Sapore di sala

I migliori film tratti da Charles Dickens, il padre del romanzo sociale

Quest’anno si celebra l’anniversario dei 210 anni dalla nascita di Charles Dickens, padre del romanzo sociale. Scrittore dell’epoca vittoriana, è considerato uno dei più grandi romanzieri di sempre grazie a classici come Oliver Twist, David Copperfield e A Christmas Carol, capaci di toccare il cuore di generazioni di lettori 

Secondo di otto figli, Charles John Huffam Dickens nasce a Portsmouth, Inghilterra, il 7 febbraio 1812. Fin dall’adolescenza, si appassiona al teatro shakespeariano e all’operetta. All'età di quindici anni, entra come praticante in uno studio legale, con buone prospettive di diventare avvocato, ma abbandonò per studiare stenografia. Successivamente, lavora come cronista parlamentare e poi come collaboratore di giornali umoristici.  

Con le sue pubblicazioni seriali, Dickens è pioniere del cliffhanger (un espediente narrativo che implica una brusca interruzione in corrispondenza di un colpo di scena) che impiegava di capitolo in capitolo per persuadere i lettori ad acquistare gli episodi successivi dei suoi romanzi. Le sue storie intrise di sentimento e di tolleranza sono state consegnate all’immortalità negli adattamenti più disparati.  Ecco i migliori film tratti dalle opere del genio letterario britannico. 

David Copperfield (1935) La storia travagliata di un bambino che, da una vita agiata, si ritrova povero e diseredato. Il più autobiografico dei romanzi di Dickens, costretto a lavorare in fabbrica dopo che il padre fu arrestato a causa dei debiti. Il romanzo fu pubblicato per la prima volta mensilmente su rivista tra il 1849 e il 1850. Si dice che l’antagonista Uriah Heep fosse basato sullo scrittore di favole danese Hans Christian Andersen, ospite indesiderato della famiglia Dickens: «Era un noioso ossuto». Il celebre adattamento di George Cukor è stato selezionato dal New York Times come uno dei migliori 1000 film mai girati. La Londra vittoriana è stata ricostruita negli studi della MGM.

Lo schiavo dell'oro (1951)
La storia del vecchio e avido Ebenezer Scrooge che grazie allo spirito dei Natali passati si redimerà. Fu pubblicato per la prima volta nel 1843 e, da allora, è stato adattato in tutte le salse. La versione di A Christmas Carol secondo Brian Desmond Hurst è la più celebrata grazie anche alla straordinaria interpretazione di Alastair Sim. Benché si tratti del miglior adattamento di Canto di Natale, è l'unico che omette la famosa frase di Scrooge: «Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va in giro con quel ‘Buon Natale’ sulle labbra dovrebbe essere bollito nel suo pentolone e sotterrato con un stecco di agrifoglio nel cuore». Sebbene la parola "Scrooge" significhi una persona avara, ai tempi di Dickens, la parola era un termine gergale che significava "spremere". L’autore trasse ispirazione dalla sua esperienza nel Ghost Club, la più antica organizzazione investigativa sui fantasmi

Grandi speranze (1946)

Il giovane orfano Pip riesce a inserirsi nell’alta società, grazie all’aiuto di un misterioso benefattore. Ritrova qui Estella, conosciuta ai tempi della sua infanzia difficile. Diretto da David Lean, il film è una favola gotica con morale anticlassista. John Mills, che interpretava Pip dai 19 ai 25 anni, ne aveva in realtà 38. Il romanzo fu scritto e pubblicato a puntate tra il 1860 e il 1861. Sebbene sia il più dark tra le produzioni dickensiane, il libro nasceva come romanzo a fumetti di genere «grottesco tragicomico». 

o musical del 1960, si è aggiudicato 6 Oscar di peso (su 12 candidature). Una curiosità: il protagonista Mark Lester non era in grado di simulare le lacrime e per farlo piangere la troupe è ricorsa alle cipolle. 

Oliver! (1968)

Cacciato dal riformatorio, l’orfano Oliver Twist cade preda di una banda di piccoli delinquenti che lo iniziano al furto. Il romanzo fu pubblicato a puntate mensili sulla rivista Bentley's Miscellany (1837-1839). Il film di Carol Reed, tratto dall'omonim

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