Cattive ragazze di María Hesse
Nata nel 1993 a Pordenone, è facilitatrice grafica, illustratrice per diverse case editrici (Erickson, Pearson, DeAgostini) e vignettista per la Smemoranda. Nel 2020 ha pubblicato con Renape "Non ce la posso fare"
As(saggi)
Irene Coletto recensisce saggi in uscita con... delle infografiche! Piccole spiegazioni, pensate come immagini parlanti e realizzate partendo da una parola o da un tema chiave del libro.
Nella prima puntata di As(saggi), Irene Coletto ci parla di Cattive Ragazze, di María Hesse.
Ci avete mai pensato che fin dai primi miti il mondo è sempre stato raccontato dagli uomini? Ebbene sì, da Virgilio a Dante, da Omero ad altri le donne hanno potuto guardarsi intorno solo attraverso uno sguardo maschile.
Descrivendo e indicando un modello di purezza e docilità, da seguire per essere accettate socialmente, questo male gaze ha dimenticato per secoli le ribelli e le irriducibili, arrivando a stigmatizzarle o ad addossare su di loro la colpa del destino dell'umanità. Non è vero Eva?
Da qualche tempo si è, però, aperta la strada per una narrazione diversa. Sarà forse che streghe perverse, cattive madri, pazze passionali e femmes fatales sono dentro tutte noi? E, chissà, forse anche più istruttive delle loro cugine più tranquille. Vediamo insieme ad Irene Coletto il racconto di María Hesse che, con il suo sguardo, riesce a raccontarci l'eterno femminino.
Fin dai primi miti, il mondo è stato raccontato dagli uomini, e il punto di vista maschile ha indicato alle donne un modello di purezza e docilità come premessa per l'accettazione sociale. Le altre, le ribelli, le irriducibili, le eterodosse erano duramente stigmatizzate, sia che fossero gorgoni vendicative, matrigne crudeli, fastidiose pandore, problematiche Elene o Eve ignare cui addossare la colpa del destino dell'umanità. Da qualche tempo si è aperto uno spiraglio per una narrazione diversa
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