Sì, oggi vorrei essere proprio lì, portandomi dietro un piccolo libro di Amos Oz, Sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e altri piaceri, condito di frasi come questa: “Fra due persone ogni tanto può anche capitare un miracolo”. E pure fra due popoli. Settembre è il mese giusto per augurarselo.
Dove vorreste essere in settembre?
Ecco una buona domanda per attaccare discorso o, nel caso di questa rubrica, per riprendere una conversazione.
Una volta gli italiani andavano tutti in vacanza ad agosto, quando le città chiudevano per ferie. Adesso abbiamo imparato a prenderle a spizzichi e bocconi, una settimana al mare, un ponte in montagna, un lungo weekend al lago, una settimana all’estero.
Le cosiddette “vacanze intelligenti” suggeriscono che questo è il periodo ideale per andare dovunque: clima mite, prezzi bassi, meno gente in giro. Le giornate si accorciano e la luce si colora di toni crepuscolari.
Dove vorrei essere io in questo momento, tuttavia, non c’è niente di malinconico: a Tel Aviv, in spiaggia, in calzoncini da bagno. Settembre e ottobre sono i mesi migliori, sulla costa di Israele: estate ancora piena ma non più infuocata, l’acqua del mare limpida e tiepida, la sabbia soffice come borotalco. Pranzerei con hummus e pitta nei radi stabilimenti balneari, dove la sera all’ora dell’aperitivo i gestori accendono una candela sui tavolini; cenerei in ristoranti in cui il pesce ha davvero il sapore del pesce, senza bisogno di intingoli: e tutto intorno avrei una frenetica Miami Beach mediorientale. “Gerusalemme prega”, afferma un noto detto, “Tel Aviv si diverte”.
Certo, nello Stato ebraico il pericolo non è mai lontano: il 5 settembre, cinquantesimo anniversario della strage di atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972, è un buon giorno per ricordarlo. Ma Tel Aviv rimane la città del divertimento e dell’amore, inteso in tutti i sensi, sentimentale e carnale. Sì, oggi vorrei essere proprio lì, portandomi dietro un piccolo libro di Amos Oz, Sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e altri piaceri, condito di frasi come questa: “Fra due persone ogni tanto può anche capitare un miracolo”. E pure fra due popoli. Settembre è il mese giusto per augurarselo.
Dalla voce chiara, onesta e umoristica di Oz scaturisce un ritratto a tutto tondo, una sorta di testamento artistico, spirituale e familiare.
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