Keeping Two di Jordan Crane: la recensione di La Scimmia Blu
Una coppia imbottigliata per ore nel traffico comincia a leggere un libro ad alta voce. All'inizio sembra solo un modo per passare il tempo e magari per evitare di mandare a quel paese gli altri automobilisti, ma ben presto i due si trovano emotivamente coinvolti nelle vicende di una coppia come loro
È questo l'inizio di Keeping Two, di Jordan Crane.
Una storia elaborata per vent'anni quella di Crane, una storia sulla paura di perdere qualcuno, descritta minuziosamente partendo proprio dalla storia di una coppia.
"Keeping Two" è apparentemente una storia sulla perdita, ma anche un viaggio in cui si trova qualcosa lungo la strada, qualcosa che era sembrato irredimibile fino a quel momento. È, In questo senso, è anche un libro profondamente romantico. Una giovane coppia è bloccata nel traffico e legge un libro ad alta voce per passare il tempo.
Tornati a casa, lui si mette a lavare i piatti, solo con i suoi pensieri, mentre lei esce a fare la spesa.
Ed è in questo frangente di attesa della moglie, che il marito inizia a immaginare il peggio. Quanto ci mette la sua compagna a tornare? E se le fosse successo qualcosa?
Eccola qui, ecco che si insinua la paura di perdere qualcuno.
Questo senso di perdita non ci abbandona mai e ci segue quasi come un fantasma. Un ricordo che è doloroso da portare con noi, ma che non facciamo o a volte non vogliamo lasciare andare
Tutti noi conosciamo la paura di perdere qualcuno, quel crescente flusso di angosce, colpe, insicurezze che disintegra ogni ragionamento razionale.
Una paura che diventa sempre più grande, un ritmo che diventa serrato, quasi da thriller in Keeping Two. Il complesso universo delle emozioni, del terrore, dei ragionamenti viene espresso dai colori, un largo uso del verde acido, che quasi stanca gli occhi.
Riusciremo a districarci tra i vari piani narrativi, tra i pensieri dei protagonisti e tra le nostre paure più profonde?
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