Articolo a cura di Francesca Pellegrini
60 anni fa, il mondo diceva «addio» a Marilyn Monroe: trovata senza vita nella sua villa di Brentwood a Los Angeles, il 4 agosto 1962. Aveva 36 anni. La sua morte, avvolta ancora nel mistero, segnò la fine dell’American dream e la nascita del mito. Stando all’autopsia, fu un’overdose di barbiturici ad ucciderla. Secondo le teorie complottiste, la diva fu vittima di una cospirazione dei Kennedy: il presidente degli Stati Uniti John e suo fratello Robert, con i quali l’attrice aveva avuto una relazione.
In occasione dei suoi 60 anni mancati, sarà disponibile su Netflix, dal prossimo 23 settembre, Blonde. Il biopic original, dall’omonimo romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, diretto da Andrew Dominik che esplorerà il lato dark dell’attrice, qui nelle fattezze di Ana de Armas (la Bond girl di No Time to Die).
Joyce Carol Oates, con il suo straordinario talento narrativo, riesce a mescolare storia e finzione trasformando in un romanzo tutte le vite di Marilyn Monroe, con le sue contraddizioni e fragilità.
La storia di Norma Jeane Mortenson Baker, meglio nota come Marilyn Monroe, non è stata delle più felici. Dall’infanzia trascorsa in orfanotrofio, dopo che la madre Gladys fu dichiarata mentalmente instabile, ai tre matrimoni falliti (con il fidanzato del liceo James Dougherty, la star del baseball Joe DiMaggio, il drammaturgo Arthur Miller) e nessun figlio.
Iniziò la carriera come modella, prima che la 20th Century Fox facesse di lei la nuova Jean Harlow trasformandola in «Marilyn Monroe»: che unisce il nome della stella delle Ziegfeld Follies, Marilyn Miller, al cognome da nubile di sua madre.
Sex Symbol di Hollywood e icona del secolo, Marilyn fu attrice e performer magnetica, burrosa, ironica. Guardatela strimpellare l’ukulele in A qualcuno piace caldo, sognatela nell’abito svolazzante in Quando la moglie è in vacanza e ascoltatela intonare l’inno ai suoi «diamanti bestfriends» ne Gli uomini preferiscono le bionde. Celebriamo Marilyn, con i segreti dei suoi ruoli più leggendari.
Sugar Kane in A qualcuno piace caldo (1959)
Due uomini in fuga incontrano la bella Sugar che li metterà però nei pasticci. Per Billy Wilder, la diva diventa la suonatrice di ukulele contesa tra Jack Lemmon e Tony Curtis. Quest’ultimo dichiarò che «Baciare Marilyn era come baciare Hitler» snervato dall’esperienza sul set. Pare che per pronunciare la battuta «Dov'è il bourbon?» mentre frugava nei cassetti, l’attrice avesse impiegato 59 ciak nonostante la frase fosse scritta all’interno di ognuno di essi.
Lorelei Lee ne Gli uomini preferiscono le bionde (1953)
Una giovane bionda va in Francia per farsi sposare da un miliardario. Howard Hawks le confeziona la sequenza più glamour nella storia di Hollywood: quella del numero musicale Diamonds Are a Girl's Best Friend. In origine, Marilyn non avrebbe dovuto indossare l’iconico abito rosa, bensì un outfit color nude tempestato di diamanti: qualcosa di simile al vestito dell’«Happy Birthday Mr. President» che sfoggerà nel 1962.
La ragazza in Quando la moglie è in vacanza (1955)
Un uomo manda sua moglie e suo figlio in vacanza per fantasticare sulla splendida vicina. Marilyn entra nel mito (e nei sogni erotici) con la gonna che si solleva con un soffio di vento. Wilder avrebbe preferito girare in bianco e nero, ma il contratto dell’attrice con la Fox prevedeva che tutti i suoi film fossero a colori. Monroe ha sempre pensato che i colori le donassero di più, rispetto al bianconero. Come darle torto.
Rose Loomis in Niagara (1953)
Il matrimonio di una coppia precipita come le cascate del Niagara. Diretta da Henry Hathaway, nel film che lanciò la sua carriera, l’attrice si cimenta per la prima e unica volta nel ruolo di cattiva: una donna adultera che trama per uccidere il marito. La sua famosa passeggiata attraverso la strada di ciottoli detiene il record della più lunga nella storia del cinema: ben 35 metri di pellicola.
Roslyn Taber ne Gli spostati (1961)
Un’attraente donna divorziata incontra un cowboy. Il film di John Huston rappresenta l’ultimo atto di Marilyn Monroe e di Clark Gable, morto per infarto 12 giorni dopo la fine delle riprese. Marilyn era così emozionata di baciare la star di Via col vento che, la notte prima di girare la fatidica scena, non riuscì a chiudere occhio.
Di
| La nave di Teseo, 2022Di
| DIARKOS, 2021Di
| Feltrinelli, 2010Di
| Rizzoli, 2022Gli altri approfondimenti
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