Il verso giusto

Sonetti di William Shakespeare

Illustrazione di Marya Cesarano, 2021

Illustrazione di Marya Cesarano, 2021

Tradurre i Sonetti di Shakespeare è una sfida, raccolta da numerosi poeti e traduttori. Ecco alcune versioni del sonetto n. 19.

Tempo, divora al leone gli artigli,
fa’ che la terra mangi i dolci figli,
fiere zanne alla tigre va’ strappare,
nel sangue la fenice va’ a bruciare.
Nel volgere di mesi cupi o lievi,
tempo che fuggi, fa’ quello che devi
al mondo, a ogni suo breve godimento.
Ma c’è un delitto che non ti consento:
non segnerai la fronte del mio amato,
dalla tua penna lui non sia toccato.
La sua bellezza, e tu farai che duri,
sarà modello agli uomini futuri.
O scatènati, e sia quello che sia:
lui sarà eterno nella mia poesia.

Traduzione di Massimiliano Palmese


Da William Shakespeare, Tutte le opere, volume IV, Bompiani 2019

 


 

Tempo divoratore, spunta le zampe del leone
e fa’ divorare alla terra la sua dolce progenie;
strappa i denti aguzzi alle mascelle della feroce tigre
e brucia nel suo sangue la longeva Fenice;
crea liete e tristi stagioni mentre fuggi,
e fa’ tutto quel che vuoi, Tempo dal piede veloce,
al vasto mondo e a tutte le sue effimere dolcezze.
Ma io ti proibisco il crimine più orrendo:
oh, non incidere con le tue ore la bella fronte del mio amore
e non tracciarvi linee con la tua penna antica;
lui nel tuo assalto conservalo intoccato,
modello di bellezza per gli uomini a venire.
Ma fa’ del tuo peggio, vecchio Tempo: malgrado il tuo torto
il mio amore vivrà nei miei versi giovane sempre.

Traduzione di Alessandro Serpieri


Da William Shakespeare, Sonetti, BUR 1995


 

Taglia le unghie al leone, o tempo edace;
alla terra dà in pasto la sua prole;
alla crudele tigre strappa i denti;
la longeva fenice ardi nel sangue;
con la tua corsa alterna le stagioni.
Ciò che ti pare fa’, tempo veloce,
al mondo e alle sue labili dolcezze;
solo ti vieto un crimine mostruoso:
di incidere la fronte del mio amore
tracciando segni con la penna antica.
Lascialo intatto mentre tu trascorri,
perché sia di modello a chi verrà.
Ma se fai del tuo peggio, tuo malgrado
nei versi sempre giovane vivrà.

Traduzione di Lucia Folena


Da William Shakespeare, I sonetti, Einaudi 2021

Sonetti
Sonetti Di William Shakespeare;

La grandezza del teatro di Shakespeare non ha messo in ombra i 154 splendidi Sonetti da lui composti a cavallo dei due secoli e rimasti inediti fino al 1609.

Il 20 maggio 1609 l’editore Thomas Thorpe pubblica a Londra, senza il consenso dell’autore, la prima edizione di una raccolta destinata a diventare uno dei grandi libri della tradizione occidentale: i Sonetti di William Shakespeare (1564-1616). È un volume di 154 poesie ancora oggi circondato dal mistero. Nonostante innumerevoli ricerche storiografiche e ipotesi, non si sa chi si celi dietro le iniziali W.H., a cui il libro è dedicato. Non si conosce con precisione la data di composizione dei testi né l’identità dei personaggi che hanno ispirato i versi al poeta: il fair youth (il “caro ragazzo” forse dedicatario dell’opera), la dark lady (“dama bruna”) e il rival poet.

Sappiamo, però, con certezza che i sonetti di Shakespeare portano alla perfezione lo schema inglese di tre quartine e un distico finale, che aveva sostituito quello italiano composto da due quartine e due terzine. Sappiamo che rinnovano il linguaggio, accostando a espressioni della tradizione poetica materiali derivati da eventi reali ed elementi propri della scrittura teatrale, e che celebrano l’amore per un uomo. E sappiamo che esaltano la potenza dell’Arte, che sfida il Tempo, eterna l’Amore e la Bellezza e sconfigge la morte.

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