Princess maison di Aoi Ikebe: la recensione di La Scimmia Blu
Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo cercato un posto che fosse nostro, che ci rappresentasse, che ci appartenesse
Un posto metaforico, come delle persone, o reale, come una casa. Trovare un posto così, il proprio posto non è mai facile e se di mezzo si mette anche il giudizio degli altri, l'impresa diventa molto ardua.
Ed è proprio contro i giudizi degli altri che Sachi Numagoe, la protagonista di Princess maison, deve combattere.
Sachi Numagoe è una trentenne che lavora come cameriera in una catena di Izakaya. Sta risparmiando per comprare una casa, e la vuole scegliere con estrema cura. Partecipa alle visite guidate alle proprietà con una tale meticolosa assiduità che gli agenti immobiliari cominciano ad affezionarsi a lei, e a darle consigli spassionati. Ikebe Aoi rivela, attraverso i luoghi dove vivono, la profonda umanità di un vasto cast di personaggi.
La sua storia parla della disperata ricerca della casa perfetta nella giungla dell'immobiliare tokyense. Trovare un'abitazione sembra veramente impossibile, in più Sachi è una donna single: perché mai dovrebbe comprare un appartamento solo per se stessa?
Come lei, molte altre donne vengono criticate per le loro scelte. Non importa che siano artiste, impiegate, redattrici, sono comunque donne sole, il miglior argomento di conversazione per i vicini.
Racconta da varie prospettive come il ruolo della donna nella società giapponese sia ancora in parte legato al passato e come non si veda di buon occhi chi cerca di ritagliarsi un po' di spazio personale
Aoi Ikebe racconta i sentimenti delle sue protagoniste non con parole, ma con il suo segno delicato ed etereo. Le sue inquadrature, piene di luce, riescono a dare speranza anche nei momenti peggiori.
I lineamenti di queste donne sono abbozzati, così da far riconoscere chiunque in loro. Un modo per sentirsi partecipi delle loro vicissitudini? Sì e anche ben riuscito.
Princess Maison è per tutti coloro che devono fare un grande passo nella loro vita, ma si sentono un po' scoraggiati.
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