L’Europa non è solo un luogo geografico, è un’idea, un principio, un sogno!
I bambini e i ragazzi di oggi sono nati in un mondo con caratteristiche non scontate per le generazioni precedenti, e non parliamo solo del progresso tecnologico. Per loro l’Europa unita è una realtà consolidata e la loro moneta è da sempre l’euro. Le nuove generazioni godono di un'Europa in cui si possono spostare senza difficoltà, e senza troppi documenti, tra un Paese e l’altro, con l’opportunità di provare a studiare e costruirsi un futuro in qualsiasi paese dell’Unione, come se ovunque potessero sentirsi a casa. Certo, ogni nazione ha mantenuto la propria identità, lingua e usi e costumi esattamente come prima, eppure c’è una base comune, fatta di valori e progetti condivisi, su cui si fonda questa grande idea. Insomma, le differenze restano, e guai se così non fosse, ma quando si condividono gli stessi valori, diventano una fonte di ricchezza straordinaria.
"Valori e progetti condivisi"… sembra uno slogan, una frase fatta, forse molto lontana dal sentire dei ragazzi, eppure quanto sia importante lo si comprende se si pensa alla storia del secolo scorso.
L’Europa è uno scrigno di tesori da scoprire. Sapevate che la Finlandia è il paese più felice del mondo e che in Estonia c’è un’isola dove comandano le donne? Avreste immaginato che la spiaggia migliore per fare surf non è in California, bensì in Portogallo, e che in Spagna sanno estrarre elettricità dalle arance? Per stile di vita, diritti e creatività, il nostro continente non è secondo a nessuno, ed è questo il momento per le nuove generazioni di rendersene conto, sviluppando, accanto a quella nazionale, una coscienza veramente europea. Ma riuscirci deve essere un piacere, non un dovere: dell’Europa bisogna innanzitutto innamorarsi, comprendendo quanto è bella, unica, carica di opportunità.
Il sogno di un’Europa unita nacque dopo la Seconda guerra mondiale, nella speranza di costruire un lungo periodo e un luogo di pace. I conflitti che infuriarono in Europa nel ‘900 sono una ferita e un ricordo ormai lontani, ma la lezione che ci hanno insegnato la dobbiamo custodire e ricordare. Per il lungo periodo di pace che sta attraversando questo continente dobbiamo sicuramente ringraziare anche la nascita dell’Europa unita. Mi piace pensare che non sia un caso se l’inno dell’Europa è l’Inno alla gioia, musicato da Beethoven. Tutto il significato dell’idea è nella parola gioia!
Inizialmente, nel 1957, i Paesi che aderirono al sogno dell’Unione Europea erano dodici, ma nel tempo si sono unite altre nazioni, fino ad arrivare alle attuali ventisette e non è detto che altri non si aggiungano. Come ci racconta Enrico Franceschini nel suo libro, sono tre i principi base dell’Unione: democrazia, stato sociale e libertà o tolleranza religiosa. La cosa straordinaria è che l’Europa nasce proprio per assicurare la compresenza di questi tre principi, fatto non così scontato come sembra, anzi, l’Europa è uno dei pochi posti dove questo avviene. In Europa possiamo scegliere chi ci governa, possiamo ricevere cure e sostegno se ne abbiamo bisogno a prescindere dal nostro conto in banca e siamo liberi di professare la nostra fede, qualunque essa sia.
Se gli stati sono ventisette, perché nel libro ci sono trentatré storie? Il sottotitolo è proprio: 33 storie per innamorarsi dell’Europa.
Le storie sono 33 perché i confini che racchiudono gli stati e le frontiere che circoscrivono l’Unione Europea non impediscono a quelle nazioni che ci sono vicine, o a volte proprio nel mezzo, di fare in qualche modo parte dell’Europa.
L’autore di questo libro ha immaginato di accompagnare i suoi lettori in un viaggio alla scoperta delle meraviglie dei Paesi europei e ha scelto come titolo Tutti per uno, come il motto dei tre moschettieri, perché in Europa è proprio così, "tutti per uno e uno per tutti". Franceschini ci racconta curiosità, particolarità e tradizioni dei vari Stati membri, in un affascinante itinerario tra le nazioni, e non sono poche le sorprese che ci aspettano. Per ogni Paese viene indicata la data di adesione alla UE, e alcune di queste date sono inaspettatamente recenti. Scopriremo che cosa significano in danese le parole da cui deriva il nome dei famosissimi lego ("leg godt – gioca bene") e che in Estonia c’è un isola dove tutti i ruoli di “potere” e responsabilità sono in mano alle donne. Franceschini ci svela, per esempio, il motivo per cui i ponti di Amsterdam sono decorati da vasi di meravigliosi fiori (non è solo per bellezza!) o perché le arance di Siviglia sono così famose - non lo potremmo mai immaginare senza sfogliare queste pagine, così come non potremmo scoprire cos'è una “churmusuqagogue”, un solo luogo di culto in Germania per tre religioni in cui tutti possono essere accolti. Luoghi, personaggi, artisti e scrittori, progetti per un mondo sostenibile e ritorni alle virtuose abitudini del passato, di tutto questo si può leggere in questo libro e, pur stando a casa nostra, è davvero come trovarsi in viaggio!
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