Italo Calvino: una storia per bambini e ragazzi

Uomo dal multiforme ingegno, illustrato dai più grandi, saccheggiato da cultura e scuola, colui che più di ogni altro in Italia ha incarnato lo spirito romantico della fiaba e del fantastico, quello illuministico della scienza, grande teorico della letteratura, Italo Calvino, di cui il 15 ottobre festeggeremo il centenario dalla nascita, è probabilmente il più complesso, per tematiche e vastità di pensiero, degli autori italiani del Novecento, e i suoi libri hanno cittadinanza in molti e diversi scaffali delle librerie, compresi quelli del reparto ragazzi.

Ma Calvino è un autore per l’infanzia e l’adolescenza? È una domanda a cui è molto difficile rispondere perché comporterebbe dare una definizione stretta di quello che sono la letteratura per l’infanzia, e la letteratura in generale: quindi non ci proveremo nemmeno. Cercheremo di conoscere, in una carrellata, quei testi di Calvino che sono leggibili dai bambini e dagli adulti di per sé o grazie all’aiuto di illustratori straordinari, primo fra tutti Emanuele Luzzati, forse colui che meglio si è prestato a riprendere nel disegno la pensosa leggerezza, l'invenzione coraggiosa dell’autore sanremese, cui lo legava una contiguità temporale ma anche geografica. Un aneddoto su gli altri: nell’illustrare Il visconte dimezzato, Luzzati disegnò dapprima un visconte Medardo di Torralba intero, per poi strappare a metà il foglio, in un gioco tra il poetico, l’ironico ed il serio più profondo.

Esiste una produzione di Italo Calvino pensata espressamente per bambini, ma non è vasta: si limita a pochi racconti, tra cui I disegni arrabbiati, parte di un progetto più ampio, che doveva intitolarsi Lodolinda e che non è mai stato realizzato, Il drago e le farfalle, Le tre isole lontane, L’ussaro e la luna, La foresta-radice-labirinto. Sono racconti in cui la tecnica della fiaba, che si giova di convenzioni, come per altro ben spiega l’opera di Vladimir Propp, tradotta in Italia negli anni in cui Calvino operava, incontra lo spirito di surreale esattezza dello scrittore, e ne vengono fuori racconti perfettamente misurati ma godibili appieno da lettori di scuola primaria, anche per la fortissima ironia che ne attraversa le pagine.

Il rapporto di Calvino con la fiaba è centrale: Calvino è infatti il grande raccoglitore delle fiabe italiane. Non si tratta di un’opera pensata per i bambini ma di una collazione che nasce da un progetto editoriale avanzato alla fine degli anni Quaranta da Giulio Einaudi e da lui proposto a Calvino. Dopo le grandi raccolte di età moderna – in Italia iniziano a essere compilate molto presto, a partire dal Cinquecento – che però, probabilmente a causa della complicata unificazione della nostra nazione, si limitavano a selezioni regionali, una fra tutte quella di Giuseppe Pitrè per quanto riguarda le fiabe siciliane, non esisteva in Italia un’opera che raccogliesse una rappresentativa selezione, un canone, della fiaba popolare. Il lavoro di Calvino, poi pubblicato nel 1956 sotto il titolo di Fiabe italiane è stato quello di raccogliere e riscrivere in una lingua unica, coerente, il materiale della tradizione folclorica italiana, con un lavoro a metà tra quello dell’antropologo e quello dello scrittore.

Dall’interno del vasto patrimonio delle Fiabe Italiane, che, come accade con le fiabe della tradizione popolare, è spesso duro e violento, Mondadori ha scelto di pubblicare delle raccolte organizzate per temi, con una selezione delle fiabe più appetibili per il gusto contemporaneo, illustrate sempre magnificamente ognuna da un illustratore diverso. Così i bambini, invece di scontrarsi con un’opera imponente e spesso al di fuori della loro portata, senza la mediazione dell’adulto, possono leggere dei volumetti più agili: Fiabe un po’ da piangere, Fiabe tutte da ridere, Fiabe in cui vince il più furbo, Fiabe di mare, Fiabe di animali magici, Fiabe da far paura (appena appena, non tanto), Fiabe d’incantesimi, e Fiabe a cavallo.

