Può una foto fare la differenza?
Zanele Muholi ha 50 anni, è nata a Durban, vive a Johannesburg, parla di sè al plurale ("loro") e si definisce "attivista visiva”, più che artista o fotografa.
Da vent'anni i suoi ritratti e autoritratti in supercontrastato bianco e nero (e da poco anche i suoi dipinti a colori realizzati durate la pandemia) combattono con passione la discriminazione e le violenze subite dalla comunità nera LGBTQIA+ del Sudafrica malgrado quanto sancito dalla costituzione del 1996.
Provocatoria e spiazzante, la sua opera ribalta ogni stereotipo rappresentativo del corpo femminile nero per riportare l'attenzione sull'essere umano nella sua complessità.
Pluripremiata ed esposta in tutto il mondo (anche in Italia alla Biennale di Venezia 2019), è tra i fondatori del Forum for the Empowerment of Women e di Inkanyiso, una piattaforma dedicata all’attivismo queer e visivo.
Gli altri sguardi randagi
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