Come nascono le dittature? Forse nascono per ignavia. Perché la democrazia, la libertà, sono bellissime ma sono faticose. Sono faticose perché in democrazia è necessario confrontarsi, cercare l’accordo con chi non è d’accordo con te, e rispettarlo. È più facile delegare, far sì che qualcun altro, l’uomo forte, decida tutto, si prenda la responsabilità. E chi non è d’accordo col leader è un nemico, fa paura, e deve essere eliminato.
Soprannominato “Tempesta” per il suo carattere determinato e appassionato, nell’autunno del ’23 Matteotti ha già alle spalle anni da fuggiasco, passati lontano dai figli e dalla moglie Velia, impegnato a sottrarsi alle violenze delle squadre fasciste. Consapevole dei rischi, Matteotti sceglie di trasferirsi a Roma per vivere accanto alla famiglia.
Democrazia e libertà
non possono difendersi da sole. Democrazia e libertà
hanno bisogno di noi.
Può sembrare un azzardo raccontare a bambini e ragazzi la vita e la morte di un uomo, Giacomo Matteotti che, cento anni fa, in Italia, sacrificò tutto per difendere, contro la dittatura incipiente, gli ideali di libertà cui credeva profondamente, in un sacrificio che, seppure non vano, precipitò gli eventi fino alla completa dittatura. Luisa Mattia, in Tempesta Matteotti, offre una biografia essenziale ma non incompleta, del parlamentare socialista, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte.
Tempesta Matteotti, di Luisa Mattia (Lapis) è una biografia quotidiana, casalinga, in cui il focus non è tanto sull’uomo pubblico, sul Tempesta, come Giacomo Matteotti era chiamato dai compagni di partito, quanto sulla vita privata e sulle tenerezze familiari opposte alla durezza dei tempi, che richiedevano di pagare fino in fondo, col sacrificio massimo della vita, e lo fa attraverso il punto di vista di Cesira, giovane domestica della famiglia Matteotti, e di Augusto, il suo innamorato, giovane umile, analfabeta, che, sulle prime lasciatosi irretire dalle parole d’ordine del fascismo rivoluzionario, compie uno straordinario processo di presa di consapevolezza.
La storia del deputato socialista Giacomo Matteotti è nota: oppositore del fascismo quasi dalla prima ora, prima come amministratore locale, poi come deputato, il trenta maggio del 1924 denuncia, in un discorso parlamentare rimasto celebre, che le recenti elezioni erano state tutt’altro che libere, e chiede che non siano convalidate. Il dieci giugno dello stesso anno Giacomo Matteotti viene rapito in pieno giorno, al centro di Roma, con decine di testimoni, viene caricato su un’auto mentre, lui solo e disarmato, muove una resistenza disperata contro cinque miliziani armati, ed assassinato, non è chiaro se per scelta o per errore durante quella che molto probabilmente doveva essere una spedizione punitiva, non si sa se ordinata da Mussolini o da lui ispirata.
Perché raccontare questa vicenda ai ragazzi e alle ragazze? Perché nella descrizione delle squadracce Luisa Mattia ha mostrato tanto di una visione superficiale della politica, della libertà e dei diritti da cui ancora oggi non siamo guariti. Perché è giusto parlare ai ragazzi di come funziona la democrazia e di come difenderla: quanti ragazzi di scuola secondaria di secondo grado sanno cosa sia una legge elettorale? E quanti adulti?
Perché Giacomo Matteotti è raffigurato come un buon modello maschile, di forza senza violenza, contrapposto alla violenza senza coraggio delle squadre degli arditi. Perché chi non conosce la storia è destinato a ripeterla, e bisogna piantare semi di pace nelle menti di tutti, ma soprattutto dei più giovani e delle più giovani. Perché la libertà siamo noi.
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