Illustrazione digitale di Giusy Gallizia, 2022
Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
"Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto".
Gianni Rodari
A un anno dall'inizio della guerra in Ucraina, educare alla pace sembra l'unica soluzione possibile. Spesso si cerca di evitare ai più piccoli lo strazio delle immagini, la durezza dei suoni, la freddezza dei racconti. Eppure è necessario che i bambini conoscano, sappiano cosa succede neanche troppo lontano dalla loro nazione, in un territorio che da un giorno all'altro, per un'insensata scelta, è stato invaso, non solo oltre i confini, ma dal dolore e dalla disperazione.
Perché è fondamentale sapere? Non rimanere fuori dall'informazione? Perché questo è alla base della consapevolezza. E la consapevolezza è figlia di un lungo cammino insidioso, in cui bisogna accompagnare prestissimo quelli che saranno gli uomini e le donne di domani.
La pace è un concetto scontato per un bambino che conosce il rispetto delle regole, la democrazia, l'uguaglianza. Un concetto ovvio quasi, se non sa cosa significhi vivere in guerra, se per fortuna può solo immaginarlo. E anche quell'immaginazione è importante, non solo perché potrebbe accadere, ma perché sapere cosa succede è l'unico modo per sperare che non accada più: piantare un seme di conoscenza è la speranza di un frutto di pace e valori radicati. E come sempre, le soluzioni sono l'esempio e l'educazione.
Buttare fuori un bambino dalla consapevolezza è buttarlo fuori dal mondo stesso in cui vive.
Se la guerra non viene buttata fuori dalla storia dagli uomini, sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia
Questo sosteneva Gino Strada, fondatore di Emergency, che ci ha lasciato il 13 agosto 2021. Nella bellissima storia a lui ispirata, Il ragazzo contro la guerra, si ripercorre un evento realmente accaduto, tratteggia la determinazione e la forza morale di Gino Strada attraverso la voce di Yanis, tredicenne afgano in fuga da Kabul che, dopo averlo incontrato, decide di ritornare sui suoi passi e aiutare lui ed Emergency a riaprire gli ospedali.
I ragazzi, infatti, hanno sempre bisogno di adulti che li aiutino a capire quello che avviene nel mondo, ma anche a sviluppare un pensiero critico e alternativo che consenta loro di incidere significativamente nella realtà del futuro. Cosa possiamo fare noi quindi? Educare noi stessi e i ragazzi a elaborare un modo di pensare pacifico, prendendo esempio dalle storie di personaggi significativi di cui non ci si stanca mai di ascoltare le vicende, proprio come fossero nutrimento per il cuore.
Questi grandi uomini come Gino Strada, che all’ideale della PACE hanno dedicato la vita, sono tuttora faro illuminante per scegliere come agire nella quotidianità, tanto per chi li scopre oggi, quanto per chi ha avuto effettivamente la possibilità di incrociarli, come accade ai sei ragazzi protagonisti del libro Gandhi, che hanno raccontato chi era davvero il Mahatma e come ha inciso sulle loro vite dopo averlo incontrato. Instancabile sostenitore tanto della non violenza e del dialogo, quanto dell’autodeterminazione dei popoli sulle loro terre, con la sua forza d’animo, Gandhi, ha realmente cambiato la Storia.
O come Mandela, che non ha mai smesso di condividere i suoi pensieri coraggiosi e le storie incredibili che riguardano la sua vita, sebbene abbiano il fascino della fiaba, hanno inciso moltissimo sulla quotidianità dell’epoca. Finalmente sono usciti diversi libri che raccolgono le personalità più varie e disparate che si sono impegnate per rendere il mondo un posto migliore e che con azioni collettive di non violenza hanno ottenuto grandi risultati politici e sociali. Particolarmente interessante è Libertà, nato dalla collaborazione di Feltrinelli con Emergency, in cui trovano spazio quindici figure rivoluzionarie, ormai parte della storia, che che non si sono mai arrese davanti alle prepotenze; imperdibile anche Storie per bambine e bambini che sognano la pace che, partendo da curiosità e aneddoti circa la pace e i movimenti a sua difesa, arriva al racconto delle grandi personalità.
Educare alla pace significa anche far conoscere e far riflettere bambini e ragazzi, con la dovuta delicatezza, su quello che la guerra comporta nella quotidianità di chi la subisce, perché vivere in pace significa non solo assenza di guerra, ma anche presenza di diritti uguali per tutti e condizioni di vita dignitose. È proprio attraverso i sentimenti della gente comune che si coglie la reale tragicità delle situazioni di guerra: non a caso sono moltissimi i rifugiati, le persone che durante gli anni di guerra, prima o dopo, sono costretti ad abbandonare la loro terra e le loro case per tentare di sopravvivere e cercare un futuro migliore e che hanno diritto ad essere accolti e curati dalle altre nazioni. Immagina di essere in guerra è, in questo senso, un testo originale ed efficacissimo: ci fa calare nei panni di un ragazzo in fuga con la sua famiglia da un’ipotetica Italia in guerra verso un Medioriente felice, costringendoci a riflettere su tutte le scelte possibili necessarie per sopravvivere senza morire di fame. Tra i libri pensati per far cogliere ai ragazzi la gravità di questa condizione, ricordiamo anche Cos’è un rifugiato e Lilli e Max hanno degli amici profughi, oltre che Anche Superman era un rifugiato.
E se attraverso i libri possiamo gettare semi di pace che potranno fiorire domani nelle coscienze dei futuri adulti, non ci dobbiamo stancare di raccontare loro che gli esseri umani sono tutti uguali, e soprattutto di dare alle parole e ai gesti di accoglienza il giusto peso. È l’azione principale che possiamo mettere in atto. Preziosissimo rimane We are all humans che, facendoci riflettere sulla potenza delle parole che "non fanno rima con razzismo” ci ricorda che "spesso è la mancanza di immaginazione che non ci permette di vedere negli altri il mondo intero".
Gianni Rodari
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