Come sempre è successo in un garage della California, e come sempre è stata quasi una casualità. Nel settembre del 1998 due laureandi di Stanford, Larry Page e Sergey Brin, inventarono il buon vecchio Google, che allora era tutt’altro che vecchio e nessuno aveva idea di dove sarebbe andato a finire. La tesi che avrebbero presentato quei due non voleva neppure creare un motore di ricerca, ma studiare le proprietà matematiche del web (di cui si sapeva ancora poco), e per questo il sito da cui avrebbero preso le mosse per capire le interazioni e i risultati l’avrebbero chiamato come un oggetto matematico quasi infinito: googol, che è il nome che il matematico Evelyn Kesner dà all’1 seguito da cento zeri.
Quando però Page e Brin vanno a registrare il marchio – così vuole la leggenda – non ricordavano la grafia corretta, e perciò l’iperbolico googol diventa un anonimo Google, che somigliava solo a un errore piuttosto grossolano. Da lì Google crescerà in maniera vertiginosa negli anni, sino a diventare quel che è oggi: nel 2002 viene usato per la prima volta in un mass media, in una puntata di Buffy l’Ammazzavampiri, nel 2006 l’Oxford Dictionary annovera il verbo «googlare» tra le parole esistenti e uno dopo l’altro escono Maps, Libri, News e tutti i tool che conosciamo.
Google è diventato così il motore di ricerca più utilizzato, fino a rendersi quasi sinonimo di internet, con tutte le controversie e i dubbi del caso. Ma non è solo un motore di ricerca, perché Google impara da noi, dalle nostre abitudini e dai nostri gusti, e noi da lui, con le nostre domande e con le su funzioni. In questi venticinque anni abbiamo assistito a un cambiamento epocale, di cui noi siamo stati spettatori ma anche protagonisti: il nostro modo di stare al mondo, come esseri umani, è cambiato radicalmente sino a essere qualcosa di inimmaginabile per le generazioni precedenti. La conoscenza a disposizione, di tutti e in un secondo, un orientamento sempre preciso, una galleria di immagini quando non ci vengono le parole. Google contiene il mondo intero.
A che prezzo? Non lo sappiamo, né lo sapremo presto. Le impensabili meraviglie di Google hanno il loro contraltare, che lo rende una delle aziende più ricche del pianeta. Sul suo motore di ricerca vigono leggi sconosciute che hanno a che fare con algoritmi e scrittura, e ogni secondo sono effettuate oltre 99.000 ricerche: l’essere umano è diventato parte di Google, o Google è diventato una sua parte. Nella nostra selezione di libri, tentiamo di indagare il nostro rapporto con il digitale, per capire quanto siamo ancora umani e quanto lo diventeremo nel futuro.
Ci sono libri che quando cadono nel mondo fanno un rumore assordante, che in un attimo però svanisce. E poi ci sono libri, pochi libri, che invece emettono una radiazione, un ultrasuono, che persiste e nel tempo si amplifica, generando cerchi concentrici. Da quando sappiamo come funziona il Game, ci piaccia o no, abbiamo imparato a guardare la realtà con occhi nuovi.
The Circle, il più grande motore di ricerca/società di social media del mondo, si fonde con "La giungla", il sito di e-commerce che domina il pianeta, e creano un nuovo ricchissimo monopolio: The Every. Delaney Wells è stata assunta da poco a The Every.
Nel tentativo di sfuggire al Mirror World e tracciare una via d’uscita dallo smarrimento e dalla angoscia che ne deriva, Klein offre un quadro straordinariamente rivelatore dei pensieri e delle emozioni di molti di noi.
La verità è un concetto labile e sfuggente che coesiste con un essere umano emotivo e imperfetto, limitato nelle sue capacità conoscitive. L'avvento di internet, e soprattutto dei social network, ha facilitato l'accesso a una grande massa di informazioni senza mediazioni, e ha generato la pretesa che questa porta d'ingresso conducesse alla conoscenza, fino ad allora prerogativa delle élite.
Mi trasferii a San Francisco nel 2000 per vivere nel cuore della Silicon Valley la prima rivoluzione di Internet. Ci ritorno oggi da New York e ho le vertigini, e un senso d'inquietudine. La velocità del cambiamento digitale è stata superiore a quello che ci aspettavamo e ormai la Rete penetra in ogni angolo della nostra vita.
L'evoluzione tecnologica sta portando un grande progresso in molti campi della vita dell'uomo ma anche un impatto pericoloso sul suo comportamento. Gli smartphone su cui passiamo la maggior parte del nostro tempo sono oggi vere e proprie protesi di corpo e mente e stanno conducendo a una divisione tra due cervelli: il nostro e quello che «portiamo in tasca».
La tesi di Jean M. Twenge è semplice ma rivoluzionaria: i ragazzi non sono piú quelli di un tempo. Sono nati negli anni zero del Duemila, sono cresciuti costantemente connessi, immersi negli smartphone (iPhone in particolare) e nei social network.
Siamo sempre più immersi nel mondo digitale. Le aziende del Web ci promettono una futura esistenza online dove il nostro avatar interagirà costantemente con tanti altri sé virtuali. La nostra esistenza si sta inevitabilmente trasformando in una vera e propria ‘vita digitale’.
Cosa fanno i più giovani quando guardano incantati i propri smartphone? Di cosa parlano fra loro? Cos’è che li entusiasma, e quali sono i loro consumi culturali? Vincenzo Marino indaga le passioni e i trend della cosiddetta Gen Z – quella che comprende i nati fra i tardi anni Novanta e l’inizio degli anni Dieci.
I segreti più profondi della Cia e dell'Nsa sono stati hackerati e resi pubblici, più di una volta. Ma stai certo che da nessuna parte, nemmeno nel dark web, troverai una copia dell'algoritmo di ricerca di Google o dell'algoritmo del feed di Facebook. Oggi questi algoritmi determinano l'andamento della vita umana sul nostro pianeta.
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