Consiglio d'autore

Matteo Fumagalli consiglia… Yoga di Emmanuel Carrère

Sarà un consiglio banale per chi già mi conosce, però ogni volta che c'è un nuovo libro di questo autore io corro in libreria, lo leggo e me ne innamoro totalmente: sto parlando di “Yoga” di Emmanuel Carrère, che come al solito sorprende per la sua personale visione di autofiction. Carrère scava a fondo, parla in modo davvero viscerale di sé stesso e del suo rapporto con il dolore e la depressione. È un libro che ho amato veramente molto

Chi lo conosce lo sa: nell’Olimpo degli autori più amati da Matteo Fumagalli – booktuber da oltre 120.000 iscritti – non può mancare Emmanuel Carrère, grande maestro del genere dell’autofiction fin dai tempi di L’avversario, in cui mescolava a un avvincente reportage true crime le proprie riflessioni personali. 

Il romanziere francese è da poco tornato in libreria con Yoga, un racconto onesto mai banale della propria faticosa lotta contro la depressione.

Yoga
Yoga Di Emmanuel Carrère;

Ancora una volta Emmanuel Carrère riesce ad ammaliarci, con la «favolosa fluidità» della sua prosa («Le Monde») e con quel tono amichevole, quasi fraterno, che è soltanto suo, di raccontarsi quasi che si rivolgesse, personalmente, a ciascuno dei suoi lettori.

Carrère racconta di aver iniziato a scrivere Yoga partendo da uno spunto quasi innocuo: quello di uno scrittore che pensa di essere finalmente scampato ai propri demoni, di aver raggiunto il tanto agognato stato di meraviglia e serenità e di potersi quindi dedicare a un libretto senza troppe pretese incentrato sulle discipline che pratica da anni: yoga, meditazione, tai chi. Ma non ha messo in conto lo spettro della depressione, perennemente in agguato.

Con la consueta maestria nel calibrare vita vissuta e attualità, Carrère ci regala un libro che affronta tematiche e riflessioni differenti: si passa dalla teoria di meditazione Vipassana agli attentati alla redazione di Charlie Hebdo, passando per il racconto di una intensa relazione erotica.

Non stupisce quindi che anche questa sua ultima fatica abbia saputo conquistare il cuore – assai esigente, a dirla tutta – di Matteo Fumagalli, che, nonostante non abbia mai fatto mistero della propria ammirazione per l’autore francese, è sempre molto onesto quando si tratta di stroncare i libri meno riusciti, spesso caduti vittima del trash.

Argomento su cui è particolarmente esperto, prova ne sia il suo travolgente saggio Travolti dal trash nell’immenso mare del brutto, in cui il content creator traccia un ironico vademecum che spazia fra le più immani bassezze della storia del cinema, della musica, della moda e della letteratura.

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