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Come Tanzaku dimenticati di Valentina Sgambato 

Solo quando fu più grande le fu spiegato che quei foglietti, che sembravano semplici decorazioni, erano in realtà tanzaku, sogni e preghiere che la gente affidava al vento nella notte dedicata ai desideri, la notte in cui anche un amore impossibile come quello di due stelle separate dalla Via Lattea poteva avverarsi

Come tanzaku dimenticati, pubblicato da Sperling & Kupfer, è il secondo libro di Valentina Sgambato, che fra piatti tipici e luoghi intrisi di spiritualità ci porta in un vero e proprio viaggio alla scoperta del Giappone più profondo.

Il sogno di Hirai è quello di diventare il più grande pasticciere del Giappone, ma ad un certo punto qualcosa dentro di lui si spezza, portandolo verso una direzione molto diversa. Ayame, invece, vuole dipingere, ed ogni cosa che fa nella sua vita è un gradino che si aggiunge alla scala che può portarla a realizzare il suo desiderio. I due ragazzi si amano e si sostengono mentre cercano ciascuno il proprio posto nel mondo, ma nel farlo rischiano di perdere loro stessi. Nella notte della festa di Tanabata, l’incontro di due stelle comete sconvolge la vita di Hirai, che comincia un viaggio che lo porterà in luoghi incantati, dove troverà una vicinanza fisica e spirituale con la natura e con le persone che incontrerà lungo la strada.

Come tanzaku dimenticati
Come tanzaku dimenticati Di Valentina Sgambato;

Due giovani in cerca del proprio destino. Un viaggio attraverso le tradizioni e le bellezze del Giappone. Una storia indimenticabile sulle seconde occasioni.

I sogni sono cose davvero importanti, Hirai. Vanno nutriti nel tempo, custoditi e protetti come l’ingrediente fondamentale per essere persone felici. Di questo non devi dimenticarti mai

All’interno del libro, Valentina Sgambato riesce a ricreare quel miscuglio contraddittorio di tradizione e innovazione caratteristico del Giappone: la ricerca dell’efficienza, il puntare sempre al miglior risultato possibile, lo spingere fino al limite le potenzialità dell’umano si incontrano e scontrano con la calma tipica delle usanze giapponesi. Come tanzaku dimenticati ci ricorda che il tempo artificiale, frenetico, che governa il mondo degli esseri umani, li allontana dalla vera essenza delle cose, e li porta a dimenticare che le cose più belle sono quelle che, di tempo, ne richiedono tanto.

Grazie al suo stile riccamente descrittivo, Sgambato permette al lettore di immergersi in un’atmosfera intrisa di magia e spiritualità, e l’accurata scelta delle parole ci restituisce con forza immagini e sensazioni, tanto che il nero dell’inchiostro si trasforma nel verde delle coltivazioni del tè maccha, nell’arancione delle foglie di ginkgo in autunno, nel rosa dei sakura in fiore.

Se tu fossi una foglia su un albero in cima a una montagna o che ammira l’orizzonte rivolto all’oceano, sapresti di certo che il vento che soffia in quei luoghi è capace di trasportarti lontano. Se invece fossi una foglia su un albero in una tranquilla pianura, stretto tra tanti altri alberi, dovresti essere consapevole che il vento, frenato da ciò che c’è intorno, ti deporrà non troppo lontano da dove hai sempre dimorato

Come tanzaku dimenticati è una finestra aperta su una realtà che, per quanto possa essere apparentemente lontana da quella occidentale che è la nostra, tutti noi conosciamo molto bene e viviamo sulla nostra pelle. Ci aiuta e vedere con chiarezza il rischio che corriamo quotidianamente – vivendo immersi in una frenesia che minaccia costantemente di inglobarci – di perdere la nostra unicità, dimenticando i motivi che ci hanno spinto ad agire all’inizio e lasciando pezzi di noi lungo la strada. Ma Valentina Sgambato non lascia noi lettori soli di fronte a questa minaccia costante, e con il suo libro ci mostra che basta davvero poco per non fare questo errore: dobbiamo fermarci a guardare, vedere e sentire ciò che di vero c’è al mondo, senza mai dimenticare le piccole cose, che poi si dimostrano essere sempre le più grandi.

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