Made in abyss di Akihito Tsukushi: la recensione di La Scimmia Blu
Non fatevi fregare dalle apparenze
A guardare la copertina di Made in abyss di Akihito Tsukushi si può pensare che si tratti di una storia per bambini.
I personaggi carini e coccolosi in copertina, però, nascondono la vera natura di questo manga: non una passeggiata nei boschi, ma una vera e propria discesa agli inferi.
In un mondo ormai privo di misteri, l"'Abisso" è l'unico anfratto ancora inesplorato. Un gigantesco pozzo verticale di cui non si conosce la profondità, nascondiglio di strane creature e preziosi cimeli che la civiltà moderna non sa spiegare. L'enigma rappresentato dall'Abisso affascina la razza umana e molti avventurieri hanno lanciato la loro sfida alla voragine. A loro è stato dato il nome di "cercatori". La giovane orfana Riko vive nella città di Orth, costruita sulle fortune dell'Abisso e sogna di diventare una grande cercatrice come la madre.
Tutto comincia nella città di Orth, che si affaccia su una gigantesca voragine chiamata l'Abisso, la cui profondità è ancora sconosciuta.
La sua struttura è simile a quella dell'Inferno dantesco e ha attirato da sempre tanti e tanti esploratori che hanno voluto carpirne e scoprirne i segreti.
Sarebbe bellissimo arrivare a toccare il fondo dell'Abisso, ma c'è solo un piccolo problema: la maledizione che colpisce chiunque vi si avventuri e decida poi di tornare in superficie.
Nei primi strati porta nausea, giramenti di testa, ma risalire dagli strati più profondi porta dalla perdita dell'umanità fino alla morte
Eppure, nonostante questa maledizione, c'è chi ha attraversato l'Abisso strato dopo strato, guidato unicamente dalla sua sete di conoscenza e di avventura.
Una storia di una madre, una figlia e un bambino robotico che ha perso la memoria e vuole riscoprire le proprie origini. Una storia in cui la trama e il mondo in cui si ambienta sono costruiti in maniera dettagliatissima.
Tutto questo è Made in abyss.
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