But if you want to get to know someone — or something, in this case — you look at their bookshelf
E guardando alla libreria di ChatGpt è venuto fuori che il bot più famoso tra le intelligenze artificiali è un gigantesco, futuristico e vorace nerd. Perché quando, poco tempo fa, un team di ricercatori dell’Università di Berkeley, California, guidato da David Bamman ha stilato l’elenco dei libri che erano stati dati in pasto all’IA, sono comparsi tantissimi titoli di fantascienza e fantasy. Tra grandi classici e libri imperdibili, si capisce (persino le Cinquanta sfumature di grigio, per intenderci).
Facciamo un passo indietro, al momento in cui il professor Bamman decide di fare una ricerca su Orgoglio e pregiudizio e, per aiutarsi, chiede al bot versione GPT-4: «Are Lizzie and Jane besties, or just sisters?» Cercava di capire le relazioni tra i personaggi del capolavoro di Jane Austen, e infatti il chatbot gli risponde. Un po’ troppo bene, però, e lui, che di studenti preparati su Wikipedia e simili ne ha visti tanti, decide di interrogare meglio l’IA.
Domanda dopo domanda, la conoscenza di ChatGpt di Orgoglio e pregiudizio era strabiliante: sembrava avesse letto quel libro miliardi di volte, e probabilmente è così. La conclusione cui arriva Bamman è proprio che qualcuno deve aver fatto leggere Jane Austen all’intelligenza artificiale. Ma quali altri libri? E quanti? Insieme alla sua squadra universitaria, perciò, il professore umano si è messo a interrogare il suo studente non umano più brillante. E ha stilato una lista – non ancora vagliata da nessuna peer review – di 50 titoli che ChatGpt deve aver letto.
I suoi preferiti sono, a quanto pare, Harry Potter e la pietra filosofale e 1984, perché sono quelli di cui dimostra una conoscenza più approfondita. Seguono poi Il Signore degli Anelli, gli 007 di Ian Fleming, Philip K. Dick, Il diario di Bridget Jones (non deve piacergli molto, perché non lo ricorda granché) e Shining (anche di questo sa poco, oltre che nerd, l’IA è fifona). Ma la cosa non deve stupirci più che tanto, perché da tempo si usano libri e testi per insegnare all’intelligenza artificiale a rispondere ed elaborare il proprio linguaggio.
Ciò che stupisce è la profondità con cui questi testi sono stati analizzati, letti e classificati. Il problema è che non c'è modo di sapere come GPT-4 sa quello che sa, perché il funzionamento interno dei suoi modelli linguistici è una vera scatola nera. Ma, nell’attesa dei risultati ufficiali e completi dell’accademia, perché non goderci l’idea che anche all’IA piaccia la buona letteratura?
Di
| Feltrinelli, 2019Di
| Il Saggiatore, 2022Di
| Hoepli, 2023Di
| Hoepli, 2020Di
| Solferino, 2019Di
| Mondadori, 2023Di
| Bollati Boringhieri, 2023Di
| Il Mulino, 2023Di
| Einaudi, 2022Di
| Codice, 2022Di
| Bompiani, 2021Ti potrebbero interessare
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