Un tuffo nella scienza

Album di famiglia

Illustrazione digitale di Adèle Baer, 2022

Illustrazione digitale di Adèle Baer, 2022

"E questo è tuo cugino".

Direbbe così una tua ipotetica bis-bis-bis-bis-bis-(aggiungi moltissimi bis)-bisnonna, sfogliando un ipotetico album di famiglia del genere Homo, arrivata alla pagina col ritratto dell’uomo di Neandertal. Un simile album sarebbe un bel librone: avrebbe più di due milioni di anni. E la bis-bis-bis-ecc-nonna, l’ultima antenata in comune tra te e il cugino Neandertal, avrebbe diverse centinaia di migliaia di anni. Le pagine dell’album sono tantissime, ma molti riquadri sono vuoti: i ritratti di un gran numero dei nostri parenti sono andati persi. Questo non significa che un giorno non li ritroveremo.

Al genere Homo apparteniamo anche noi sapiens, che oggi siamo l’unica specie sopravvissuta. Prima di noi però si sono susseguite nei millenni tante altre specie umane: alcune molto diverse da noi, come l’antico Homo erectus, e altre molto simili, come il cugino Neandertal. “Se si potesse riportare in vita un Neandertal e metterlo nella metropolitana di New York, opportunamente lavato, sbarbato e in abiti moderni, potremmo anche non accorgercene”, sosteneva il paleontologo William Straus. In effetti, se davvero la nostra bis-bis-bis-ecc-nonna potesse mostrarci un album di foto, il cugino Neandertal sarebbe un signore di corporatura bella robusta, non molto alto, rosso di capelli, col mento sfuggente e le arcate sopraccigliari sporgenti: niente di eccezionale. Poi, certo, queste sono tutte ricostruzioni, ipotesi basate sulle ossa ritrovate nel tempo, dato che i Neandertal si sono estinti 40mila anni fa. Quel che è certo è che hanno convissuto in Europa con i sapiens per circa 50mila anni e le due specie si sono anche incrociate: dentro ognuno di noi c’è un pochino di sangue Neandertal. Secondo la maggior parte degli scienziati, i Neandertal erano i discendenti di un gruppo di Homo heidelbergensis, una specie ancora più antica (quella della bis-bis-bis-ecc-nonna), che lasciò l’Africa per l’Europa. I compagni heidelbergensis rimasti in Africa invece divennero sapiens, più tardi si misero in viaggio anche loro per l’Europa, ed ecco che le due specie si incontrarono.

Oggi ci sembra strano che possa esistere più di una specie umana, ma lo strano è invece essere rimasti soli. Dai primi esemplari del genere Homo fino all’estinzione dei Neandertal, specie umane diverse hanno sempre abitato il pianeta insieme. E il bello è che più passa il tempo, più gli esperti scoprono specie nuove. Homo naledi, per esempio, è stato scoperto meno di dieci anni fa. È una specie molto antica: somiglia alle australopitecine, la grande famiglia di primati da cui a sua volta discende il genere Homo. Immagina l’entusiasmo degli scienziati quando nel 2013, in Sudafrica, hanno trovato una grotta piena zeppa di ossa di una specie umana sconosciuta! Una vera festa per i paleoantropologi. Anche Homo floresiensis è un parente che siamo riusciti da poco ad aggiungere all’album di famiglia: la scoperta risale al 2003, neanche vent’anni fa, quando i primi reperti furono rinvenuti in una caverna indonesiana. Il nuovo arrivato fu soprannominato “hobbit” perché era molto piccolo di statura, nonostante i piedi grandi. Come vedi la scienza dell’evoluzione umana non sta ferma un attimo: la nostra è una storia in continua trasformazione, fatta di ipotesi che si aggiustano di continuo in base alle nuove scoperte e agli studi sempre più approfonditi che si possono fare sui reperti. E tutto cambia molto, molto velocemente. Pensa che al momento in cui furono trovati i primi resti di Neandertal, a metà dell’Ottocento, Charles Darwin - il padre della teoria dell’evoluzione - non aveva ancora pubblicato “L’origine delle specie”: il primo Neandertal fu scambiato per un soldato cosacco sfuggito alle guerre napoleoniche!

Oltre alle conoscenze, cambiano anche le nostre convinzioni. Immagina come sarà stato sconvolgente, in una società che immaginava gli esseri umani unici, identici a se stessi dalla notte dei tempi, scoprire cugini, bisnonni e trisavoli diversi: fu proprio questa difficoltà a rendere indigesta, all’inizio, la teoria dell’evoluzione di Darwin. Più tardi è stato sconvolgente anche scoprire che i Neandertal non sono del tutto estinti, perché un pochino vivono nel nostro DNA. Oggi che siano esistiti altri umani non ci stupisce più, ma ancora facciamo fatica a cogliere la complessità della nostra enorme famiglia. Hai presente l’immaginetta iconica dell’uomo che cammina davanti a una fila di creature sempre meno scimmiesche, lui eretto ed elegante, compimento perfetta di dignità e progresso? Le cose non sono andate proprio così. L’evoluzione segue strade tortuose e molto è in mano al caso, mentre a noi piace continuare a sentirci speciali. Quale nuova scoperta sulle nostre origini arriverà presto a sconvolgerci?

Consigli di lettura

Altri consigli di lettura 

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente