Una scuola di lettori

Sulle onde della libertà: la recensione del libro

Le classi seconde della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Tolstoj di Milano hanno incontrato la scrittrice Nicoletta Bortolotti, autrice del libro Sulle onde della libertà. Le classi hanno affrontato insieme all'autrice il tema della guerra e dello sport come mezzo di comunicazione e comprensione reciproca.

Gli studenti della 2E presentano il libro Sulle onde della libertà

Mahmud è un bambino palestinese che vive a Gaza City e ama follemente il surf e un po’ meno i compiti, soprattutto quelli di geometria. Tranne gli angoli, proprio perché lo aiutano nel surf. Samir è un bambino israeliano e vive anche lui a Gaza City.

I due ragazzi amano lo stesso sport perché è uno dei pochi svaghi che permette agli abitanti della città di sentirsi liberi. La guerra li vorrebbe divisi, ma grazie alla passione per il surf i due bambini diventano amici. L’incontro con Bill, un maestro di surf americano, li aiuta a superare le difficoltà e a trovare la loro onda perfetta.

Questo libro ci è piaciuto tanto, soprattutto perché ad ogni inizio capitolo c'è la descrizione di una tecnica di surf. È un libro che fa riflettere e fa capire che, nonostante le diversità, tutti siamo uguali. Non è facile pensare che tutta questa storia si svolge in un paese continuamente in guerra, ma è incredibile come lo sport riesca ad avvicinare più persone.

Il personaggio che in generale ci ha colpito di più è stato Mahmud perché non si scoraggia mai quando cade e trova il modo di rialzarsi e continuare a provarci. Di questo libro ci è piaciuto come è stata raccontata l'amicizia tra Mahmud e Samir e come le piccole cose come lo sport possano aiutare nei momenti difficili, proprio per questo la parola chiave di questo libro secondo noi è amicizia.

Sulle onde della libertà
Sulle onde della libertà Di Nicoletta Bortolotti;

Mahmud vive a Gaza City, una città colpita ogni giorno dai bombardamenti, e adora il surf. Anche Samir adora il surf. Ma il primo è palestinese e l'altro israeliano. Ma che differenza fa? Hanno tutti e due gli stessi sogni e aspettano tutti e due la stessa onda da cavalcare.

L'incontro con l'autrice

Il 18 dicembre abbiamo avuto il piacere di incontrare l'autrice, Nicoletta Bortolotti, direttamente nella nostra scuola. L’incontro è stato molto interessante perché l'autrice ha parlato della sua vita e del mestiere di ghost writer, che significa scrittore fantasma proprio perché rimane sconosciuto.

Ci ha raccontato che l'idea di questo libro è venuta dalla storia di un surfista che ha portato 12 tavole da surf a Gaza city. Da quelle ricerche aveva scoperto che a Gaza c'erano dei bambini che praticavano quello sport ogni giorno; ci ha fatto vedere foto di come gli abitanti di Gaza City vivono, in una città distrutta dalla crudeltà umana, dove l’unico posto con un po’ di vita e spensierato è il mare. Il mare è l’unica terra in cui si può essere liberi. 

Le abbiamo domandato se, come Mahmud e Samir, fosse riuscita a trovare l’onda giusta. Ci ha risposto che per lei l’onda giusta è la scrittura, che ogni giorno la rende una persona migliore e soddisfatta di se stessa.

Ci ha spiegato che ognuno di noi ha un’onda giusta che per tutti è diversa: un sogno nel cassetto, un obiettivo faticoso o semplicemente ciò che ci rende felici.

Prima di salutarci ci ha firmato tutti i nostri libri augurandoci di trovare anche noi la nostra onda giusta, proprio come Samir e Mahmud l’hanno trovata nella loro amicizia.

Le frasi che ci hanno colpito di più
“Il surf è un razzo alieno che sconfigge i nemici”
“Come fai a dare amore, se non ami la tua vita? Prima di occuparti degli altri devi trovare il modo di stare bene con te stesso.”
“Però mi chiedo: quest’onda che aspettiamo sarà israeliana o palestinese?”

“Quando un grande pronuncia il tuo nome, significa solo una cosa: pericolo, discorso-serio-in-arrivo.”

Il tema principale del libro: l’amicizia

L’amicizia non è una cosa che si può comprare o che si può trovare facilmente, nasce fra due persone diverse fra loro. I valori fondamentali dell'amicizia sono la fiducia e l'onestà e la spontaneità fra i due o più amici.

Quando una persona senza esitare ti guarda negli occhi e ti dice"Sì, di te mi fido” e tu puoi ricambiare, allora quella è vera amicizia. Per questa ragione è importante distinguere gli amici dai conoscenti, l'amicizia ha un valore più profondo e radicale, che passa per la condivisione e lo scambio specialmente di emozioni fra le persone.

L'amico non ti chiede di cambiare, non giudica la tua situazione ma allo stesso tempo ti fa notare se stai prendendo una strada sbagliata. A un amico puoi confidare pensieri, idee e segreti, a un amico puoi chiedere aiuto senza che esso pretenda nulla in cambio; la differenza fra amici e conoscenti, insomma, è abissale.

Ed essere circondati da persone non significa necessariamente essere circondate da amici. In qualche modo l'amicizia è qualcosa di eterno che non può né nascere e né morire, ma vive all'infinito dentro ognuno di noi. Nonostante ciò sarebbe un errore considerare i nostri amici come un “clone”: un amico è il nostro completamento, non il nostro sosia. La più grande conquista nell'amicizia è non aver bisogno di spiegarsi per capirsi. Per questo il vero amico è quello che può anche stare in silenzio.

La cosa più importante in un rapporto di amicizia è il rispetto unito alla sincerità, alla comprensione. L'amicizia non è esclusiva: può esistere con molte persone, con varie sfumature, senza che nessuno si senta svalutato. Capita a volte che l'amicizia deluda: si può scoprire che un amico non è una persona che ci aspettavamo perché agisce per suo interesse. Il vero amico in ogni momento è in grado di aiutarti sia fisicamente che moralmente, mantiene segreti e non tradisce.

La bellezza della diversità: le riflessioni della 2D

Questo libro e questo incontro mi sono piaciuti davvero molto. Il libro l’ho adorato per tanti motivi, come per esempio il fatto che sia ambientato ai giorni nostri, che la storia abbia un lieto fine, che i ragazzi superino le difficoltà e diventino amici. Ma ci sono anche cose che mi hanno fatto riflettere, ad esempio un paragone che fa Mahmud: duro come un carro armato, quando tutti noi avremmo detto duro come il marmo o duro come la pietra

Cristian B.

Mi ha appassionato che ciò che lega i due ragazzi sia lo sport, in particolare il surf, che li fa sorridere nei momenti più difficili. Io non ho mai praticato surf, ma anche questo, come ogni sport, rappresenta un momento di svago, ma è fondamentale anche per imparare valori importanti come la lealtà e lo spirito di squadra. Nello sport non ci sono differenze culturali o politiche, ma senso di squadra e aiuto reciproco.

Gabriele C.

L’incontro con l’autrice è stato davvero interessante: Nicoletta ci ha raccontato la sua storia, da dove è venuta l’idea di scrivere un libro su Gaza e ci ha fatto anche vedere alcuni video sul surf e sulle sue caratteristiche. Io credo che Nicoletta sia stata davvero brava a scrivere questo romanzo, perché è un vero e proprio richiamo alla pace e all’amicizia.

Cecilia B.

Il libro Sulle onde della libertà, che abbiamo letto in classe, non è solo semplici fogli con sopra delle parole, ma per me è stato fonte di un'ispirazione emotiva.

Matteo C.

Il libro Sulle onde della libertà nasconde un messaggio importante: la forza dell’amicizia. Anche nelle situazioni più tristi, come la guerra, si può vedere del bene nell’altro. E Mahmud ha trovato del bene in Samir.

Beatrice C.

La tavola da surf come mezzo di comunicazione: le riflessioni della 2B

La storia narrata in questo romanzo ci è sembrata molto significativa perché ci fa capire che alcune cose gravi, come la guerra, hanno un impatto diverso sui ragazzini, rispetto agli adulti. La vita quotidiana dei più giovani, infatti, come spesso succede, è condizionata da altre cose rispetto a quella dei loro familiari adulti. Nel romanzo Sulle onde della libertà si racconta di due ragazzini che, nonostante le rivalità presenti tra i popoli a cui appartengono, sono presi da una attività che non ha nulla a che fare con la guerra, ma dalla comune attesa di un qualcosa che deve arrivare, ovvero l’onda giusta da cavalcare con le loro tavole da surf.

Questo però non succede agli adulti che si fanno la guerra o, se va bene, cercano di ignorarsi, cosa che impedisce loro di dialogare e di scoprire che forse hanno anche qualcosa in comune, magari un dolore condiviso nato proprio dall’odio reciproco. Però i pregiudizi delle rispettive famiglie non riusciranno ad impedire ai due ragazzini di trovare nel surf un mezzo non solo di divertimento ma anche di comunicazione.

Surfiamo insieme oltre le differenze: le riflessioni della 2F

 

Una delle frasi del libro che mi è piaciuta molto è: Se vinci con uno che non conosci ti importa solo di vincere. Ma se vinci con un tuo amico ti viene quasi voglia di andare ai supplementari.

Nirmal W.

In fondo cosa importa se uno è palestinese e l’altro israeliano? Hanno entrambi la stessa passione per il surf e aspettano la stessa onda perfetta.

Elisa P.

 

La storia parla anche dell’importanza dello sport, in questo caso il surf. Grazie a questo, infatti, i due ragazzi riusciranno ad avvicinarsi e a condividere nuove esperienze insieme. E’ stato interessante scoprire che il romanzo è ispirato a una storia vera, in particolare il maestro di surf di Mahmud e Samir che è realmente esistito e credeva fermamente che, se i ragazzi avessero potuto surfare insieme, avrebbero anche potuto vivere tranquillamente insieme.

 Matilde F.

 

Quando ho incontrato la scrittrice sono rimasta molto colpita e la ringrazio di avermi dato la possibilità di leggere questa storia di amicizia così forte tra due miei coetanei dall’apparenza così diversi ma con un cuore uguale.

 Matilde D.C.

Pensieri sfusi

Il mare è l'unica terra in cui siamo liberi.
Il rumore del razzo è quello di un'onda.
Non si possono fermare le onde, ma si possono surfare.
Si cade in acqua 1000 volte e ci si rialza 1001.
Ogni onda è speciale, è ammirabile.
Il bello del surf è che non sai cosa accadrà l'istante dopo.
E se non trovassi l'onda giusta?
E se invece la trovassi?

Il focus sull'attualità della 2C

Gaza City è l'area più colpita dai bombardamenti nel conflitto tra Israele e Palestina, per questo la vita non è delle migliori: i bambini vivono praticamente per strada, la maggior parte ha un solo genitore o è orfana di entrambi, i ragazzi sono abituati a vedere la guerra, i bombardamenti, vedono morire tante persone tra cui loro amici, genitori, fratelli. Quindi per loro è naturale giocare a fare la guerra con armi finte e non capiscono che è una cosa negativa, vedono tutto con gli occhi ingenui di un normale bambino, giocano ad indovinare che carro armato è e di quale nazione è, visto che ormai sono abituati a vedere carri armati passare per le loro strade.

A Gaza City ci sono dei tunnel sotterranei dove le persone svolgono la loro vita, dove si fanno matrimoni e dove ci sono negozi e attività. I tunnel sono dotati di illuminazione e ventilazione, binari, vie di fuga in caso di esplosioni. Vi si trovano cammelli, mucche, pecore, componenti di auto che poi vengono assemblate, benzina, cemento e armi.

A Gaza City però si pratica il surf, uno sport ormai diffuso da molti sulla Striscia; anche in situazioni estreme il surf per gli abitanti è la libertà, perché il mare è l'unica terra in cui siamo davvero liberi.

L'amicizia, i pregiudizi e la ricerca dell'onda perfetta

L’amicizia non è una cosa che si deve scegliere  o che si deve forzare, ma è una cosa che nasce fra due persone che si trovano bene tra di loro e si vogliono bene.

Un amico è colui che, inconsciamente, riesce a tirare fuori il meglio di noi. Un amico non ha bisogno di chiederti come stai per capire come ti senti davvero, gli basta guardarti negli occhi per capire ciò che la bocca non riesce a spiegare.

Molto spesso nella società di oggi ci sono i pregiudizi, un’opinione a primo impatto su una persona spesso infondata e superstiziosa.

Proprio come Samir e Mahmud, all’inizio si "squadravano" con lo sguardo solo perché i loro paesi, Palestina e Israele, sono in guerra fra loro, avendo un’opinione dell’altro negativa senza conoscersi realmente.

Grazie alla loro passione, il surf, riescono ad avere un rapporto di amicizia vera, pura e genuina. Una delle parti del libro che ci è piaciuta di più è proprio quando Samir si butta in acqua, rischiando la propria vita, solo per salvare il game boy di Mahmud.

Gli sport, soprattutto gli sport di squadra, creano empatia e valori inestimabili come il rispetto, ma riescono anche a farci fare amicizia con persone totalmente diverse da noi. L’amicizia è amore genuino, profondo e importante, che ci riempie di felicità e di ricordi.

L’amico è quella persona a cui vai a parlare quanto stai male, e ti senti perso, lui con poche parole riesce a cambiarti totalmente una giornata in meglio, anche se, a volte, basta stare in silenzio, seduti l’uno accanto all’altro, e lì la compagnia dell’amico riesce a farti sentire compreso.

L’amicizia pura e sincera tra due ragazzi apparentemente molto diversi ma invece molto simili.​ Uno israeliano e l’altro palestinese, i genitori si odiano per questo ma non si conoscono. Samir e Mahmud invece, uniti dallo stesso sogno di diventare surfisti e dal desiderio di trovare l’onda perfetta, sono diventati fin da subito molto amici.​ Mi ha colpito nella storia che i due ragazzi, anche dopo aver sentito i pensieri dei genitori contrari alla loro amicizia, non si siano fatti influenzare dai pregiudizi e anzi abbiano continuato a vedersi ogni giorno dopo la scuola per surfare insieme. Così hanno scoperto di essere molto simili e di avere le stesse passioni e insieme hanno cavalcato l’onda perfetta. ​

Noi, alunni di 2C, vi auguriamo di trovare un’amicizia vera, perché è vero, chi trova un amico trova un tesoro!

Domande all'autrice Nicoletta Bortolotti

I nomi dei personaggi del libro sono di pura fantasia o sono persone che le ricordano qualcuno o significano per lei qualcosa?

I nomi dei personaggi del libro sono di pura fantasia però ho scelto dei nomi che sono molto usati nel territorio in cui è ambientato il libro.

Perché ha deciso di scrivere un libro su questo argomento, sul conflitto tra Palestina ed Israele?

Come ho detto sono i libri che vengono da me, infatti questo libro ho deciso di scriverlo perché avevo letto un articolo di giornale che parlava del surf a Gaza City. Io non sapevo niente di questo argomento, quindi ho deciso di approfondire e dopo scrivere un libro che parlasse del surf a Gaza City e del conflitto tra Palestina ed Israele.

Come e dove scrive?

Scrivo principalmente in treno, infatti è la mia seconda casa, scrivo anche su taccuino e PC.

Oltre alla scrittrice fa altri lavori?

A volte mi capita di dover correggere i libri di altri scrittori.

Perché ha scelto proprio il surf come sport per il libro?

Perché è lo sport più praticato a Gaza City.

Come sceglie i titoli dei libri?

Di solito i titoli li scelgo alla fine, non rimangono mai quelli che scelgo inizialmente ma cambio sempre perché il percorso di scrittura è pieno di imprevisti.

Questo libro è ispirato ad una storia vera?

Sì, è ispirato ad una storia vera.

Perché ha scelto il titolo "Sulle onde della libertà"?

Il nome l'ho scelto perché con la guerra ed i conflitti, il mare è l'unico posto sicuro.

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Nasce in Svizzera, ma vive in Italia. Laureata in Pedagogia, da molti anni redattrice Mondadori, autrice per ragazzi e per adulti, pubblica per le maggiori case editrici e collabora con il supplemento culturale de “La Provincia di Como” e con le riviste letterarie “Letteratitudine” e “Clandestino”. Ha pubblicato per Sperling & Kupfer Il filo di Cloe ed E qualcosa rimane, ora ripubblicato con Besa Editrice (premio Carver e premio Leonforte); per Mondadori Sulle onde della libertà (finalista al premio Bancarellino); per Einaudi ragazzi In piedi nella neve (premio Gigante delle Langhe e premio Cento), Oskar Schindler Il Giusto e La bugia che salvò il mondo. Per Harper & Collins Chiamami sottovoce (premio Alvaro Bigiaretti e premio Giuditta), grazie al quale è stato realizzato un documentario per Rai3 sui bambini nascosti. Per Giunti ha pubblicato Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metro, storia vera di Ahmed Malis. Per Mondadori Contemporanea il romanzo per ragazzi Quelle in cielo non erano stelle e per Gribaudo l’illustrato Il cielo degli animali.

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