Diario di bordo

Arriva la scossa

Venerdì 17 febbraio 2023

Agli albori del Novecento, quando il bolscevico Lenin prese inaspettatamente il potere nella sterminata Russia popolata da servi della gleba, il mondo gli chiese in che cosa consistesse la sua rivoluzione. E lui rispose: “Tutto il potere ai soviet e l’elettrificazione delle ferrovie”.
I soviet andarono così così, l’elettrificazione invece divenne una delle forse propulsive del secolo.

In Italia, per esempio, quando negli anni Sessanta il primo governo di centrosinistra decise la nazionalizzazione dell’energia elettrica, le destre si opposero fino a tentare un colpo di stato e normali democristiani e socialisti vennero paragonati ai bolscevichi.

Dall’altra parte, una diversa forza propulsiva animava il secolo: l’automobile privata, alimentata dal petrolio.
Di qui le ferie, i picnic, le autostrade, il fordismo, i sindacati e tutto il resto.

Oggi avviene che la UE ha deciso che dal 2035, ovvero tra appena 12 anni, sarà vietato circolare con auto a benzina o diesel, perché inquinano troppo. Se volete cambiare l’auto, vengono offerti degli incentivi per “passare all’elettrico”, se invece siete dei tradizionalisti, dovete sapere che il nuovo modello a benzina o diesel che comprate, non avrà presto alcun valore, perché è destinato a finire in una grande discarica di rottami.

La cosa non sarà indolore. Anzi, potrebbe finire veramente male

Questo perché le automobili elettriche sono ancora troppo care; e, peraltro, la gente in genere non vuole lasciare le vecchie abitudini.
In più, c’è un altro problemuccio, perlomeno per noi italiani: la nostra gloriosa tradizione di fabbricanti di automobili, ovvero la Fiat, non ha lasciato eredi.
In particolare, poco e niente che riguardi il futuro delle auto elettriche.
Com'è noto, l’ultimo grande manager della Fiat, Sergio Marchionne, era uno strenuo oppositore della elettrificazione, e non si è capito perché: la Fiat 500 in versione elettrica sarebbe stata un successo internazionale.

Ma tant’è. Adesso ci arriverà la scossafabbriche che chiudono, richieste di aiuti di stato, manovre politiche, centomila posti di lavoro a rischio; primi fra tutti, i giornalisti del gruppo GEDI (Fiat) i cui proprietari, finita l’automobile classica, non hanno più molto interesse nel settore della carta stampata e, in generale, della comunicazione.

Ma è solo l’inizio: preparatevi.
La transizione all’elettrico sarà drammatica.
E comunque finirà, non avrà i soviet come alleati…  

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