Anniversari e ricorrenze

Pier Vittorio Tondelli, libertino ed eternamente giovane

Illustrazione di Annamaria Farinola, 2021

Illustrazione di Annamaria Farinola, 2021

A farla breve, questa è la storia di tre ragazzi che, provenendo dalla provincia, la abbandonarono non appena possibile per essere liberi di odiarla, è cioè per non abbandonarla mai

Così comincia Noi tre, libro in cui Mario Fortunato racconta la sua giovinezza in compagnia di Filippo Betto e Pier Vittorio Tondelli, entrambi prematuramente scomparsi. Fortunato parla della provincia, quella provincia che, nonostante i numerosi viaggi, rimarrà sempre al centro dell’universo tondelliano.

La provincia, le incertezze e le perdizioni della giovinezza, l’omosessualità, gli emarginati, questi i temi cari a Tondelli e di cui la sua scrittura è diventata simbolo.

Pier Vittorio Tondelli nasce a Correggio il 14 settembre 1955. Cresce in una famiglia cattolica, si dedica fin da giovane all’attivismo culturale, frequenta prima il liceo classico e poi il DAMS. Raggiunge la notorietà nel 1980 con la pubblicazione, per l’editore Feltrinelli, di Altri libertini.

"Ci eravamo conosciuti a Milano, nei corridoi scricchiolanti della Feltrinelli: lui era in coda per parlare con Aldo Tagliaferri, io per incontrare Antonio Porta. […] Eravamo completamente privi di arroganza, non sapevamo noi stessi dove collocarci. Eravamo entrambi molto timidi. Lui era alto, molto emiliano nell'aspetto, e i capelli lunghi e dritti lo facevano sembrare un cantante pop. Si nascondeva un po', dietro capelli e occhiali, e forse io facevo lo stesso. Ma la cifra di Tondelli non era quella del cantore dei nuovi emarginati (i drogati) ma piuttosto la curiosità. Cosa si dipingeva in giro per il mondo, cosa si fotografava, cosa si suonava, cosa si scriveva… Tutto ciò che gli era contemporaneo lo riguardava".

Claudio Piersanti ricorda Pier Vittorio Tondelli, Doppiozero, dicembre 2018

Così lo ricorda Claudio Piersanti, citando Aldo Tagliaferri, editor allora per Feltrinelli, importantissimo nella storia di Tondelli. Sarà lui, infatti, a lavorare al manoscritto di Altri libertini, portandolo alla pubblicazione. Il libro è composto da una serie di racconti i cui protagonisti sono dei ragazzi che non si conformano alla moralità borghese, emarginati, trasgressivi, in una parola: libertini. Ciò che fece scandalo non fu tanto la trama quanto il registro di scrittura utilizzato da Tondelli: l’autore desiderava trasmettere il “sound” del linguaggio parlato, utilizzò dunque uno stile colloquiale non disdegnando imprecazioni e bestemmie. Autore ed editore finirono sotto processo per oscenità. Il tutto si concluse con l’assoluzione con formula piena, ma è indubbio che la vicenda contribuì a puntare non poco l’attenzione popolare sul libro di Tondelli, che in breve tempo divenne famoso. È una delle tante contraddizioni di Tondelli: attivista cattolico fin dalla giovane età, arriva al successo con un romanzo accusato di vilipendio alla religione, in cui racconta di sesso e droga senza moderare alcun tono.

Divenuto abbastanza conosciuto, iniziò una collaborazione con Il Resto del Carlino e La Nazione e, due anni dopo Altri libertini, uscì Pao Pao, in cui racconta l’anno di servizio militare. Seguì, nel 1985, Rimini, pubblicato per Bompiani, in cui descriveva la trasformazione della Riviera Romagnola in luogo di turismo di massa e divertimento.

Negli anni successivi si dedicò ai progetti più vari, dalla scrittura della commedia Dinner Party, vincitrice del premio Riccione-Ater per il Teatro nel 1985, alla collaborazione con il mensile Rockstar, alla scrittura di Biglietti agli amici, uscito per le edizioni Baskerville.

Nel 1986 si trasferì a Milano e cominciò a viaggiare per l’Europa: Parigi, Amsterdam, in particolare Berlino.

Tra coloro che hanno raccontato vita e opere di Tondelli, si segnalano:

Ciò che risulta essere davvero notevole in Tondelli è la padronanza della lingua, dello stile di scrittura, pur essendo molto giovane. Oltre alle collaborazioni con i giornali, tra cui rientrano anche Il Corriere e L’Espresso, si dedicò al progetto “Under 25”, per la rivista Linus, molto innovativo per l’epoca, una vera iniziativa di scouting letterario alla quale Tondelli lavora come editor, selezionando e intervenendo sui testi dei giovani sotto i venticinque anni che si proponevano. Di Under 25 usciranno tre volumi: Giovani Blues, nel 1986, Belli e perversi, nell’87 e Papergang, nel 1990. Tra questi giovani c’erano nomi che poi divennero noti, come Silvia Ballestra, Gabriele Romagnoli, Giuseppe Culicchia, Andrea Canobbio.

Quando dei giovani editori mi proposero di curare l'edizione di un'antologia di nuovi autori mi feci subito da parte. Pier accettò subito e così nacquero gli Under 25. Non so quante centinaia di racconti dovette leggere ma lo fece con serietà e con grande rispetto per tutti. Non so quanti ricordino quella serie di libri, ma sono all'origine dell'attuale grande diffusione di nuovi scrittori, nel bene e nel male. Con lo stesso spirito anni dopo Pier si lanciò nell'impresa di Panta, forse l'unica rivista letteraria italiana con respiro internazionale di quei decenni.

C. Piersanti

Panta era una rivista letteraria a carattere monografico, fondata nel 1990 da Tondelli con Alain Elkann ed Elisabetta Rasy, per la casa editrice Bompiani. Sempre nel 1990, poco prima della sua morte, uscì il primo volume di Un weekend postmoderno, una raccolta di articoli, saggi e interviste operata con la collaborazione di Fulvio Panzeri (che diventerà poi curatore delle sue opere). Il secondo volume uscì invece postumo, nel 1993.

Fece invece in tempo a completare Camere Separate, pubblicato nel 1989 da Bompiani. L’opera è connotata da un diverso stile di scrittura e racconta il tormento di Leo, scrittore omosessuale (alter-ego di Tondelli), di fronte alla morte del compagno, Thomas. A fine romanzo si accenna anche alla malattia inguaribile di Leo, che è poi anche quella che porterà Tondelli alla morte, l’AIDS. Narratore riconosciuto sulla questione omosessuale, terrà sempre celato l’argomento nella sua vita privata. La morte avvenne il 16 dicembre 1991, trent’anni fa, e anche la famiglia tentò di occultarne la reale causa.

Dal 1997 il Centro di documentazione Pier Vittorio Tondelli a Correggio si occupa di mantenerne viva la memoria, organizzando incontri, eventi, dibattiti, che si sono tenuti anche quest’anno in occasione dei trent’anni dalla morte.

Cinque anni dopo Tondelli nasceva, sempre a Correggio, un altro personaggio oggi molto noto, Ligabue, che afferma di essere debitore allo scrittore e così lo ricorda:

«Pier Vittorio, per tutti Vicky, era di Correggio come me. Lo incrociavo per strada, lo salutavo, purtroppo non ho mai trovato lo slancio per dirgli: “guarda che sei stato molto importante per me”. Suono grazie ai suoi libri e non ho potuto neanche dirgli grazie»

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