Illustrazione digitale di Giusy Gallizia, 2022
Filastrocca delle buone maestre
Maestra, insegnami il fiore ed il frutto
“Col tempo, ti insegnerò tutto!”.
Insegnami fino al profondo dei mari
“Ti insegno fin dove tu impari!”.
Insegnami il cielo, più su che si può
“Ti insegno fin dove io so!”.
E dove non sai?
“Da lì andiamo insieme
Maestra e scolaro, dall’albero al seme.
Insegno ed imparo, insieme perché
Io insegno se imparo con te!”.
Bruno Tognolini
Che strane figure sono i grandi! Mamme, papà, nonni, zie, zii e tutti i loro amici: sono persone con cui abbiamo a che fare a casa, in vacanza o alle feste. Si occupano di noi, giocano con noi e inventano grandi avventure, ci vogliono bene, a volte ci sgridano - proprio perché ci vogliono bene - ci spiegano cosa si può fare e cosa no. Alcuni sono dolci e gentili, altri burberi e severi. C'è però una figura che sembra un po' la somma di tutte queste: l'insegnante!
Essere maestri, insegnanti o professori non è solo un mestiere. I nostri maestri, a partire dal nido e dalla scuola materna, sono i primi grandi di cui ci possiamo fidare fuori casa e di cui si fidano i nostri genitori, che a loro ci affidano. Sono persone un po' speciali, che ci insegnano a stare bene con gli altri, che ci accompagnano mentre scopriamo che siamo capaci di fare un sacco di cose, ma semplicemente ancora non lo sapevamo, un po’ come succede a Lupetto che davvero vuole bene alla sua maestra, come se fosse un’amica grande e non la sua insegnante: Lupetto ama la sua maestra.
È l’arte suprema dell’insegnante: risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza
Immagine tratta dal libro "Tutto ciò che la maestra non ti dirà mai.... " di Noè Carlain, Ronan Badel, La Margherita, 2017
Alle elementari, i maestri ci introducono nel meraviglioso mondo del conoscere e grazie a loro lettere e numeri, parole e storie diventano amiche (anche se a volte i numeri sanno essere parecchio dispettosi, diciamoci la verità...).
I maestri delle elementari sono dunque un po' insegnanti e un po' amici che ci aiutano a diventare sempre più autonomi. “Amici?” - direte voi. In effetti basta chiedere a Matilde, protagonista del romanzo di Roald Dahl, e pensare alla signora Spezzindue per scoprire che ce ne sono di tutti i tipi!
Un albo meraviglioso, che per fortuna circola da qualche anno ormai e non smette di divertire i suoi lettori, si intitola Come funziona la maestra. Difatti, queste figure che ci accolgono ogni giorno a scuola sono creature diversissime tra loro, ognuna con le sue caratteristiche non solo fisiche e caratteriali – Una maestra piccola non è mezza maestra, così come una molto grande non vale il doppio – ma anche con mille sfumature dettate dalla loro materia: troviamo quindi maestri a righe o a quadretti, maestri multilingua e così via, come in La mia maestra è un vampiro e La maestra ha perso la pazienza.
Grazie maestra invece ci racconta di una maestra che ha moltissima pazienza, anzi capace di sopportare una bambina molto impegnativa, che spesso combina guai. Nonostante tutto, la maestra trova sempre il modo e le parole giuste per farle capire come e cosa fare, per essere anche severa quando serve. Il racconto splendidamente illustrato è una lettera che questa piccola peste scrive alla sua maestra, e la chiusa ci fa capire quanta importanza lei abbia avuto per la ragazzina, ora giovane donna, che ha scelto il suo mestiere proprio pensando a lei.
Lettera a una maestra è invece una lettera in rima, una dolcissima filastrocca, per ringraziare le maestre per il loro lavoro, ricordandoci quanto sono importanti quelle cose che ogni giorno vengono trasmesse ai piccoli.
Immagine tratta dal libro "Tutto ciò che la maestra non ti dirà mai.... " di Noè Carlain, Ronan Badel, La Margherita, 2017
Cresciamo con un insegnante sempre a fianco, e negli anni delle medie tutto si fa più serio: cambia il nome con cui ci rivolgiamo a loro, “professore” o “professoressa”, magari bisogna dare del “lei”. Ai mei tempi i professori facevano un po' paura, più dei maestri delle elementari!
Eppure, nonostante la scocciatura dei compiti e le ore di lezione, che a volte sono un po' noiose, e le interrogazioni, che ci fanno sudare le mani come se avessimo i guanti ad agosto, anche le scuole medie hanno una buona dose di meraviglia e di scoperte entusiasmanti.
Insomma, in sostanza tutto ciò non sarebbe possibile se non ci fossero gli insegnanti, quindi questa giornata dedicata se la meritano proprio. Il 5 ottobre si celebra la Giornata mondiale degli insegnanti e dal 1994, in questa ricorrenza, dobbiamo ricordarci di dire grazie, davvero. Nella nostra parte di mondo andare a scuola è un diritto, è un'occasione preziosa per costruire il nostro futuro. Ci sono paesi, però, dove la guerra, la fame, la povertà o l'ignoranza di chi ha il potere rendono difficile, se non impossibile, andare a scuola.
Il nostro pensiero va oggi, più forte che negli altri giorni, a tutti quei grandi che, con un gessetto e una lavagna o un quaderno e una matita, sfidano tutti gli ostacoli per portare la scuola anche dove non potrebbe altrimenti arrivare e a coloro che, anche in Italia e in Europa, lavorano duro ben oltre le ore di lezione, per accompagnare i bambini e i ragazzi verso un’età adulta serena e piena, dando loro gli strumenti necessari.
Grazie insegnanti!
Filastrocca di saluto alle maestre
Cara maestra, mi sembra ieri
ch’ero alto un metro; e tu com’eri?
Eri più alta o eri più bassa?
Non lo ricordo, il tempo passa.
Il tempo corre, il tempo vola
ed è già tempo di cambiar scuola.
Ma non son triste, lo sai perché?
Perché nel cuore resti con me
Sabrina Giarratana
Immagine tratta dal libro "Tutto ciò che la maestra non ti dirà mai.... " di Noè Carlain, Ronan Badel, La Margherita, 2017
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