Mondadori ha inoltre recentemente pubblicato edizioni illustrate di tre singole fiabe: L’amore delle tre melagrane, illustrato da Lida Ziruffo e le due fiabe della tradizione siciliana Giufà e la statua di gesso e Cola pesce, illustrati rispettivamente da Fabian Negrin e Simona Mulazzani. A proposito di tradizione siciliana, non si può ignorare il legame di Calvino con l’Ariosto dell’Orlando furioso e con le storie dei paladini di Francia, che tanta parte hanno nel teatro di marionette popolare siciliano, L’opera dei pupi. La versione di Mondadori Oscar Junior dell’«Orlando furioso» di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino è appassionata ed appassionante e leggibile a partire dai dodici anni d’età.

La fiaba è geometrica, avanza per costanti e variabili, per multipli, per ripetizioni, per divisioni, come geometrico e moltiplicante è il lavoro di Calvino: pensiamo alla struttura delle Città invisibili o al Castello dei destini incrociati, o a Se una notte d’inverno un viaggiatore. Carica di fiaba e di perfetto calcolo geometrico è anche La trilogia dei nostri antenati: un grande esempio di testo non destinato all’infanzia o all’adolescenza ma utilizzato moltissimo dalla scuola in quanto rappresentativo di temi che ben si prestano alla didattica, destino anche di altre opere calviniane. Tra queste molto letta e amata è anche la raccolta di racconti con protagonista Marcovaldo, figura fiabesca anch’egli, contadino inurbato ma non avvezzo alla vita di città, scarpe grosse e cervello fino. A volte, quella operata dalla scuola è una sezione anatomica, si isolano componenti a seconda della loro utilità: Marcovaldo è per parlare di natura, Il sentiero dei nidi di ragno serve per parlare di storia contemporanea, ma al di là di un possibile uso strumentale, è certo che la molteplicità, chiave di volta dell’opera dello scrittore sanremese, consente una variabilità di destinatari.

Oltre ad i testi originali della trilogia nell’edizione Oscar Junior – Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente, Marcovaldo – segnalo anche l’uscita di due fumetti, Il visconte dimezzato di Lorenza Natarella e Il barone rampante di Sara Colaone, in grado di favorire un primo approccio all’autore a ragazzini che magari non avessero voglia di cimentarsi nei testi integrali.

Partendo dal romanzo forse più amato della trilogia, Il barone rampante, Roger Olmos ha realizzato Cosimo, un libro di sole illustrazioni, pubblicato da Logos, che celebra la meravigliosa ostinazione ed il coraggio di chi, come il Conte Piovasco di Rondò, non può che essere se stesso, anche se questo comporta una distanza, anche fisica, dagli altri e uno sguardo prospettico, per forza di cose, differente.

Cosimo Piovasco di Rondò, per me, è il personaggio chiave dell’opera di un autore che amo moltissimo, simbolo di chi, abbracciando appieno la propria unicità e discostandosi da quella altrui, non si allontana dall’appartenenza alla comunità umana e degli altri si occupa, senza far vanto di eccezionalità. La lezione che porto con me da questi cento anni con Calvino (e dai tristissimi quasi quarant’anni senza di lui, che ci è stato tolto davvero troppo presto) è invito all’impegno, a prendersi carico dei problemi, ciascuno per come può, ma anche all’umiltà di farlo senza mettere troppa attenzione su di sé, per quanto unici e diversi si possa essere. Mi sembra un bel valore da insegnare ai nostri bambini: ma non l’unico che emerge dall’opera di Calvino. Del resto, quando si pesca dalle pozze più profonde, ognuno prende qualcosa, e prende quello che può: ma se la pozza è pescosa prenderà un pesce, e non una scarpa.