Il barone De Feliciis III era biondo, alto, elegante e splendidamente in forma. Suo figlio era scuro, piccolo, gracile e aveva sempre il moccio al naso, vuoi perché aveva pianto o perché non stava bene. Il padre era felice, sempre. [...] Il figlio era triste tutta la settimana. Il lunedì perché era l’inizio. Il martedì senza un vero perché. Il mercoledì perché era un giorno lunghissimo, e il tempo non passava mai
Tristano, sempre triste, troppo sensibile, e il barone De Feliciis, suo padre, sempre felice: due nomi che già sembrano segnare inevitabilmente un destino preciso, due modi di sentire e vedere la vita che sembrano non avere niente in comune, due binari diversi, eppure un cambio improvviso di rotta permetterà loro di ritrovarsi.
È come se questa bellissima storia avesse due tonalità. Una è quella grigia, come grigia è la vita che vive Tristano al castello, scandita da regole assurde, noiosa, e dove nessuno sembra ascoltarlo veramente. Circondato solo da adulti che lo considerano malato, passa la sua infanzia in compagnia di specialisti, senza nessun bambino della sua età, sentendosi molto solo. Il barone De Feliciis ha una vita scandita invece da mille impegni, feste da organizzare, è un uomo di successo, amato e rispettato da tutti, che ha fatto del buonumore un vero e proprio business: ha persino creato un “Trattamento della felicità” cucito su misura per ogni abitante. Un padre felice, ma poco presente nella crescita di Tristano, fondamentalmente concentrato su sé stesso, sul suo lavoro, sulla sua missione che lo occupa a tempo pieno.
Questo romanzo d'esordio di Alessia Denaro è un inno all'importanza di accogliere tutte le emozioni, belle o brutte che siano, e soprattutto al valore inestimabile della condivisione: la vera ricetta della felicità.
Tristano, stanco delle cure e delle attenzioni rivolte alla sua "malattia", decide di dare una svolta alla sua vita scappando dal Castello. Rifugiatosi in un parco dei divertimenti scopre che vi si nascondono due bambini che celano un segreto: stanno ridando vita agli impianti ormai in disuso del parco dei divertimenti, un Paradiso creato per far felice i bambini, ma boicottato dal sindaco del paese, uomo rigido e severo.
Nella seconda parte della storia incontreremo una rassegna di personaggi unici, ognuno con le proprie manie, con curiosi aneddoti da raccontare, ed ecco che la tonalità del racconto prende colore. L’infanzia di Tristano si arricchisce di ricordi, di esperienze buffe, incontrando personalità stravaganti e bizzarre che daranno colore alla sua vita. Non ci sono, però, solo nuove amicizie, ma un mistero da risolvere, un complotto da sventare! Due innocenti da salvare faranno da sfondo a questa nuova parte dell’avventura, dove è necessario agire e non c’è tempo per piangersi addosso.
La figura di Tristano può, per certi versi, essere paragonata a quella di un altro bambino descritto in un grande classico della letteratura di infanzia: Colin, protagonista del Giardino segreto di Frances Burnett. Anche lui, accudito solo dalla servitù, cresce solitario e scorbutico. Solo grazie alle cure di una bambina, sua cugina, che lo trascinerà in una grande avventura, recupererà quell’energia vitale che ormai sembrava sopita.
In entrambi i racconti si sottolinea l’importanza dello stare insieme, del non chiudersi mai in sé stessi, perché la vita regala sempre sorprese impreviste.
Una storia che ci parla di sentimenti, di amicizia, dell’importanza di aiutarsi a vicenda. Una storia che ci farà ridere e riflettere, perché solo dimenticando di concentrarsi esclusivamente su noi stessi ritroveremo la felicità, perché si può cambiare, se lo vogliamo davvero.
Tutti noi in qualche modo ci ritroviamo ad etichettare o a essere etichettati, a giudicare, a innalzare muri tra di noi, a catalogare le persone in base alle loro abitudini, trovandoci poi spesso a crederci veramente. Ecco dunque che l’autore, in questa bellissima storia, parla dell’importanza del cambiamento, della condivisone, delle diverse sfaccettature che fanno parte di ognuno di noi e trasmette un importante insegnamento… mai fermarsi all’apparenza!
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