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Blu. Storia illustrata di un colore di Cristiana Valentini

Colore del cielo, del mare, degli occhi di qualcuno a cui vogliamo bene, dei fiori di fiordaliso in primavera, della terra vista dallo spazio che ha incantato l’astronauta Jurij Gagarin nel suo volo intorno al mondo nel 1961:

La Terra è blu…che meraviglia è bellissima!

Ma qual è la sua storia? Come è stato usato nel corso dei secoli e quale significato ha assunto per noi?

Blu. Storia illustrata di un colore. Ediz. a colori

Per gli uomini i colori hanno sempre avuto un significato simbolico: non è bello essere di “umore nero”, ma nemmeno essere al “verde”. Il significato dei colori è cambiato nel tempo: il colore blu è oggi associato a due delle più grandi caratteristiche naturali della Terra, il cielo e l’oceano, ma è sempre stato così? No... per i Greci, ad esempio, il mare era color del vino! Un albo di grande formato per raccontare attraverso splendide tavole illustrate la storia del colore blu dall’antichità ad oggi. Età di lettura: da 10 anni.

I colori sono parte indispensabile della nostra vita, ne siamo circondati e questo splendido volume di grande formato ci racconta il colore blu attraverso i secoli e le culture alternando le informazioni storiche all’approccio ludico del “cerca e trova”, che dà un tocco divertente alla lettura. I testi e le illustrazioni sono di Cristiana Valentini per Editoriale Scienze, casa editrice sempre attenta alla cura dei dettagli delle sue originali pubblicazioni destinate al pubblico dei giovanissimi.

Come per tutti i colori primari, dalla sua base sono state create differenti sfumature che di volta in volta hanno acquisito particolari definizioni a seconda della loro derivazione. C’è un blu che nasce dalla polverizzazione di minerali e pietre semipreziose, come i lapislazzuli o il cobalto, altri provengono da petali e foglie di piante spontanee come la Isatis e la Indigofera tinctoria, ce ne sono molti altri che nel corso dei secoli e lungo il susseguirsi delle civiltà sono scaturiti dall’ingegno o dalla distrazione dell’uomo.

Gli antichi egizi crearono per primi un pigmento derivante dalla miscela di vari minerali usata per la creazione di gioielli e piccole statue di divinità. Credendo che il blu proteggesse i defunti dal male, i templi e le tombe di personaggi illustri e faraoni erano interamente decorate: Amon Ra, dio del vento e dell’aria creatore di tutte le cose, in tutte le sue rappresentazioni compare con il volto dipinto di blu. I maya, antichissima civiltà del centro America, hanno dato il loro nome a una particolare sfumatura del colore mescolando l’indaco all’argilla.

Nel 1492 con la scoperta del Nuovo Mondo, insieme a patate, pomodori, mais e cioccolato viene esportata la jiquilite, una pianta da cui è possibile ricavare un bel blu vivace! Usata dagli indigeni per tingere piume e tessuti, era anche un medicinale. Una curiosità niente affatto gradevole: l’indaco si otteneva facendo fermentare le foglie della Indigofera tinctoria in grosse vasche contenenti urina…

Le più grandi invenzioni spesso sono casuali, il famoso blu di prussia ad esempio è stato inventato per “sbaglio” mentre si cercava di produrre un pigmento rosso. Primo colore sintetico, è stato scoperto da un fabbricante di colori tedesco, J. Diesbach, che lavorava presso il laboratorio di uno stranissimo personaggio, il discusso medico e alchimista J. K. Dippel, a cui pare si sia ispirata la scrittrice Mary Shelley per creare Frankenstein!

Le numerose varianti di colore hanno decorato porcellane, manufatti, abiti e creazioni artistiche in tutte le culture ma la storia diventa ancora più avvincente quando acquisisce significato e “manda un messaggio”.

Per gli antichi greci, artisti straordinari, il blu è un colore senza definizione, forse è nero, o forse il mare ha il colore del vino. Nell’antica Roma vestirsi di blu era di solito considerato sminuente, eccentrico, in alcuni periodi della storia dell’Impero era segno di lutto, evocava il mondo degli inferi, ma era soprattutto il colore dei barbari, celti e germani, che avevano l'abitudine di tingersi il corpo di questo colore per spaventare i loro avversari.

Verso la fine del XII secolo diventa il colore dei reali di Francia, successivamente molte famiglie nobili includeranno il prestigioso blu nei loro stemmi e nel 1700 anche le uniformi dei soldati si tingono di blu. Di largo utilizzo in arte e architettura, come in quella islamica, di per sé coloratissima ma che preferiva il verde, il blu decorava le moschee: a Istanbul la più famosa si chiama proprio Moschea Blu.

Durante il Medioevo, nell’arte sacra caratterizza il manto della Madonna e ancora oggi possiamo ammirare soffitti e mosaici decorati in blu e oro, come la basilica inferiore di San Francesco ad Assisi, che sfoggia un soffitto blu intenso con le volte ricoperte di stelle brillanti come lucciole. Nel Rinascimento il blu oltremare, considerato più prezioso dell’oro, era usato da Tiziano e Michelangelo per i loro splendidi dipinti (la Cappella Sistina vi dice niente?).

Ma il blu non è solo simbolo di potenza, arte, ingegno, ricchezza, devozione. Nel XIX secolo tra le piantagioni di cotone e tabacco nasce il blues, che affonda le sue radici fra i discendenti degli ex schiavi afroamericani. Quelle donne e uomini straordinari, senza strumenti musicali e spaventati dalle crudeli punizioni inflitte dagli schiavisti bianchi, daranno vita a una delle più famose e influenti forme di musica popolare cantando melodie struggenti mentre lavoravano duramente. Vi chiederete cosa c’entra questo col colore blu? Troverete la spiegazione a pagina 37!

Alla fine dell’800 il blu diventa il colore più usato e amato, tanto da dare il nome a un capo di abbigliamento che tutti, ma proprio tutti, hanno nell’ armadio (anche più di uno a dire il vero!): i blue jeans. La tela blu proveniente da Genova, che vestì persino Garibaldi, arrivò in America e venne in origine utilizzata per creare abiti per i minatori. Levi Strauss, la società che ebbe l’intuizione, ha inventato e prodotto su scala industriale i primi pantaloni da lavoro rinforzati, infine diventati simbolo di rivoluzione nella storia più recente.

Il ’68 è un periodo di rottura col passato. I blue jeans diventano un simbolo per i giovani di tutto il mondo

Ogni capitolo di questo volume coloratissimo (non solo di blu) è ricco di belle illustrazioni e curiosità che fanno venire voglia di approfondire la ricerca di questa storia interessantissima, lasciandoci in trepidante attesa di scoprire quella degli altri colori. Ad ogni modo cobalto, oltremare o indaco, il blu resta il mio colore preferito… e il tuo qual è?

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