La curva di Lesmo è il primo fumetto in cui compare Valentina Rosselli. Nelle intenzioni dell’autore, il trentaduenne Guido Crepax, era il primo episodio di una serie, di ispirazione statunitense, realizzata per la rivista Linus e intitolata a un supereroe capace di arrestare l’incedere del tempo. Il critico d’arte Philip Rembrandt, che usava inguainarsi di nero per vestire i panni poco epici di Neutron, era in grado di immobilizzare tutte le persone su cui posava lo sguardo.
Mentre racconta quella storia, a Crepax capita un imprevisto. Dopo appena otto pagine, l’autore inciampa in Valentina, eleganza sublime, caschetto alla Louise Brooks, occhi tristi e movenze sinuose. Da quel momento Neutron perde rapidamente il posto che avrebbe voluto conquistare negli affetti del fumettista e dei suoi lettori: quasi nessuno oggi si ricorda più di lui.
La contrapposizione tra lo sguardo paralizzante di Neutron e il corpo in movimento di Valentina illumina tutta l’opera di Crepax, gigante del fumetto, vissuto esattamente settant’anni, tra il 15 luglio 1933 e il 31 luglio del 2003.
Uno dei personaggi più iconici e amati di Guido Crepax in un libro da collezione per ammirarne disegni, movimenti e ripercorrerne le storie più belle
Proprio come Neutron, chiunque disegni un fumetto immobilizza un istante con il suo sguardo. Il suo mestiere lo induce a disporre sulla pagina quadretti che rappresentano un momento della narrazione. Certo, usa alcuni trucchi per inserire quanto più tempo possibile nella fissità di quel disegno: balloon contenenti le parole, linee cinetiche che esprimono movimento, personaggi che, all’interno dello stesso quadro, sono catturati in istanti successivi… È compito di chi legge ricostruire il flusso del tempo, quello all’interno del singolo quadretto e quello taciuto che si insinua nello spazio bianco che separa e distingue le vignette.
Leggere fumetti, riempire tutti quei buchi del racconto, può essere un mestiere difficilissimo. Per questo gli autori di fumetto si affidano spesso a soluzioni consolidate e montano sequenze che fingono di essere uno schermo televisivo: per non perdere l’attenzione del lettore sono disposti a cedere il passo a un sacco di trucco.
A Guido Crepax i trucchi non sono mai piaciuti. È un viaggiatore immobile. Trascorre la maggior parte del tempo chiuso in casa, in via De Amicis. In quella via c’è nato e si è allontanato solo per rifugiarsi a Venezia, da bambino, dopo i bombardamenti di Milano nell’estate del 1943. Alla fine della guerra è rientrato nella sua città e, non appena ha potuto, ha acquistato un appartamento nella stessa via, al numero civico 45. Dalla finestra del suo studio osserva il mondo: una singola inquadratura che permette di vedere tutto. Seduto alla scrivania, con un imponente armadio ungherese alle spalle, realizza centinaia di illustrazioni, disegna un gran numero di fumetti, ascolta l’amata musica jazz e capisce il mondo sfogliando riviste da cui trae documentazione e referenze per personaggi che si muovono con grazia in ambienti indistinguibili dalla realtà.
Fin dalle prime pagine della Curva di Lesmo, Guido Crepax mostra un’assoluta consapevolezza della forma che usa per raccontare. Sa che il suo è lo sguardo di Neutron: occhi che costringono all’immobilità i personaggi su cui si fissano mentre disegna. Ma c’è troppa vita in Valentina e troppo movimento dalla sua finestra. Dopo aver esibito una padronanza assoluta dei ritmi della pagina e la ferrea volontà di non aderire ad alcun trucco per semplificare il mestiere del lettore, manda il tempo in frantumi.
Con "Vita privata di Valentina" continua la pubblicazione di tutte le storie del mitico personaggio di Guido Crepax. Valentina ha segnato il costume, non solo italiano, divenendo emblematica, amata, imitata ancora oggi. Valentina è un modo di vivere più che un personaggio. Valentina è un nome che evoca un modo di essere donna: disinibita, coraggiosa, indipendente, dolce e inflessibile.
Philip entra trafelato, senza bussare, nella stanza di Valentina. Le chiede in prestito l’auto. La donna, indifferente alla fretta del suo interlocutore, posa il libro che stava leggendo, lo schernisce, si avvicina e lo bacia.
Quel bacio è disegnato in una vignetta lunga e sottile che occupa tre quarti della lunghezza dell’intera pagina e, accanto, una tassellatura di quadretti, undici in tutto, che scompongono nel dettaglio il momento: gli sguardi, la tensione dei piedi, la postura delle mani, le carezze sul collo, i vestiti che scendono, i corpi che si stendono. In mezzo alla pagina esplode l’amore tra corpi resi necessariamente immobili dal disegno. Quell’amore è indifferente alla sequenza, alla durata, allo spazio e al tempo. Un foglio di carta, disegnato in una stanza in via De Amicis contiene tutto il movimento, tutto il tempo, tutto lo spazio e tutto l’amore che, di lì in avanti, Guido Crepax avrebbe regalato ai suoi lettori.
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