Berserk: il manga capolavoro di Kentarō Miura

Secondo alcuni il nome deriva da berserkir, un gruppo di antichi guerrieri della Scandinavia, secondo altri invece da un termine norvegese che significa pelle d’orso ma è innegabile il legame con l’aggettivo inglese berserk (folle appunto).

Indipendente dalle origini del nome una cosa è certa: la saga di Berserk di Kentarō Miura è un successo straordinario e lo dimostra la sua storia, gloriosa dal 1990. Nato come manga, ha debuttato sugli schermi con una serie televisiva anime nel 1997, a cui è seguita una trilogia di film tra il 2012 e il 2013, passando per una seconda serie tv nel 2016 per entrare poi nel mondo del gaming con diversi videogiochi ispirati alle sue vicende.

Gli appassionati conoscono molto bene la storia ma facciamo un brevissimo riassunto in vista dell’uscita del capitolo 374 e per togliere tutti i dubbi a chi finora ha esitato a immergersi nel mondo di Berserk.

Siamo in pieno Medioevo e seguiamo le vicende di Gatsu, un talentuoso guerriero mercenario che ha conosciuto fin da piccolo solo violenza e morte, a partire dal suicidio della madre e dall’uccisione involontaria, per sua mano, del padre adottivo.

Gatsu si arruola nelle compagnie più varie ma la svolta arriva quando incontra la Squadra dei Falchi, capeggiata da Grifis. Subito tra i due nasce una profonda intesa, destinata a spezzarsi quando Gatsu inizia a sentirsi imprigionato nell’ombra del leader.
La sua decisione di lasciare la Squadra porta alla follia Grifis che tenta il suicidio, impedito dall’attivazione di uno strano amuleto che fa trasmigrare tutta la compagnia in un’altra dimensione astrale.

Qui avviene la rottura definitiva tra Gatsu e il leader che, ammaliato dagli Arcidemoni della Mano di Dio che abitano questa realtà alternativa, non si fa scrupoli davanti all’alto prezzo da pagare per diventare una creatura demoniaca e poter continuare a inseguire il suo sogno di potere e gloria. Offre agli Apostoli – potenti esseri malefici – i cadaveri dei suoi uomini, tranne quelli di Gatsu e Caska (unica donna del gruppo) che riescono a fuggire: lui senza un occhio e un braccio, lei in preda alla follia per la violenza sessuale subita da Grifis, rinato intanto come Phemt, quinto membro della Mano di Dio.
Inizia poi una lunga serie di inseguimenti e combattimenti tra i personaggi che si muovono agilmente tra la Terra e la dimensione astrale con intenti diversi: Gatsu e Caska giurano vendetta contro gli Apostoli, Phemt vuole ottenere sempre più potere.

Come insegnano casi gloriosi, la perseveranza a volte premia. Il mangaka ha dovuto bussare a molte porte prima di trovare una casa per la sua storia, rifugio che non sembrava però promettere lunga vita. Le prime tavole escono nel 1990 sulla rivista Animal House, incentrata sui manga seinen (ne parliamo qui) e prossima al fallimento.
Il successo è strabiliante e nell’immediato esce dai confini giapponesi per diventare una delle saghe manga più vendute di sempre, con più di 2 milioni di copie vendute.

Conquistare così tanti lettori in un arco di più trent’anni non è un’impresa per tutti. Proviamo quindi a capire cos’ha di speciale Berserk, celebrato con un'edizione deluxe elegante e da collezione.

Tema centrale è la vendetta in una narrazione intrisa di violenza, motore che muove i personaggi – che l’hanno subita e inflitta – non solo negli innumerevoli combattimenti ma anche nelle decisioni da prendere. Non è quindi una pura esaltazione della ferocia umana ma ne è l’essenza stessa e ce lo suggeriscono anche i tratti di Kentarō Miura, per lo più marcati, nevrotici e scuri.

Difficile cercare di definire l’ambientazione e il genere. Lo sfondo medievale, reso ancora più realistico da riferimenti a fatti storici – come quello alla guerra dei cent’anni – si intreccia e si alterna a una dimensione altra, cosmica, che ha arricchito l’identità della narrazione. Nata come saga horror, con questo innesto ultraterreno ha virato verso il fantasy, senza dimenticare il piano storico, in un andirivieni continuo tra i due mondi.

Un altro aspetto interessante è la grande attenzione rivolta alla psicologia dei personaggi. Gatsu in particolare sembra rispondere all’ondata di morte e brutalità da cui è circondato fin da piccolo con l’arte della sopravvivenza e della tenacia, mietendo cadaveri pur di vivere. Ma tutto cambia quando incontra Caska che diventa la vera ragione di vita per cui continuare a combattere e a destreggiarsi tra ombre e nemici sempre più crudeli.
Alte scene di lirismo si intrecciano così a battaglie epiche, in una miscela perfetta che imbocca i lettori pagina dopo pagina.

Da non sottovalutare è la componente mistica, con due accezioni diverse. Da un lato abbiamo quella classica, con creature demoniache ultraterrene che rappresentano la più alta forma di male, contrastate dalle forze del bene. Dall’altro possiamo parlare a tutti gli effetti di una pluralità di religioni personali, in cui credono e con cui si scontrano i personaggi che, al di là dei rispettivi obiettivi, sembrano tutti rendersi conto dell’illusorietà del libero arbitro e della pervasività naturale della violenza.

Insomma, Berserk non è solo crudeltà e combattimenti spietati. Ha tante anime complementari e opposte che si attraggono, si intrecciano, si rispingono, si separano e poi tornano di nuovo a incontrarsi.
Sotto alle loro spesse corazze imbrattate di sangue troviamo tutti i veri motivi per cui leggere questa saga.