Sapore di sala

20 anni senza Katharine Hepburn, l'antidiva dei record

© MYmovies.it

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Il 29 giugno di 20 anni fa, Hollywood diceva «addio» a Katharine Hepburn. La più grande attrice di sempre si spegneva a 96 anni nella sua casa a Old Saybrook per cause naturali. Magnetica, spigolosa, indipendente. L’antidiva coi pantaloni sfidò le convenzioni del jet set apparendo senza make-up e con abiti casual.
Nella sua carriera leggendaria, durata più di 60 anni, recitò in una vasta gamma di generi cinematografici, dalla screwball comedy ai drammi shakespeariani. Icona gender e pioniera femminista, Hepburn antepose il lavoro ai figli:

Sarei stata una madre terribile, sono troppo egoista

Katharine Hepburn

Ancora, oggi, detiene il record di Oscar vinti (4) su 12 nomination; solo Meryl Streep l’ha superata in numero di candidature.
Il primo arrivò col terzo film La gloria del mattino (1934) nell’abito di lustrini dell'aspirante attrice Eva Lovelace.
Il secondo premio nella brillante commedia antirazzista Indovina chi viene a cena? (1968) accanto all’amato Spencer Tracy.
Fa tripletta nella corona-bisdella regina Eleonora d’Aquitania: moglie rinnegata di Enrico II (Peter O’ Toole) nel Leone d’inverno (1969). Impugna la sua quarta statuetta recitando al fianco di Henry Fonda e di sua figlia Jane nel melò famigliare Sul lago dorato (1981).

Le origini

Seconda dei sei figli di una suffragetta e di un urologo, Hepburn cresce nel Connecticut in un ambiente progressista e privo di tabù sociali. Da bambina era un maschiaccio a cui piaceva tagliarsi i capelli corti efarsi chiamare «Jimmy». Esperienza che sfrutterà a suo vantaggio sul set di George Cukor, per cui incarnerà la ribelle Jo March di Piccole donne (1933); primo dei dieci film girati insieme.

Eccelleva in quasi tutti gli sport, in particolare, nel nuoto che praticò per tutta la vita. Amava immergersi nel Long Island Sound ed era famosa per i suoi bagni ghiacciati. Al punto tale che sul set di Sul lago dorato si tuffò nell'acqua gelida senza muta.

La giovane Hepburn era, soprattutto, un fan dei film che andava a vedere ogni sabato al cinema. Allestiva piccoli spettacoli per i vicini con i suoi cinque fratelli, per 50 centesimi a biglietto, per raccogliere fondi per il popolo Navajo.

Ben presto, l’infanzia spensierata dell’attrice fu funestata da un terribile trauma quando trovò suo fratello maggiore Tom, di 13 anni, impiccato con il lenzuolo ad una trave nella sua cameretta. Con la sua tragica morte, precipitò nella depressione scegliendo di festeggiare il suo compleanno il giorno della nascita del fratello, l’8 novembre, invece che nel suo.

La carriera

Si dedicò alla recitazione mentre studiava al Bryn Mawr College, dove si laureò in storia e filosofia.
Nel 1932, Hepburn fa per la prima volta la storia diventando la giovane attrice più pagata di Broadway, con un cachet record di 1.500 dollari a settimana. Un successo che la porta all'attenzione di Hollywood. Ma dopo una serie di flop, verrà etichettata come «veleno per il botteghino».

Scandalo a Filadelfia del 1940 segnò la sua rivincita. Nei panni della socialite Tracy Lord, Hepburn brilla nel formidabile trio formato da Cary Grant e James Stewart. Avendo i diritti della pièce originale, a lei donati in regalo dal miliardario Howard Hughes, Katharine riuscì a venderli alla RKO a condizione di essere lei la star del film.
Il successivo contratto con la MGM cambiò la sua vita per sempre con l’incontro con Spencer Tracy, nel 1942, che diventerà suo partner dentro e fuori dal set, per 26 anni e 9 film. Il divo non si separò mai dalla moglie Louise, ma Katharine rimase al suo capezzale fino alla morte, diciassette giorni dopo l’ultimo ciak con Stanley Kramer per Indovina chi viene a cena?.

Nel 1951, interpreta la missionaria metodista nella Regina d’Africa di John Huston. Per il suo primo film a colori, l’attrice volò in Congo per girare al fianco di Humphrey Bogart. Benché durante le riprese Hepburn si ammalò di dissenteria, il film segnò un altro successo di pubblico e di critica. Epico fu lo scontro con il regista Joseph L. Mankiewicz, culminato con lei che gli sputò addosso, sul set di Improvvisamente l'estate scorsa (1959) il controverso thriller barocco con Elizabeth Taylor e Montgomery Clift.

Nel copricapo piumato della raccapricciante zia Violet Venable, Hepburn colleziona ancora un trionfo incantando il drammaturgo Tennessee Williams (ne parliamo qui) che la definì «l’attrice dei sogni».

Nella seconda parte della sua carriera, affrontò una serie di ruoli letterari. Nel 1976 vince anche un Emmy per Amore tra le rovine: romance edoardiano girato per ABC al fianco di Laurence Olivier.
Abbandonò le scene nel 1994, dopo aver recitato in Love Affair. Alla sua morte, furono oscurate tutte le luci di Broadway per un’ora.
Oggi, riposa nel Cedar Hill Cemetery ad Hartford, la sua città natale.

Nel 2004, Cate Blanchett diviene la prima attrice a vincere un Oscar per aver interpretato una vincitrice dell’Oscar in The Aviator di Scorsese. Per diventare Katharine Hepburn, Blanchett imparò a giocare a tennis e a golf ma anche a farsi quelle docce gelate per le quali Hepburn è entrata nel mito.

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