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Caro stronzo di Virginie Despentes

Quando il celebre scrittore Oscar Jayack – una carriera precoce, un problema con l’alcol e un’accusa di molestie sulle spalle – decide di condividere in un post le sue impressioni poco lusinghiere su un’attrice invecchiata (a suo parere) male, quello che non si aspetta è che l’attrice in questione, l’ex sex symbol Rebecca Latté gli risponda. Cher connard, “Caro stronzo”: così comincia la sua lettera. E così prende avvio l’ultimo, intenso romanzo di Virginie Despentes, che è tante cose insieme: la storia di un’improbabile quanto profonda amicizia, una disamina feroce delle più delicate questioni d’attualità e un’ode toccante alla difficile arte di accettare i propri limiti – e nonostante questo, o forse proprio in virtù di questo, voler essere migliori.

Caro stronzo, ho letto quello che hai pubblicato sul mio profilo ig. È come se un piccione mi avesse cacato sulla spalla. Ti insozza, ed è molto sgradevole. Uè uè uè sono una piccola sfigata che non interessa a nessuno e che frigna come un chihuahua perché sogna di essere notata. Gloria ai social: l’hai avuto, il tuo quarto d’ora di gloria. La prova: ti sto scrivendo.

Caro stronzo
Caro stronzo Di Virginie Despentes;

Un romanzo di rabbia e consolazione, furia e accettazione. Immersi in un universo in cui Internet ha un profondo impatto nei comportamenti e nelle vite delle persone, i protagonisti producono, attraverso una relazione epistolare intangibile, un legame solidale

La maschera al vetriolo di Oscar crolla non appena Rebecca la coglie per quello che è: la disperata ricerca di attenzioni di un uomo solo, con un rapporto a dir poco difficile con le donne (a partire dalla figlia e l’ex moglie), che si attacca alla sua identità di scrittore maledetto e alcolizzato perché, altrimenti, non gli rimarrebbe nulla. Di recente è stato accusato dalla sua ex ufficio stampa, Zoé Katana, di averla molestata e perseguitata, con delle avances così incessanti da non lasciarle altra possibilità che licenziarsi. Pagando inoltre un prezzo molto alto: una carriera rovinata e una salute mentale sul filo del rasoio. Oggi, dieci anni dopo, Zoé è una delle protagoniste del movimento MeToo, scrive su un blog femminista e condivide come migliaia di altre donne le sue esperienze traumatiche col genere maschile, contribuendo a disperdere la cortina di fumo che copre gli abusi degli uomini di potere, o anche solo di prestigio.

L’emancipazione maschile non ha avuto luogo. Le vostre fantasie sono sottomesse. Vi dicono “dominazione” e la sola parola ve lo fa rizzare. […] Perché questo fate – fate a gara per ribadire il diritto del padrone di fare quello che gli pare. Quello che ci dite, lo capiamo bene, è non azzardatevi a liberarvi delle vostre catene, così facendo rischiereste di spezzare le nostre.

Oscar non capisce, non si capacita. Lui era solo innamorato perso (e altrettanto ubriaco); lo sa che esiste il maschilismo e che esistono le molestie ma non lo riguardano, non possono riguardarlo. Lui non è parte del problema. Così, risponde a sua volta a Rebecca, si sfoga di questi tempi troppo sensibili; le ricorda l’amicizia che la legava, da adolescente, a sua sorella Corinne, quando tutti e tre vivevano nel quartiere popolare da cui sono fuggiti – senza mai, forse, essersene andati davvero.

Apparentemente, Rebecca non potrebbe essere più diversa da Oscar. Se ne frega di quello che pensa la gente, della sua immagine pubblica; si droga ma non ha un problema con la droga, perché è ben felice di farlo; ha avuto uomini a non finire e, almeno sembra, nessun rimpianto. Eppure, superati gli insulti e messe da parte le corazze protettive che li imprigionano, in virtù di una strana alchimia Rebecca e Oscar si trovano. Si trovano nel punto che connette le loro due solitudini, solo di primo acchito lontane: in quel punto, mettono completamente a nudo la loro umanità e si dichiarano dei disastri ambulanti. Una consapevolezza, questa, che solo nella relazione avrebbero potuto sviluppare: pur senza mai essere assolutori l’uno nei confronti dell’altra, i due trovano nell’amicizia la forza per accettarsi e, addirittura, provare a cambiare.

Pensavamo che fossero contente. Sono cresciuto in un mondo dove sembrava sempre che interessare agli uomini fosse la cosa migliore che potessero sperare. […] Erano il bello della vita, le ragazze. Sinceramente, non sapevamo che fossero arrabbiate.

In Caro stronzo Despentes, nota per i suoi testi provocatori e radicali fin dai titoli (come Scopami! o King Kong Theory, tutti editi in Italia da Fandango Libri), opera un nuovo esperimento: piega, con la forza della sua penna, la forma classica del romanzo epistolare finché non aderisce perfettamente, né troppo larga né troppo stretta, al contenuto. Così la scrittrice riesce nell’impresa, tutt’altro che semplice, di portare sulla carta temi di bruciante attualità – quali la violenza patriarcale, le dipendenze, la salute mentale e il cyberbullismo – senza mai risultare didattica o artefatta. Attraverso le due voci narranti – a cui si aggiunge quella agguerrita dei post di Zoé – assistiamo all’evoluzione interiore dei personaggi e allo svolgersi intrecciato dei loro destini, dipinti con tale maestria che, quando chiudiamo il libro, abbiamo la sensazione di vederli proseguire ben oltre l’ultima pagina.

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Conosci l'autrice

Virginie Despentes è una scrittrice e regista italiana. Ha vissuto un'adolescenza ai margini, tra una lunga militanza punk e la prostituzione. Nel 1993 ha pubblicato "Scopami" (Einaudi Stile libero), romanzo-scandalo per la durezza e la scabrosità dei temi trattati, e nel 2000 ne ha diretto la versione cinematografica assieme a Coralie Trinh Thi.In un'intervista ha dichiarato che uscire dall'eterosessualità e dalle relazioni di seduzione con gli uomini (anche in seguito all'incontro con la filosofa Beatriz Preciado) le ha dato modo di "essere maggiormente in contatto" con il suo potere. Si è definita "uno spirito libero, una sorta di anarco-femminista", aggiungendo che legge la condizione delle donne anche in relazione a "classe" e "razza".Nel 2007 ha pubblicato "King Kong Girl" (Einaudi Stile libero) e nel 2012 "Apocalypse Baby" (Einaudi Stile libero), con il quale ha vinto il Premio Renaudot ed è stata finalista al Premio Goncourt. Attualmente sta lavorando alla realizzazione di una pellicola tratta dal suo romanzo "Bye Bye Blondie", con Béatrice Dalle e Emmanuelle Béart. Nel 2023 esce Caro stronzo (Fandango), finalista del Premio Inge Feltrinelli.

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