Un affetto particolare mi lega all’opera di Gianni Rodari, delle cui parole erano pieni i miei sussidiari alle elementari. Brani dai romanzi, racconti o filastrocche, spesso poche righe ma così incisive e profonde che davvero in esse si percepiva un mondo intero. Possiamo definire Rodari un classico della letteratura? Quella con la L maiuscola, intendo. Io ne sono convinta perché le sue opere, come ogni grande classico che si rispetti, sanno parlare a lettori di tutte le età.
Il messaggio di fondo delle storie del maestro Gianni resta valido sia se si hanno cinque anni sia se se ne hanno cinquanta, l’unica differenza sarà in quante sfumature e quanta profondità riusciremo a cogliervi. Non capita di rado di vedere i grandi con in mano Le favole al telefono e lo sguardo assorto; evidentemente la rilettura ha aperto nuove porte, nuove emozioni o ha sbloccato ricordi e sensazioni dimenticate. Forse in quest’ottica si muove la pubblicazione di alcune tra le sue storie più significative in forma di albo illustrato, come se la bellezza della chioma di un albero, che già tutti conoscono, potesse risaltare di più grazie a una folata di aria fresca.
Appena pubblicato da Emme edizioni, ci ritroviamo tra le mani una piccola perla, un albo che è una gioia per gli occhi e per il cuore. Uno e sette è una bellissima storia, quasi una filastrocca, che si potrebbe semplificare nel vecchio detto: tutto il mondo è paese.
C’è un bambino che è sette bambini. Abitano a Roma, Parigi, Mosca, Berlino… Ridono nella stessa lingua e, da grandi, non potranno mai farsi la guerra. Perché tutti e sette sono un solo uomo. Un libro illustrato per bambini dai 4 anni. Un racconto universale di Gianni Rodari, nell’intensa e poetica interpretazione di Beatrice Alemagna. Un album illustrato che è un abbraccio all’umanità.
L’autore ci racconta, infatti, di aver conosciuto un bambino che era 7 bambini. Cosa vorrà mai dire? Ed ecco il genio: Paolo abita a Roma, ma quello stesso bambino è anche Jean che abita a Parigi, Kurt che abita a Berlino, Juri che vive a Mosca, Jimmy che vive a New York, Ciù da Shangai e Pablo che vive a Buenos Aires. Ognuno ha un papà che fa un lavoro diverso, e ovviamente hanno pelle, capelli e vestiti di colori diversi. Ce ne immaginiamo alcuni più benestanti e altri meno, alcuni bravissimi a scuola e altri più pigri… come possono dunque essere tutti lo stesso bambino?
Paolo, Jean, Kurt, Juri, Jimmy, Ciú e Pablo erano sette, ma erano sempre lo stesso bambino che aveva otto anni, sapeva già leggere e scrivere e andava in bicicletta senza appoggiare le mani sul manubrio
Ecco come: non importa in quale città tu sia, in che tipo di famiglia tu viva o quale scuola frequenti: tutti i bambini sono bambini allo stesso modo in qualsiasi parte del mondo! Parlano tutti una lingua comune, quella della meraviglia e delle risate, dei giochi condivisi e dell’istinto che nell’infanzia ci fa sentire tutti fratelli. I bambini creano ponti, gli adulti purtroppo costruiscono muri.
Quando fu pubblicata per la prima volta la raccolta Favole al telefono correva l’anno 1962 e il mondo era davvero diviso in due da un muro, quello di Berlino. Quanta potenza dunque nelle parole finali della storia:
Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno più farsi la guerra, perché tutti e sette sono un solo uomo
Le illustrazioni per quest’albo sono di Beatrice Alemagna, e rendono perfettamente l’idea: un tratto comune a tutti i bimbi e ai loro ambienti, eppure per ognuno un particolare che rende riconoscibile la differenza. Colori caldi e gioiosi, immagini che consentono la doppia lettura per far sì che il messaggio arrivi anche ai più piccoli per cui le lettere sono ancora da scoprire. Non è mai troppo presto per storie come questa, che andrebbero lette e rilette e rilette ancora, magari somministrate mattina e sera, a mo’ di cura, ai potenti del mondo che evidentemente ne avrebbero davvero bisogno.
E non me ne vorrà l’amico Gianni se mi prendo questa libertà: io conosco un bambino che è uno e nove. È Paolo, Jimmy, Juri, Pablo, Kurt, Ciù e Jean, ed è anche Ben che vive a Gerusalemme e Yusef che abita a Gaza.
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