni trenta, precisamente nel 1934, viene pubblicato da un piccolo editore un libro intitolato "Tropico del Cancro": sarà la miccia di uno scandalo morale e di un'insurrezione letteraria che attraverserà tutto il secolo. Negli ambienti più conservatori si parla di pornografia, nei caffè avanguardisti si inneggia alla rivoluzione.
Primavera nera e Tropico del Capricorno si avvicinano molto per stile e contenuti a Tropico del Cancro, attingendo a piene mani dalle esperienze della fanciullezza di Miller a Brooklyn e dei suoi primi anni all'estero.
Nel 1939 Miller si reca in Grecia in visita a un amico storico, il romanziere britannico Lawrence Durrel. Il rsultato dell'incontro è Il colosso di Marussi, un resoconto delle sue avventure con i nativi delle isole greche, specchio di un'umanità cangiante fra l'antico e il moderno.
Mentre la guerra si avvicina, Henry Miller si gode l'occasione di fare un viaggio in Grecia, la prima vera vacanza da vent'anni e forse l'ultima almeno per un lungo tempo. Si imbarca da Marsiglia alla volta del Pireo per raggiungere l'amico Lawrence Durrell che si trova a Corfù.
Il ritorno in America
Tornato negli Stati Uniti nel 1940, Miller si stabilisce definitivamente a Big Sur, sulla costa pacifica della California, per dedicarsi alla carriera di scrittore a tempo pieno. Le sue critiche taglienti e spesso esilaranti all'America sono registrate in Incubo ad aria condizionata e in Ricordati di ricordare. Seguirà Il tempo degli assassini, uno studio sul poeta francese Arthur Rimbaud e, allo stesso tempo, una dichiarazione delle proprie convinzioni artistiche.
L'opera di fiction principale che Miller scrive in questo periodo è l'imponente opera in tre volumi La crocifissione in rosa, che include Sexus (1949), Plexus (1953) e Nexus (1960). Si tratta di rivisitazioni delle sue precedenti avventure, tuttavia mancano del linguaggio crudo delle sue prime opere. La corrispondenza di Miller con Lawrence Durrell viene pubblicata nel 1962, seguita dal 1965 dalle appassionate lettere che scambiava con la scrittrice Anaïs Nin. Nel 1984, infine, viene pubblicato Opus Pistorum: si tratta di un romanzo presumibilmente scritto da Miller nei primi anni '40, quando aveva disperato bisogno di soldi. La maggior parte dei critici considera il romanzo come pura pornografia, altri addirittura dubitano che sia proprio Miller l'effettivo autore.
Gli ultimi anni di vita
Negli ultimi anni, Miller viene ammirato principalmente per il suo ruolo di portavoce e pensatore: la sua critica al vuoto materialismo dell'esistenza moderna, si fonda sul culto del corpo e dello spirito e prende spunto dalle idee di Friedrich Nietzsche, Walt Whitman e D.H. Lawrence.
I romanzi di Miller, nonostante gli argomenti scioccanti e provocatori e il linguaggio offensivo, esprimono sentimenti ben più profondi di quello che traspare a una lettura superficiale. La sua libertà di linguaggio sarà, tra le altre cose, fondamentale per spianare la strada a scrittori della Beat Generation come Jack Kerouac e Allen Ginsberg.
Henry Miller trascorre i suoi ultimi anni da solo, coltivando l'interesse per la pittura ad acquerello. Muore il 7 giugno 1980 a Pacific Palisades, in California.
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