"Vuoi la risposta romantica o la risposta seria?" ci chiede Quasirosso quando gli domandiamo perché si chiami così.
La risposta seria è abbastanza lapalissiana: con quella chioma fulva, Giovanni Esposito - questo il suo nome all'anagrafe - sembra uscito da una rappresentazione teatrale di Rosso Malpelo. "Anche se i miei capelli sono quasi rossi" precisa lui.
Sarà. Di certo un artista ha molta più sensibilità cromatica di noi, per cui scegliamo di credergli sulla parola.
La risposta romantica sul perché si chiami "Quasirosso" è molto più suggestiva e affonda le proprie radici nella tradizione giapponese, secondo la quale ogni persona al mignolo della mano sinistra porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso che la lega alla propria anima gemella.
Lo stesso filo rosso che sembra unire i protagonisti di Seitu, il primo graphic novel del fumettista campano.
Quella fra Marco e Ilaria apparentemente è una storia come tante altre.
Il classico Boy meets girl, ovvero due persone che si incontrano, si innamorano, si lasciano. E, con buona pace di Venditti, dopo una decina di anni si rivedono e ci cascano di nuovo, perché certi amori fanno giri immensi e poi ritornano.
Per Marco è come se non fosse passato neanche un giorno.
... ma se fosse letteralmente così?
Ilaria infatti ha ancora vent'anni, la stessa età che aveva al momento della rottura.
In Seitu, Quasirosso trascina il lettore in una storia d'amore dolce e surreale degna del miglior film di Charlie Kaufman, uno dei suoi grandi maestri:"Mi sono ispirato al suo Eternal sunshine of the spotless mind" (in italiano uscito con l'infelice titolo cine-panettoniano "Se mi lasci ti cancello" NdR).
Tante le ispirazioni cinematografiche presenti nel graphic novel, anche se non mancano anche delle autocitazioni di alcune delle vecchie tavole di Quasirosso, come una sorta di easter egg per tutti i lettori che già lo conoscono.
Questa storia nasce dall'esigenza di raccontare un episodio della mia vita. Ed esorcizzarlo, in qualche modo
L'esorcismo deve aver funzionato, come dimostra la scelta di modificare il finale della storia ad appena una settimana dalla pubblicazione del libro.
"È una storia che avevo scritto diversi anni fa, quando mi trovavo a un certo punto del mio percorso. Ma nel frattempo sono cambiato".
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